Wallenstein
Saggistica
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Il generale che cercò la pace
Lo sfondo è quello della Guerra dei trent’anni, una serie di conflitti che divamparono in Europa fra il 1618 e il 1648, il personaggio è il generale degli Asburgo Albrecht von Wallenstein, protagonista delle prime due fasi di questo lungo evento bellico. Uomo dotato di indubbia abilità, intelligente, capace di prendere rapidamente decisioni determinanti, gran faccendiere, ma caratterizzato da chiaroscuri, da momenti di grande luce e da altri di ombra fitta, e per certi aspetti alquanto megalomane (amava in modo quasi morboso la pulizia, detestava la confusione, i rumori e perfino la guerra). Può sembrare incredibile la figura di un militare pacifista, ma occorre precisare che la pace in certi individui può essere una vocazione e in altri una necessità, come appunto nel caso di Wallenstein che alla fine della sua carriera, pressoché immobilizzato da una dolorosissima gotta, cercò di arrivare a una soluzione pacifica della guerra, soluzione però che nessuno degli altri contendenti voleva, così che l’imperatore Ferdinando II decise la sua soppressione, poiché non era più in sintonia con le sue direttive.
Albrecht von Wallenstein nella sua vita fu probabilmente animato da una grande ambizione, che lo portò dall’essere un un nobile boemo di basso rango a duca di Friedland per aver aiutato l’imperatore nei pericolosi e turbolenti momenti susseguenti la rivolta degli abitanti della Boemia che non intendevano abbandonare il protestantesimo per il cattolicesimo, imposto da Ferdinando II come religione di stato. Si impegnò molto per i suo ducato, con soluzioni che per l’epoca potevano essere considerate avveniristiche, imponendo una legislazione rivoluzionaria, battendo una moneta forte, ideando un moderno sistema scolastico e consentendo di fatto la tolleranza religiosa. Prodigo di favori per i meritevoli, era altrettanto duro e punitivo con chi si dimostrava incapace. Uomo taciturno e ombroso era fedele alla moglie e, che si sappia, non la tradì mai, nemmeno nel corso delle lunghe campagne di guerra, durante le quali, per lenire la durezza e dimenticare anche il pericolo, non era infrequente che i militari ricorressero all’amore mercenario. Fu certamente un protagonista dei suoi tempi, al punto che il grande drammaturgo tedesco Friedrich Schiller scrisse dal 1798 al 1799 una trilogia su di lui.
Indubbiamente le caratteristiche del soggetto, le luci e le ombre che presenta costituiscono motivo di interesse e in questo senso Sergio Valzania ha scritto la sua biografia, che però, a mio avviso, presenta essa stessa luci e ombre. Infatti se l’autore riesce a inquadrare bene i motivi della guerra dei trent’anni ed è in grado di rendere bene l’atmosfera dell’epoca, caratterizzata dal barocchismo, che non era solo un’espressione artistica, ma anche la tipicità del comportamento sociale, contraddistinto dalla manifestazione di un’accentuata esteriorità e da un’esagerata opulenza, tuttavia presenta qualche riflessione che non è in linea con quelle che dovrebbero essere le caratteristiche di uno storico valido; al riguardo mi ha lasciato più che perplesso l’idea secondo la quale esistono movimenti misteriosi inspiegabili nella Storia, eccedenti la capacità di comprensione di qualsiasi storico. Nondimeno, e per quanto a tratti appaia una certa farraginosità nella narrazione, Wallenstein è un libro indubbiamente interessante e quindi meritevole di lettura.