GDL "Il teatro di Sabbath", Philip Roth
Siete tutti invitati alla lettura condivisa del mese di novembre. Troveremo uno spumeggiante ma anche profondamente introspettivo Roth, che oscilla tra un erotismo parossistico e profondi affondi sulla natura umana. Chi si unisce alla ciurma?
Discussione iniziata da Ioana , 1612 giorni fa
Risposte
"Invito a una decapitazione" non l'ho letto ancora. Per il momento mi attraggono altri suoi titoli.
Ioana, ho finito anche Nabokov di Invito a una decapitazione, bello anche quello per una lettura di gruppo. Giulio, pensa che lo accostano a Kafka...ma non saresti poi d'accordo.
Ciao Daniele, ti aspettiamo!
Giulio sicuramente la parte sugli giapponesi e Giappone ha distorto il giudizio, poco male per noi.
Giulio sicuramente la parte sugli giapponesi e Giappone ha distorto il giudizio, poco male per noi.
Un'ultima, divertente, annotazione sul Teatro di Sabbath. sono andato su Wikipedia e ho trovato queste parole, che mi hanno fatto sbellicare dalle risa. "Il libro ha diviso la critica americana. Per Harold Bloom, Il teatro di Sabbath è il capolavoro di Philip Roth. Di parere opposto, il critico del New York Times, Michiko Kakutani, che ha affermato di non essere riuscita a terminare il libro, giudicandolo "distasteful and disingenuous". Non è che questa Kakutani è la cugina della preside dell'università da cui Sabbath viene cacciato? :))
E non è che se l'è legata al dito per la filippica del protagonista contro i giapponesi? :))
E non è che se l'è legata al dito per la filippica del protagonista contro i giapponesi? :))
Ciao a tutti, ho letto questa vostra discussione sul libro di Roth, siete sempre incredibili, degli spunti incredibili! Mi spiace non esserci stato ma è un periodo folle. Recupero al più presto le vostre recensioni ;)
Si potrebbe fare anche la condivisa di un bel classico. Dostoevskij, Dickens, Kafka che mi sembrano molto "invernali" oppure altri che ora mi sfuggono. Oppure quell'opera che volete leggere ma vi fa una paura tremenda e non vi sentite pronti ad affrontarla da soli - nel mio caso "Confessioni di un italiano" di Ippolito Nievo oppure "Horcynus Orca" di Stefano d'Arrigo.... Dite che sono troppo lanciata?!
Grazie ragazzi per questa succulente condivisa che sicuramente ricorderemo come un valore in più, come ha detto anche Giulio! Dobbiamo ripetere l'esperienza più in là! Inizio a lanciare qualche proposta: se per dicembre scegliessimo un libro con ambientazioni invernali, magari anche natalizie?Pensateci...
Grazie ragazzi per l'opportunità offertami, pe la compagnia, per il sostegno, per gli stimoli culturali. Siete stati preziosi per me, come sempre.
Il finale: un tantino esagerato ma in tono con il resto; degna conclusione di un novello inetto. io me lo immagino lì ad aspettare ancora, sospeso in un non spazio in un non tempo mentre tutti gli altri se la godono!!
Il finale: un tantino esagerato ma in tono con il resto; degna conclusione di un novello inetto. io me lo immagino lì ad aspettare ancora, sospeso in un non spazio in un non tempo mentre tutti gli altri se la godono!!
Ho visto che c'è già la recensione di Ioana. Mi dispiace un po' che questa esperienza condivisa sia finita. Grazie, ragazze, per la compagnia e per le inesauribili sollecitazioni intellettuali che avete prodotto con i vostri interventi in queste due densissime settimane. E' stato un incredibile piacere: forse non avrei apprezzato così tanto "Il teatro di Sabbath" senza di voi. Anzi, togliete pure il "forse" :)
Ho finito anch'io, finalmente, il romanzo, Che dire? Una lettura potente e imprevedibile, fino alle ultime righe. E con una ambiguità (nel senso buono del termine) inesauribile. Addirittura a un certo punto Sabbath pensa di essere morto, finalmente "libero dall'irrefrenabile desiderio di essere altrove", solo leggermente perplesso per non ritrovarsi "obliato nell'oblio" ma a Madamaska Falls; ma subito dopo, con il consueto sarcasmo, Roth scrive: "Eppure, se questa era la morte, di chi era allora il furgoncino parcheggiato accanto alla vecchia jeep di Rosie?". E ancora, proprio alla fine, spunta fuori il diario intimo di Drenka, di cui perfino Sabbath era, sorprendentemente, all'oscuro ("per Sabbath restava un enigma, una discrepanza che non riusciva a scandagliare, un sospetto che non poteva eludere. Quale
debito stava pagando Drenka, e a chi, lasciando il suo diario sessuale affinché lo scoprissero? Contro quale dei suoi uomini protestava? Contro Matija? Contro Sabbath? Chi di noi due volevi trucidare?"). Insomma sorprese a non finire fino in fondo, e l'immagine finale del protagonista, avvolto dalla bandiera americana e con il copricapo ebraico rituale in testa (simbolo forse della inevitabile permanenza dei retaggi della società e della religione anche nell'essere più anticonformista e iconoclasta?), incapace di uccidersi e di farsi uccidere, condannato obtorto collo a sopravvivere, è destinata a rimanermi impressa molto, molto a lungo.
debito stava pagando Drenka, e a chi, lasciando il suo diario sessuale affinché lo scoprissero? Contro quale dei suoi uomini protestava? Contro Matija? Contro Sabbath? Chi di noi due volevi trucidare?"). Insomma sorprese a non finire fino in fondo, e l'immagine finale del protagonista, avvolto dalla bandiera americana e con il copricapo ebraico rituale in testa (simbolo forse della inevitabile permanenza dei retaggi della società e della religione anche nell'essere più anticonformista e iconoclasta?), incapace di uccidersi e di farsi uccidere, condannato obtorto collo a sopravvivere, è destinata a rimanermi impressa molto, molto a lungo.
Riesci a infilare Bernhard proprio dappertutto, Ioana :)
Ipotesi davvero suggestiva, comunque. Bernhard sono due scrittori davvero "contro", e penso che si sarebbero apprezzati a vicenda.
Ipotesi davvero suggestiva, comunque. Bernhard sono due scrittori davvero "contro", e penso che si sarebbero apprezzati a vicenda.
Stavo pensando una cosa! Ricordate "Antichi maestri" di Bernhard?! Non trovate delle similitudini con Il teatro di Roth? Uno ossesso e distrutto dall'arte ma l'unica possibilità di sopportare il peso della vita, e Sabbath, ossesso dal sesso come apice della vita e in grado di darle valore. Vi immaginate Bernhard che legge Roth?! Ahahah...o il personaggio di Antichi maestri e Sabbath che disquisiscono sui piaceri autentici? Vabbè, idee distorte di un venerdì 13, in zona rossa.
Ma anche a voi hanno deluso le lettere di Morty e il suo diario striminzito? Viene descritto e idealizzato così tanto che mi aspettavo fosse bravissimo anche nello scrivere quando invece si dimostra di una noia assoluta nelle sue lettere dal fronte, un mero e sterile riepilogo delle sue attività al pari di una automa, eppure il momento della lettura delle sue lettere era un evento solenne e la madre le leggeva a voce alta venti volte, oltre che a leggerle ai vicini. Morty il fratello pratico, fisico, capace di aggiustare tutto molto limitato da altri aspetti e ridotto in una scialba sagoma nel finale, in una specie di depersonalizzazione. Grandissima lettura, grazie per la meravigliosa compagnia! Aspetto di leggervi!
Grandissime Laura e Ioana! Io, visto che con Sabbath siamo più che mai in tema, ho scelto di fare una lettura "tantrica", cioè di ritardare il più possibile il momento del piacere di arrivare alla fine del libro e gustarmi le avventure di Sabbath ancora per qualche ora (in realtà, molto più prosaicamente, sono semplicemente pieno di lavoro).
Mi sembra, però, avendo terminato le pagine della visita al cimitero ebraico e della scelta della tomba, che Sabbath voglia decidersi a scelte definitive e irrevocabili (abbandonare la casa coniugale, acquistare il posto al camposanto) per privarsi di ogni possibilità alternativa di scelta e trovarsi di fronte all'unica strada perseguibile, quella del suicidio, probabilmente non fidandosi troppo del proprio coraggio e della propria determinazione. Non credo però che questo sarà il capolinea esistenziale di Sabbath, propendo ancora per un finale beffardo e irriverente, magari spruzzato di malinconia, come del resto è stato gran parte del libro, oscillante tra straziante nostalgia e caustico sarcasmo.
Mi sembra, però, avendo terminato le pagine della visita al cimitero ebraico e della scelta della tomba, che Sabbath voglia decidersi a scelte definitive e irrevocabili (abbandonare la casa coniugale, acquistare il posto al camposanto) per privarsi di ogni possibilità alternativa di scelta e trovarsi di fronte all'unica strada perseguibile, quella del suicidio, probabilmente non fidandosi troppo del proprio coraggio e della propria determinazione. Non credo però che questo sarà il capolinea esistenziale di Sabbath, propendo ancora per un finale beffardo e irriverente, magari spruzzato di malinconia, come del resto è stato gran parte del libro, oscillante tra straziante nostalgia e caustico sarcasmo.
Buongiorno compagni di lettura! Finito anche io, stanotte alle 1:30...stamattina mi sento parecchio stanca, non sono il tipo di rimanere sveglia a lungo per finire un libro. Giulio, ti aspettiamo per i commenti!
A me Sabbath continua a divertire. Quando si sente come Emma Bovary quando andava a cavallo con Rodolphe, conclude con la riflessione che "Nei grandi capolavori, quando commettono un adulterio poi si ammazzano
sempre. Lui desiderava di ammazzarsi quando non ci riusciva." :)
Sono un po' più indietro di voi (75%), mi sa che fra poco dovrò smettere di leggervi per non rovinarmi il finale.
sempre. Lui desiderava di ammazzarsi quando non ci riusciva." :)
Sono un po' più indietro di voi (75%), mi sa che fra poco dovrò smettere di leggervi per non rovinarmi il finale.
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