Saggistica Storia e biografie Sbucciando la cipolla
 

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Sbucciando la cipolla

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L'autobiografia di Gunter Grass si apre nel 1939, con lo scoppio della guerra, nella quale risulta immediatamente coinvolta Danzica, la città natale dello scrittore e il centro nevralgico dell'opera che gli diede la fama, "Il tamburo di latta". E proprio con la stesura e la pubblicazione del grande romanzo negli anni Cinquanta, il libro si chiude. L'attenzione della stampa internazionale si è soprattutto concentrata sulle pagine in cui Grass confessa di essere stato nelle Waffen-SS: presentatosi volontario a quindici anni per servire nei sottomarini, viene, due anni dopo, arruolato in un battaglione delle SS appena costituito. La sua presenza sul fronte orientale dura poche settimane: sopravvive ad alcune operazioni di guerra e finisce prigioniero degli americani. Ciò che fa scandalo non è il suo arruolamento, ma il successivo silenzio e il ruolo di censore intellettuale e morale assunto dall'autore negli ultimi sessant'anni. Al centro della seconda parte dell'autobiografia c'è la Germania del dopoguerra, con Grass che per un anno e mezzo non sa se i famigliari siano ancora vivi. Nonostante tutto, l'autore riesce a descrivere la vita del campo di prigionia americano con pagine esilaranti. Ritrovata la famiglia decide di diventare scultore, ma presto iniziano i contatti con il mondo letterario (Benn e il Gruppo 47) e, come dal nulla, preceduto solo da qualche racconto, pubblica il primo grande romanzo, "Il tamburo di latta". Un libro molto coinvolgente nelle parti drammatiche (la guerra, la prigionia, la fame), in altri episodi divertente (le lezioni di cucina solo teoriche, senza pentole e ingredienti, nel campo americano), in altri ancora sofferto (la militanza nelle SS) e struggente (la malattia della madre): di sicuro, il libro piú compatto, vivace e coerente dell'ultimo Grass.



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Sbucciando la cipolla 2008-06-11 03:10:52 Luciana
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Luciana Opinione inserita da Luciana    11 Giugno, 2008
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Sbucciando la cipolla

Si tratta della sua famosa autobiografia, quella che fece grande scandalo quando uscì a novembre 2007 per le ammissioni e i ricordi dettagliati da parte di Grass del suo passato di giovane nazista.

Intanto, dico subito che la lettura non è facile perchè ogni tanto parla in prima persona e ogni tanto in terza parlando, però, sempre di sè stesso; e quindi bisogna fare un pò di ginnastica mentale (per me che non sono un'intellettuale) per seguirlo in questo suo modo di raccontare di sè come se fosse lontano da sè, per finire affermando che sta parlando di sè .

Il lavoro che fa Grass non è un semplice ricordo di avvenimenti passati, ma è un lavoro di introspezione profonda, alla ricerca dei sentimenti che provava negli avvenimenti che non vengono descritti, ma vissuti attraverso le sue emozioni. E si percepisce tutta la fatica e, a tratti, il dolore nel dover ammettere di essere stato entusiasta dei proclami del Fuhrer e di tutto ciò che era il nazismo - posso dire che si espone quasi con spirito femminile nei suoi sentimenti, senza cercare nessuna scusa a ciò che è stato, e anche senza esaltarlo, ma ammettendo, circa dopo 200 pagine, di essere stato un idiota.

Comunque, una cosa mi è rimasta impressa. Ho sempre pensato ai premi Nobel come a letterati integerrimi, biblioteche ambulanti dal sapere sconfinato, gente che capisce tutto di tutto, persone che hanno il senso del bene, della giustizia e della moralità; icone viventi di tutto ciò che di positivo posso immaginare. Ebbene, di questo mito che ho dentro di me di ciò che è un Nobel per la letteratura, mi è rimasto impresso quando Grass, diciannovenne, racconta la sua partecipazione a un matrimonio finita a letto con la sposa, lui e un suo amico (il marito non è menzionato). Evviva la vita!

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Sbucciando la cipolla 2008-03-04 09:38:14 lucia mazzara
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Opinione inserita da lucia mazzara    04 Marzo, 2008

sbucciando la cipolla

Sarà anche un premio nobel, perchè in passato è riuscito a nascondere i suoi trascorsi, tuttavia ora non posso fare a meno di pensare che ha militato nelle SS. Mi aspettavo una confessione in piena regola, una sincera ammissione di colpa, invece l'argomento rimane solo marginale, dimentica ciò che avrebbe dovuto rirordare, si è costruito una verità non vergognosa prima che altri potessero farlo.

Con questa trovata editoriale è riuscito a vendere più copie di quanto avrebbe dovuto se non ci fosse stata l'idea della verità nascosta.

Libro pubblicità, nelle cui pagine ha fatto sfilare i suoi libri insieme al suo passato filtrato e non trasparente. Un giorno qualcuno scriverà di lui e solo quel giorno potremmo sapere ciò che lui ha osato appena accennare.

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