Pietro Badoglio Maresciallo d'Italia
Saggistica
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Piero Pieri (Sondrio, 1893 – Torino, 1979) è stato il più importante studioso della storia militare italiana dal Cinquecento alla Prima guerra mondiale. Giorgio Rochat, nato a Pavia nel 1935, è stato docente di Storia contemporanea a Milano, Ferrara, nonchè Torino, dove oggi insegna Storia delle Istituzioni Militari.
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Un uomo per tutte le stagioni
Si tratta, forse, della miglior biografia di un uomo che, nel bene e nel male, è stato senz’altro uno dei personaggi più in vista del secolo scorso.
La figura di Pietro Badoglio, quale militare e quale politico, è delineata mirabilmente, con obiettività, avvalendosi, peraltro, di una corposa ed esaustiva ambientazione, sia di luoghi che di tempi, così da ottenere un quadro complessivo della vita italiana dal 1915 al 1945.
A una prima parte, curata da Piero Pieri, e tendente a esplicitare i motivi della carriera militare di Pietro Badoglio e che arriva all’incirca alla fine della prima guerra mondiale, ne segue una seconda, redatta da Giorgio Rochat e che affronta l’ascesa al vertice dello stato di un personaggio che a conti fatti non aveva doti esaltanti di condottiero e di politico, tanto che si sarebbe potuto definire solo un onesto soldato.
Fu forse allora fortuna questa vita caratterizzata da un crescendo di successi?
Non viene data, giustamente, risposta a questa domanda, anche perché assai probabilmente non c’è.
Infatti, è più logico pensare che Pietro Badoglio sia stato il classico uomo per tutte le stagioni, senza eccellere in nulla, ma non presentando gravi difetti, e con una capacità invece innata di riuscire a dare sempre il meglio di se stesso, non trascurando la sua abilità diplomatica di sapersi far benvolere da alcuni superiori senza inimicarsi gli altri.
Più tattico che stratega, riuscì a superare indenne la tragedia di Caporetto, pur avendo anche lui le sue colpe, e a tramutare uno scacco in un trionfo, tanto che non solo fu uno dei pochi a non pagare per la miopia strategica che consentì al nemico di dilagare nella pianura veneta, ma addirittura ne uscì rafforzato, sapendosi proporre a Diaz, nuovo comandante in capo, come unico effettivo elemento di affidabilità che potesse garantire la transizione nella condotta della guerra da offensiva a difensiva.