Stalingrado. La battaglia che segnò la svolta della Seconda guerra mondiale
Saggistica
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 2
Una battaglia che cambiò le sorti del conflitto
Da autrice posso affermare che scrivere un libro di divulgazione storica comprenssibile a tutti, agli adetti ai lavori e ai lettori comuni interessati all’arogmento non è affatto facile. L’autore deve non solo trovare le parole adatte per spiegare argomenti complessi ma anche dosare la quantità delle informazioni da veicolare al lettore esperto e non esperto.
L’autore di questo libro ha dimostrato di sapere scegliere gli arogmenti giusti e il liguaggio appropriato per poter districarsi nei meandri di un argomento così complesso come quello di analizzare la battaglia di Stalingrado. In altri termini non è caduto nel tranello dell’ecesso di particolari strategicomilitari.
Nell’ affrontare l’argomento il lettore deve tenere però presente la specificità del fronte orientale. La guerra sul fronte orientale era diversa da quella combattuta altrove in Europa durante la seconda guerra mondiale. Questa divesità e specifictà del fronte orentale è dovuta a diversi fattori come ad esmpio il clima, l’ampiezza del territrio ecc ma non solo..
Da parte sovietica si trattò di una guerra ideologica e patriottica, mentre per la l’avversario nazista lo scontro bellico assunse ancora prima di cominciare un carattere raziale o razzista nonché idelogico, dunque per Hitler la guerra combatutta contro Unione Sovietica fu una guerra di sterminio, genocidio e anichilimento pinificato. Per il Führer la guerra contro l’URSS era la madre di tutte le guerre, mentre per Stalin invece si trattava di uno scontro epico dei popoli dell’Unione Sovietica nella loro lotta per l’esitenza. A questo concetto dobbiamo legare il termine ‘totale’ molto preste nel libro.
Per capire la crudeltà della guerra totale combattuta a Stalingrado bisogna tener presente il valore dato dai due dittatori al conflitto. Si capisce così la tenace resistenza dell’Armata Rossa e la determinazione della Wehrmacht di conquistare la città non solo per motivi strategici per aprirsi la strada verso i pozzi petroliferi ma anche per mantenere alto il morale dei soldati dopo la battuta d’arresto subita alle porte di Mosca.
È chairo che il testo richiede dal lettore una lettura attenta e riflessiva, tipaca per i libri di divulgazione storica. Data la specificità dell’argomento trattato al lettore è richiesto di avere delle nozioni almeno generali della seconda guerra mondiale e in particolare conscere qualcosa sull’ operazione Barbarossa.
Il libro può essre tranqullamente preso in mano dai studenti univarsitari per poter approfendire argomenti molto specifici o di nicchia, non è però adatto per i studenti liceali tendo conto della specificità dell’argomento trattato.
In conlusione possiamo asserire che pur essendo un libro edicato ad una sola battaglia giudicata dagli storici di svolta nella seconda guerra mondile, il testo ci da uno scuarcio dettagliato degli eventi comprensibile per ci fosse interessato alle vicende belliche del secondo conflitto mondiale. Vale la pena di leggerlo.
Indicazioni utili
Importante
E' sempre difficile recensire un libro di storia, soprattutto quando si parla di guerra. Sì perché non puoi dire che è bello o che ti è piaciuto, si parla inevitabilmente di morte. Tuttavia questo è un ottimo libro dove il resoconto storico si accompagna alle vicende umane che lo hanno caratterizzato. Il termine che affiora più spesso è "totale": totale è la guerra combattuta a Stalingrado, con il totale impiego di uomini e mezzi, estratti da tutti i ceti sociali e con lo scopo del totale annientamento dell'avversario. Solo regimi totalitari potevano permettersi di muovere così tanti esseri umani fino alla distruzione totale di se stessi o del nemico. Totale è stato il ribaltamento della situazione che vedeva, prima i presupposti per la realizzazione delle folli idee del dittatore germanico, poi il crollo di un esercito che si era spinto oltre i suoi limiti. In questo immane e assurdo disastro molte vite sono state interrotte tra indicibili sofferenze. Un interruzione non netta, ma implacabilmente lenta e costellata di sofferenze, che si è realizzata attraverso le inevitabili sfumature del comportamento umano, con episodi di grande eroismo, ma anche di sfrenata malvagità.