Philomena Philomena

Philomena

Saggistica

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La presentazione e le recensioni di Philomena, opera di Martin Sixsmith edita da Piemme. Dopo un silenzio durato cinquant’anni, un’anziana ma arzilla infermiera in pensione decide di rivelare alla fi glia il segreto che la tormenta da 50 anni. Rimasta incinta da adolescente in Irlanda nel 1952, ritenuta “donna caduta nel peccato”, è stata chiusa nel convento di Roscrea, dove le suore le hanno strappato il figlioletto per darlo in adozione a benestanti genitori americani. Cinquant’anni dopo, non c’è giorno in cui Philomena non pensi a suo figlio, ed è ormai decisa a ritrovarlo, nonostante le menzogne delle monache. La figlia della donna, Kathleen, entra fortuitamente in contatto con Martin Sixsmith, noto giornalista e saggista in cerca di nuova occupazione dopo la burrascosa fine del suo rapporto di lavoro come ufficio stampa del governo inglese. L’uomo - inizialmente titubante - inizia ad appassionarsi alla storia… Sarà l’inizio di un’inattesa amicizia, e di una serie di colpi di scena.



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Philomena 2014-08-12 12:50:00 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    12 Agosto, 2014
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Ciao Mike

Cosa aspettarsi da Philomena? Prima di iniziare ad esprimere la mia personale opinione in merito e/o cercare di dare risposta al quesito appena esposto, è bene chiarire che questo è un romanzo che non ha altra pretesa se non quella di dar voce a due diversi dolori; quello di Philomena quale madre separata violentemente dal figlio, e quello di Anthony poi Micheal bruscamente privato dell'affetto e della certezza offerti dalla persona che ci dona le basi per affrontare la vita.
La ricerca effettuata da Martin Sixsmith mira a ricostruire queste dinamiche e a dar voce a quei silenzi che si sono protratti per oltre quarant'anni; l'autore è un giornalista e come tale riporta i fatti. Fornisce prove ed elabora dati ricostruendo ineccepibilmente la vita di un uomo perennemente alla ricerca di sé stesso. Superflue sono pertanto le affermazioni sulle modalità di scrittura del romanzo: impossibile è che questo abbia la forma di un classico libro da “svago” dunque inappropriate le parole di chi contesta quanto asserito (riflessione destinata ad alcuni commenti letti su altri siti prima di dedicarmi alla visione del romanzo).
Nato il 5 luglio 1952 presso l'Abbazia di Sean Ross, Roscrea, Anthony fu rilasciato per l'adozione americana il 18 dicembre 1955 all'età di 3 anni e mezzo con la giovane Mary di anni due.
Sin dal suo arrivo nel territorio statunitense Anthony non si è mai sentito a casa. Ribattezzato Michael ha trascorso gli anni della sua giovinezza cercando l'approvazione ed il consenso dalle figure familiari, consenso mai pienamente arrivato. Considerato "quello in più" da un padre con preferenze tra i figli, incompreso dalla nuova madre incapace, nonostante gli sforzi, di empatia per affrontare le emozioni e le difficoltà di quelle due giovani anime, Michael sviluppa la sua personalità nella convinzione di essere "cattivo", di non meritare la felicità. Esistendo in lui qualcosa di malvagio, non si stupisce dell'abbandono di Philomena ed anzi si auto-convince che le ragioni del suo essere orfano (si sente tale) dipendano proprio da questo. Da ciò la più dura sentenza: la solitudine. Per tutta la vita l'uomo cerca di capire chi è, qual'è il suo posto nel mondo senza mai riuscire a dare risposta alle sue domande. E' una personalità apparentemente forte ma in realtà estremamente fragile; incapace di stringere i momenti di felicità che la vita gli offre e spiazzato dagli inconvenienti e dai pochi insuccessi, è più volte caduto vittima del suo io autodistruttivo “perché lui non merita gioia, non merita felicità, nulla”.
Dopo una prima ricerca di se stesso nella chiesa, in cui da sempre trova rifugio e prova una vaga sensazione di protezione, di “casa”, si distaccherà completamente dai dogmi clericali negli anni della sua prima laurea universitaria, anni in cui maturerà la consapevolezza della sua omosessualità.
Inesorabile continuerà la ricerca della madre naturale, aggrappato ai ricordi di un'era lontana Michael non cesserà mai di sentirsi Irlandese, inadeguato nel contesto americano e fuori luogo. Non chiede molto, vuole solo qualche risposta alle sue domande, vuole capire il "perché" di tutto ciò. Vuole trovare il suo posto nel mondo.
Quando sei rifiutato da tua madre, la figura che prima tra tutte ti indica la via, ti accudisce e ti aiuta a credere nel mondo, come puoi non temere il rifiuto da chi ti circonda? Come puoi non vivere nel dubbio costante che non appena ti apri con una persona questa ti abbandonerà?
Michael ha ottenuto tanti successi, è stato un uomo dai tanti talenti e dalle molteplici qualità, ma la sua forza era solo la "scorza" di ciò che racchiudeva dentro se stesso. Il dedicarsi tutta la vita ad un partito omofobo lo ha attanagliato e torturato, cercava giustificazioni per sé e per chi lo circondava. Si sentiva un “venduto” perché aveva concesso ad un partito la sua anima, il suo io; ma in realtà il suo era solo un disperato appello di accettazione. Desiderava semplicemente sentirsi parte di qualcosa, Michael aveva il necessario ed indispensabile bisogno di sentirsi parte di un mondo, apprezzato da chi aveva accanto e credeva di poter avere una chance grazie ai successi che otteneva.
Mike non ha mai ottenuto risposte alle domande che lo hanno attanagliato per tutta la vita, e sua madre è riuscita a ritrovarlo solo dopo la sua inevitabile morte e nel peggiore dei modi. La sua era un'anima innocente, si è fatto del male e gli è stato fatto del male; e la morte, beffarda ed ironica, lo ha strappato alla vita proprio quando aveva trovato un appiglio per cui valesse la pena vivere. Riposa in pace Micheal, e grazie per quello che sei capace di insegnare con questo romanzo. Forse per alcuni sarà l'ennesimo volumetto ma in realtà le pagine di Philomena sono vive, raccontano dolore, raccontano gioia, conciliano la riflessione, trattano tanti temi e ti lasciano qualcosa dentro. Questo è uno dei tanti motivi per cui vale la pena leggere questo libro.
Vi lascio con una citazione dall'opera..

>. La stranezza dell'idea lo fece involontariamente sorridere. > indicò il documento sulle sue ginocchia >. Pete fece per obiettare, ma Mike scosse la testa. >. Indicò debole il corpo martoriato.

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A tutti coloro che hanno voglia di leggere veramente un bel libro, un romanzo capace di far riflettere su tanti aspetti della propria vita perché alla fine, in modo diverso forse, siamo tutti dei piccoli Mike alla ricerca di un posto nel Mondo.
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Philomena 2014-07-20 14:25:58 GLICINE
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GLICINE Opinione inserita da GLICINE    20 Luglio, 2014
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PICCOLI "ORFANI" D'IRLANDA

L’autore è un giornalista con alle spalle numerosi libri che trattano soprattutto di politica. Sixsmith ha studiato a Oxford, Harvard, alla Sorbona e a S. Pietroburgo, specializzato in storia russa, ha fatto l’inviato per la BBC da Mosca, negli anni della guerra fredda, successivamente è stato responsabile della Comunicazione durante il governo Blair fino al 2002.
Il Capodanno del 2004 segna il primo passo che porterà il giornalista a scrivere questo libro, da cui è stato tratto un film vincitore di numerosi premi.
Martin, viene avvicinato da una donna di mezza età, che chiede se l’uomo è disponibile ad effettuare una ricerca molto particolare. La madre, di origine irlandese, ha appena confidato alla famiglia di aver dato alla luce in giovanissima età un bimbo, il quale è stato dato in adozione ad una famiglia americana, tramite una Congregazione di Suore. Da quel momento, la donna, non ha smesso di pensare al piccolo e di cercarlo, senza successo…. Inizia così per il giornalista una ricerca durata cinque anni, che l’ha portato a scrivere questo libro.
La storia si basa quindi su tantissimo materiale recuperato dal giornalista e da parti romanzate, soprattutto riguardanti l’infanzia del piccolo Anthony Lee.
Lo sconcerto per il lettore è assicurato, le pagine parlano di storia, di vite reali, di rapporti spezzati che lasciano segni incancellabili, che condizionano il futuro di molti.
Negli anni cinquanta, non era concepibile che in Irlanda una giovane donna potesse mettere al mondo un figlio illegittimo, era quindi consuetudine, da parte delle famiglie, allontanare e far rinchiudere le giovani ragazze definite “maddalene”, in conventi, dove suore senza scrupoli, assistevano le donne fino al parto facendole lavorare duramente, per separarle poi dai loro bambini, facendo firmare carte di rinuncia ai piccoli e a qualunque diritto da avanzare pretese su di essi nel futuro.
“le ragazze avevano il divieto di parlare tra loro, di rivelare la loro identità e persino il luogo dal quale provenivano. Le loro vite erano celate nel riserbo, nella solitudine e nella vergogna, “accantonate” si diceva “per riguardo alle famiglie e alla società”.
Migliaia di piccoli dunque, furono oggetto di un vero e proprio “traffico” di minori tra enti religiosi e famiglie abbienti dall’altra parte del globo, il tutto avallato da intrighi e sotterfugi tra Stato centrale e esponenti importanti del clero. Un vero e proprio scandalo insomma.
Da credente, non posso che rimanere sconvolta da quante malefatte sono state fatte nel nome del Signore…
E’ così che il piccolo Anthony Lee e la piccola Mary, all’età di tre anni circa, partono dall’abbazia di Roscrea, con destinazione Stati Uniti d’America, adottati dalla famiglia Hess (mamma, papà e tre figli maschi più grandi). I bimbi diventano quindi Michael e Mary Hess.
La vita semplice, silenziosa e tranquilla del Convento viene totalmente sostituita da un ambiente rumoroso, caotico, non privo di difficoltà per i piccoli.
In Mike, cresce sempre più la convinzione di aver commesso qualcosa di orribile, per fare in modo che la mamma lo abbia abbandonato, passerà tutta la vita pensando di non meritare amore e successo.
“Le nostre vere mamme non ci hanno voluto perché eravamo cattivi” sussurrò Mike, poi si fermò a riflettere su ciò che aveva detto.” Ci odiavano. Così ci hanno mandati via…..”
Il libro è scritto in modo scorrevole, i fatti storici che dipingono l’America tra gli anni sessanta e il duemila molto ben tratteggiati. La lotta di potere tra democratici e repubblicani, l’avvicendarsi di Presidenti quali Carter, Regan, Bush, le strategie, il clima politico, gli anni del boom economico, della scoperta dell’AIDS, dell’omofobia fanno da cornice alla storia personale di Michael Hess, avvocato, vice consulente legale presso il Comitato Nazionale Repubblicano dalla fine del 1980 all'inizio del 1990, gay.
Evidentissimo il dualismo che si trova a vivere quest’uomo… Importante esponente del partito repubblicano, il quale partito, osteggia apertamente le unioni gay, ritarda il più possibile anche a livello sanitario la presa di coscienza della vera e propria epidemia mortale che ha colpito duramente il paese. Michael deve tenere segreto l’orientamento sessuale che può costargli posto di lavoro e reputazione, anche con la famiglia adottiva.
Questa è la storia di un figlio, che ha sempre vissuto dovendo convivere con ciò che gli altri hanno sempre affermato, e cioè di essere stato abbandonato dalla sua mamma, alla qual cosa, nel profondo del cuore, non ha mai creduto. La vera mamma l’ha sempre desiderata, vagamente ricordata (anche se volevano convincerlo diversamente) e più volte cercata senza successo.
Lo stesso dicasi per la donna. Personalmente non si sono mai incontrati madre e figlio, dopo il distacco forzoso a cui sono stati sottoposti , ma le loro anime sono sempre state legate, ora più che mai, dopo che il destino ha voluto che Mike morisse di AIDS.
Da lettrice questa storia mi ha scavato dentro, troppo dolore, troppa ingiustizia. Anime segnate per tutta la vita, che compiono gesti sconsiderati solo per punirsi, per convincersi di non meritare la felicità, l’amore… Che mandano a rotoli la propria vita personale più volte, che toccano la realtà della depravazione, dell’alcool, pensando che questa sia la giusta punizione per un bambino talmente cattivo che anche la propria mamma l’ha abbandonato….
Mi dispiace Mike, per quello che ti hanno fatto, anima innocente, per quello che tu hai fatto a te stesso per tutta la vita….. riposa in pace.

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