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Raccontare la guerra Raccontare la guerra

Raccontare la guerra

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La presentazione e le recensioni di Raccontare la guerra, saggio di Gustavo Corni edito da Bruno Mondadori. Raccontare la propria storia è, per ogni paese, un momento chiave nella costruzione dell’identità nazionale e nella messa in opera dei complessi meccanismi della memoria collettiva. A maggior ragione, raccontare di una guerra perduta è un procedimento rischioso e doloroso: coinvolge i testimoni (i reduci, i loro famigliari, le organizzazioni degli ex combattenti); quindi, via via, coloro che rielaborano a vario titolo la memoria, facendone racconto orale o letteratura, cinema o documentari;infine gli storici. Un caso emblematico di questi processi è il discorso pubblico sulla campagna di Russia così come si è sviluppato, nel dopoguerra, sia in Italia che nella Germania Occidentale e, con diversa valenza, anche nella DDR. Questo libro ripercorre per la prima volta, sulla base di un vasto campione letterario (narrativa, memorialistica, scrittura autobiografica), i modi in cui la campagna di Russia e il suo esito disastroso sono stati narrati, dal 1945 alla metà degli anni sessanta, nella fase culminante della Guerra fredda. Ne ricostruisce i modelli e i luoghi comuni dominanti. Mette infine in luce analogie e differenze nella percezione e nelle strategie interpretative di ciascun paese.

Gustavo Corni , insegna Storia contemporanea presso l'Università di Trento. Specialista di storia della Germania nel XX secolo e di storia delle dittature fasciste, ha svolto ricerche anche sulla storia sociale delle due guerre mondiali. Tra le sue pubblicazioni: Fascismo. Condanne e revisioni (Salerno editore, Roma, 2011), Popoli in movimento (Sellerio, Palermo, 2009), Hitler (Il Mulino, Bologna, 2007).



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Raccontare la guerra 2012-05-06 14:05:16 misu
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misu Opinione inserita da misu    06 Mag, 2012
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La storia allo specchio

l compito dello storico e quello di spiegare gli eventi storici, ma la storia non è per tutti ugaule. Gli eventi storici possono essere spiegati in modo diverso a seconda non solo del punto divista dello storico ma anche a seconda di chi una guerra l’ha vinta oppure l’ha persa.
Questo libro si pone una domanda precisa: come viene spiegata la seconda guerra mondiale nei due paesi europei, retti da due regimi totalitari ideologicamente affini, quello nazista e quello fascista, alleati principali dell’Asse all’epoca, la Germania e l’Italia?
In breve, prendendo in mano questo interessante libro possiamo chiederci : come viene affrontato il trauma della sconfitta dalla storiogrofia del secondo dopoguerra in entrambi i paesi ?
Questo quesito in sostanza può essere il nostro punto di partenza nella lettura del testo e può rappresentare il filo del discorso tracciato dall’ autore nel percorso di riflessione che accompagna la lettura. Si tratta dunque di un percorso di riflessione ma sopratutto di elaborazione storica della seconda guerra mondiale.
In Germania, paese diviso nel dopoguerra, prevalgono due forme di lettura degli eventi storici del secondo conflitto mondiale: quello comunista della Germania orientale e quello della rinascita democratica della Germania occidentale. In entrambi i casi viene posta in evidenza la guerra sul fronte orientale, ovvero l’attacco nazista all’Unione Sovietica, che assume un significato preciso : il punto di svolta per il paese. L’esperienza drammatica di una guerra di conquista viene vista come una tappa fondamentale per la rinascita del paese su nuove basi e nuovi principi morali ed ideologici. La costruzione della democrazia in Germania partiva da lì. Fare i conti con la sconfitta per la storiografia tedesca di qua e di là del muro significava capire le sue ragioni e individuare le responsabilità in una contesa ideologica tra le due Germanie. L’atteggiamento della storiografia tedesca può essere capito tenendo conto del fatto che in entrmbe le Germanie la parola d’ordine era : rompere con il passato nazista e dimostrare di essere diventato un paese diverso, demcratico e maturo.
In Italia la storiografia del secondo dopoguerra invece scelse di percorre un’ altra strada : l’Italia come vittima degli eventi. La catastrofe sul fronte orientale diventò non una guerra d’invasione, ma un episodio traumatico di ritiro sottaciuto. In sostanza non vennero nemmeno contestualizzate le ragioni di una tale sconfitta subita sul fronte orientale e sugli altri campi di battaglia ma prevalse l’mmagine dei militari come vittime degli eventi. La sconfitta subita dal paese diventò una non sconfitta giustificata con il termine armistizio.
È chiaro che non si tratta di un tipico manuale storico al quale siamo abituati, ma di un testo d’inchieta su come può essere interpretata la storia, dunque possiamo considerarlo un argomento di nicchia.
Pur affrontando un argomento specifico il testo si presta ad una lettura scorrevole e piacevole arricchito come è con spunti ed esempi interssenti di citazioni che ci danno una visione completa del discorso affrontato dall’autore.
In conclusione un libro da leggere per chi desideri capire come possono essere interpretati gli avvenimenti storici dalla storiografia di un paese.

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Si consiglia di leggere testi storici sulla seconda guerra mondiale, in particolare quelli che parlano dei paesi membri dell’Asse.
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