Tempo di caccia
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Prede e predatori
Colter Shaw, un cacciatore di teste, già noto agli appassionati lettori di Jeffery Deaver viene ingaggiato per recuperare un segreto industriale. fFnito il lavoro per cui è stato pagato si trova quasi per caso in mezzo a quella che inizialmente sembra solo un brutto caso di violenza domestica. L'ingegnere capo dell'azienda che gli aveva commissionato il lavoro, infatti risulta in fuga. Il marito, incarcerato per averla picchiata brutalmente, infatti è stato rilasciato in anticipo e pare avere giurato che porrà fine alla sua esistenza. Parte quindi una caccia alla donna e alla figlia. Da un lato l'investigatore e dall'altro il marito e due sicari assoldati per fermare la donna. Solo sul finire della storia, però tutte le carte verranno messe in tavola rivelando un quadro ben più complesso di quello che ci era stato prospettato all'inizio. Confesso che questo genere di romanzi di solito non è la mia prima scelta. In realtà pensavo di trovarmi davanti uno dei libri alla Lincoln Rhyme. Si tratta di tutt'altra cosa anche se un bravo scrittore lo è sempre indipendentemente dal genere con cui decide di cimentarsi e quindi il risultato è buono anche per una come me che non ama inseguimenti e sparatorie. Magari c'è un po' troppo buonismo, tanti voltafaccia, troppi colpi di fortuna, ma del resto ci troviamo pur sempre dentro una fantasia.
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Caccia con finale a sorpresa.
E’ il sesto episodio della serie che riguarda Colter Shaw, il cacciatore di ricompense reso famoso da Jeffery Deaver, uno scrittore di thriller che, con John Grisham, rientra nel novero dei miei preferiti. Questa volta è incaricato da un ricco imprenditore, Marty Horman, titolare di una ditta specializzata in reattori nucleari di piccole dimensioni ( i “Soli tascabili”), di indagare sulla scomparsa di un particolare accessorio sottratto al magazzino. Si dà il caso che quasi contemporaneamente scompaia, con la figlia sedicenne, un’ingegnera del suo staff, Allison Parker, inventrice e progettatrice, risorsa indispensabile per la ditta: l’incarico di cercarla è affidato sempre a Colter, ed è soprattutto questa indagine ad essere narrata, con risvolti complessi ed inattesi. La scomparsa della donna è in realtà una fuga dal marito, Jon Merritt, descritto come un alcolizzato violento e vendicativo, uscito anzitempo dal carcere ed apparentemente intenzionato a sterminare la famiglia. La Allison, in fuga, cerca un posto sicuro ove rifugiarsi, chiede aiuto, tenta di depistare chi la vuole morta: è in contrasto con la figlia, che ha un buon ricordo del padre e lo ricorda con nostalgia. E’ una vera e propria caccia alla malcapitata Allison: il marito la cerca, Shaw vuole salvarla, altri due balordi sono sulle sue tracce incaricati di eliminarla … L’inseguimento è disseminato di ostacoli e di scontri, fino ad un rifugio in riva ad un lago dove la donna, finalmente trovata dal cacciatore di ricompense, organizza un’ultima difesa: qui la trova finalmente anche il marito e qui avviene un inaspettato e magistrale colpo di scena che lascerà tutti increduli. Gli ultimi capitoli chiariranno tutta la vicenda e riveleranno ancora una volta tutta l’abilità dello scrittore nel dipanare una storia che metterà in luce motivazioni diverse e ben altri colpevoli.
Il romanzo si legge restandone emotivamente coinvolti, lo stile è quello tipico di Jeffery Deaver: alterna momenti descrittivi o di riflessione con scrittura piana, pacata, scorrevole, a fasi più concitate e incalzanti con il suo più caratteristico stile secco, fatto di frasi brevi e risolutive. Del resto proprio l’autore, in un’intervista, aveva affermato che la scrittura di un romanzo giallo deve seguire onde emotive, come accade in una sinfonia di musica classica (alludeva a Beethoven), dove si alternano emozioni contrastanti, momenti di eccitazione alternati a fasi di rallentamento.
Un paragone, a mio parere, calzante. La lettura di un autore come Jeffery Deaver è sempre da consigliare agli amanti del genere, il personaggio di Colter Shaw ha un particolare impatto, è un solitario con un carattere non facile, sempre mosso da buone intenzioni.
Un buon thriller, in conclusione, anche se l’investigatore Lincoln Rhyme, protagonista affascinante e profondamente umano di tante avventure, resta il mio preferito.