The Master
Saggistica
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Ritratto iperrealista
Toibin si cimenta nell'impresa non facile di ricostruire la biografia di Henry James, scrittore molto geloso della sua intimità, tanto da non lasciare trapelare molto di sè nemmeno nelle sue opere, per non parlare di documenti più personali quali lettere ad amici che ha sistematicamente distrutto. La biografia offre un lavoro certosino di ricostruzione di fatti e relazioni e anche di luoghi e dà una spiegazione sui personaggi dei romanzi di James a chi siano ispirati e anche una ricostruzione delle ambientazioni molto interessante. Tuttavia, il mistero James resta tale e con mistero mi riferisco non tanto alle sue tendenze sessuali per le quali Toibin fa capire come la pensa, ma soprattutto alla sua psicologia e alle sue relazioni con gli altri. Da una parte Toibin riesce a far muovere e parlare James come James, ma dall'altra manca una chiave al personaggio, una spiegazione magari faziosa e soggettiva del tutto inventata di cosa rende James tale e di cosa ha nel cuore. Io capisco perfettamente che Toibin anche per il dovuto rispetto all'autore non abbia voluto osare, ma per me ha fatto male. James resta troppo morto al lettore in varie circostanze dove sarebbe stato necessario guardargli attraverso. In primo luogo nel rapporto con l'amica scrittrice Constance, soprattutto nel momento della sua morte. Alcuni passaggi me lo hanno reso sgradevole. Il fermarsi al dato reale lo fa apparire in alcune circostanze gelido, egoista, egocentrico in modo assoluto, del tutto anaffettivo.
Ha una schiera di "amici" a cui è soprattutto richiesto di sapersi comportare, tacere quando bisogna tacere, evitare certi argomenti a lui sgradevoli, sapere mantenere le distanze quando lui lavora e/o desidera starsene in solitudine, non toccare mai argomenti più intimi. Soprattutto le pagine relative al rapporto con Constance hanno qualcosa che disturba per la mancanza di spessore umano di James, dato che Toibin non ha osato darglielo. D'altra parte anche i suoi rapporti con la società e con gli altri amici hanno qualcosa di poco chiaro. Invece è interessante come viene reso il suo modo di dosare silenzi e algide gentilezze per frenare l'interlocutore intelligente e farlo stare al suo posto cioè entro i confini che James ha stabilito per lui. Pure nel rapporto con i fratelli, avrei preferito guardare più a fondo. L'alcolismo del padre che viene citato ma non approfondito avrebbe potuto dare una chiave di lettura del personaggio.
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Ritratto di signore
Corposa e documentata biografia di un grande narratore, ideata e scritta come un romanzo, una biografia romanzata appunto che permette di fruire di una bella opera letteraria, data l’elevata cifra stilistica ma soprattutto considerata la simbiosi con lo stile del grande James. La prima metà della biografia riecheggia infatti le atmosfere narrate nei romanzi e nelle novelle dell’artista e si rimane colpiti da questa aderenza stilistica e piacevolmente catturati. Ci si sente quasi a casa, se si sono lette e apprezzate non di dico tutte ma molte delle sue opere. Il godimento del lettore raggiunge poi l’apice quando, a ritroso, dopo aver subito la sconfitta del debutto teatrale di James e aver cambiato casa con lui arrivando ad una sorta di buen retiro nelle coste britanniche della cittadina di Rye, si ripercorrono i fatti salienti della sua esistenza. Entrano in scena molti dei suoi famigliari e tante conoscenze, maschili e femminili, qualche buona amica ma fondamentalmente un grande solitario, un uomo forse irrisolto, e chi non lo è, dal grande fascino, dalla grande signorilità ed eleganza, che è riuscito faticosamente a vivere la sua intima frattura in seno alla sua famiglia, tra due continenti , a cavallo di due epoche così diverse e così complementari l’una all’altra. Si capisce ancora di più quella definizione di cerniera, di ponte che spesso gli viene data. Ci si affeziona pure all’uomo e si vorrebbe capirne tutti gli intimi segreti ma lo stesso Tóibín non osa tanto e allora gioca fra il non detto, alludendo, rimandando, permettendo al lettore di farsi la sua personale idea, non ha lasciato il nostro tracce tangibili della sua essenza più intima (prima di morire bruciò molta corrispondenza privata salvo poi dettare uno scritto dal letto di morte). O meglio non fonti dirette, benché abbia provveduto anche a scrivere una sua autobiografia, ma molto ha lasciato non detto, alluso, da percepire, interiorizzare e accettare … e chi l’ha detto che tutto debba essere esplicitato. Lo sanno bene i suoi lettori. La maestria di Tóibín è allora quella di regalarci un fedele e affascinante ritratto di signore, aiutandoci anche a capire quanto di se stesso in fondo egli abbia già detto, basta saper leggere tra le righe della sua importante bibliografia, lì si ritroveranno episodi significativi della sua esistenza, rielaborazioni artistiche di dissidi interiori, fascinazioni culturali e importanti anticipazioni stilistiche di tanta narrativa a venire. Imperdibile.
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H. James, inglese per scelta
Questo bellissimo libro giunge dall'Irlanda. L'autore, C. Toibin, fra i maggiori scrittori viventi. Protagonista è Henry James, un classico della letteratura, in cinque anni cruciali della sua esistenza (1895-99) quando ha 52-56 anni d'età.
Attraverso il ricordo e la frequentazione, entrano in scena vari personaggi: in particolare i suoi famigliari e gli amici, ma non solo. Alcuni di essi rivestono un ruolo di rilievo e di grande interesse.
Come sappiamo, l'insigne scrittore americano amava moltissimo l'Inghilterra, tanto da trasferirsi in modo permanente a Londra e dintorni.
Il libro si apre con un clamoroso insuccesso di una sua opera teatrale, reso ancor più cocente dal confronto con due commedie, sulle scene londinesi, di Oscar Wilde, acclamatissime dal pubblico, tanto da 'dare alla testa' all'autore, che qui viene rappresentato come arrogante che trascura la bella e intelligente moglie e i due figli per legarsi a un giovanotto, il cui padre lo trascinerà in un processo che lo getterà nel pubblico scandalo e nella rovina.
Un'altra figura che viene ad assumere un crescente rilievo è la scrittrice Constance Woolson, intima amica di James, la quale non stenta a riconoscere in un padre e una figlia, presso una splendida dimora sulle colline di Firenze, due importanti personaggi del romanzo "Ritratto di signora"; anzi, la lussuosa dimora risulta essere proprio quella descritta in varie pagine di quel capolavoro letterario. Sempre a proposito del romanzo citato, veniamo a sapere che la protagonista stessa è stata ispirata da una cugina dell'Autore, orfana e non ricca ma con spiccate doti intellettuali e umane, con ambizioni e desiderio di viaggiare, la cui vita è stata stroncata in giovane età. 'Trasformata' in personaggio letterario, avrà a disposizione un ingente patrimonio, e tutti si domanderanno che cosa una giovane così farà della propria vita.
Il libro che analizziamo non è propriamente una biografia, anche se pare aderisca fedelmente alle numerosissime fonti consultate. Si tratta di una splendida narrazione, in cui C. Toibin compone un grande affresco di sicuro effetto, nel quale l'approfondimento psicologico-esistenziale s'intreccia mirabilmente con la realtà sociale e storica.
Lo stile è a livello d'eccellenza, incisivo e affascinante, dettagliato e 'aperto' all'interpretazione, ottimamente ancorato al soggetto narrato, senza alcuna caduta o minimo cedimento, per cui anche nei momenti di minor spessore non scivola mai nel banale, ed alcune pagine a tensione omoerorica neppure sfiorano i labili confini della volgarità; trovano bensì una dimensione rappresentativa di sobrietà, carattere che impronta di sé l'intera opera.
L'eleganza della scrittura dà forma ad una densità di contenuto e significato da condurre il lettore al termine del testo, per così dire, stordito e pieno di ammirazione.
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opere di H. James