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Anni fa, incuriosita dal commento superlativo di un'amica lettrice, comprai (pur non sapendo minimamente chi fosse Pynchon) un tomo gigantesco dal titolo: "Un giorno". Ancora lo devo aprire, intimorita nel corso degli anni, dai commenti sulla difficoltà di scrittura di questo autore Ma siccome amo le sfide, prima o poi la sfida verrà da me accettata. Silvia complimenti per le tue belle, interessanti e impegnative letture
Sono felice di averti incuriosito, è già un successo per me. Io credo che sia un'opera davvero interessante e importante, anche se non ho letto altro di Pynchon, sono convinta che a breve leggerò tutta la sua bibliografia.
Grazie Silvia! Del diario e dell'informazione, credo di aver capito il genere, ora aspetto la recensione. Sono sicuro di leggerlo qui a poco, non so perchè, ma ci sono libri che anche s enon hai mai sentito nominare ti colpiscono e assillano.
Conclusa la lettura e quest'avventura fantastica posso solo affermare di non riuscire a capire le critiche mosse da molti lettori sull'inaccessibilità della lettura. Lo stile è molto semplice, la trama è un groviglio di fili che attraversano tutte le tonalità del grigio. V. viene in qualche modo circoscritta, descritta e compresa, ma è un'entità sfuggente, evanescente, ma allo stesso tempo tangibile ed umana. Non è la trama che si deve cercare, ma il trasporto delle descrizioni, l'attenta rappresentazione della società che cambiava, di un'america i cui giovani sono allo sbando, senza più giuda senza ideali senza futuro e allora Stecil uno scopo se lo inventa, la ricerca di V. per ricercare un passato che ha perduto e creare un futuro che non esiste e Pynchon rende reale ciò che è falso e falso quasi raccapricciante e incredibile ciò che davvero è accaduto.
Forse sarebbe necessaria una guida alla lettura per la quantità infinita di citazioni, riferimenti di qualunque genere, dalla storia, (dall'ottocento fino al presente del libro), alla musica. Non si può per definizione definire un romanzo generazionale, ma lo è, non si può definire un romanzo storico, ma lo è, non si può definire un romanzo d'amore, ma a suo modo lo è, non si può definire un romanzo di formazione ma lo è...è un' opera meravigliosa, completa, simpatica e onirica; il lettore deve lasciarsi trasportare dalle immagini senza fissarsi sulla trama che è irrilevante ai fini delle numerose metafore che compongono questo poliedrico gioco di specchi, i personaggi sono pedine che non creano empatia, ma permettono all'autore di sviluppare il suo pensiero, libero e contrario ad ogni forma di oppressione.
Credo che sia un'opera che non può mancare nel bagaglio culturale, ma che deve seguire un iter cronologico nella sperimentazione che ha avuto luogo nel novecento, cominciando con Proust, proseguendo con Joyce e Faulkner, altrimenti rimane quasi incomprensibile, quasi un crittogramma si cui manca la chiave di lettura.
Buona lettura.
PS. A Daniele: non c'è ombra di speranza, l'idea che si ha è di una storia che si riflette e che si ripropone sempre uguale a se stessa, agghindata in modo diverso ma sempre la medesima.
Forse sarebbe necessaria una guida alla lettura per la quantità infinita di citazioni, riferimenti di qualunque genere, dalla storia, (dall'ottocento fino al presente del libro), alla musica. Non si può per definizione definire un romanzo generazionale, ma lo è, non si può definire un romanzo storico, ma lo è, non si può definire un romanzo d'amore, ma a suo modo lo è, non si può definire un romanzo di formazione ma lo è...è un' opera meravigliosa, completa, simpatica e onirica; il lettore deve lasciarsi trasportare dalle immagini senza fissarsi sulla trama che è irrilevante ai fini delle numerose metafore che compongono questo poliedrico gioco di specchi, i personaggi sono pedine che non creano empatia, ma permettono all'autore di sviluppare il suo pensiero, libero e contrario ad ogni forma di oppressione.
Credo che sia un'opera che non può mancare nel bagaglio culturale, ma che deve seguire un iter cronologico nella sperimentazione che ha avuto luogo nel novecento, cominciando con Proust, proseguendo con Joyce e Faulkner, altrimenti rimane quasi incomprensibile, quasi un crittogramma si cui manca la chiave di lettura.
Buona lettura.
PS. A Daniele: non c'è ombra di speranza, l'idea che si ha è di una storia che si riflette e che si ripropone sempre uguale a se stessa, agghindata in modo diverso ma sempre la medesima.
Quasi giunta alla fine di questo libro, meravigliosa opera post moderna, non posso che fare un mea colpa per non essermi avvicinata prima alla lettura. Si respira un'aria sensazionale, tangibile, quasi reale. La ricerca di V. passa per molti vicoli, molte strade, per mare e per città lontane, come la ricerca di qualcosa di importante, ma di sconosciuto, qualcosa che esiste ma che non è mai stato visto. Ciò che più risalta agli occhi è la conoscenza dei fatti narrati, tale da incuriosire e da rendere ogni personaggio e ce ne sono tantissimi, del tutto calato nel contesto, caratterizzandolo in modo preciso e molto definito. Stencil, il protagonista appare in tutta la sua umanità, fatta di curiosità e di paure, di istinti e di rimorsi e cresce durante tutto il romanzo così come Profane, ossessionato dagli oggetti inanimati si rende protagonista della maggior parte degli eventi importanti suo malgrado.
Conto domani di finirlo e poter dare una visione d'insieme più ampia e definitiva.
Conto domani di finirlo e poter dare una visione d'insieme più ampia e definitiva.