Saggistica Storia e biografie Non si può dividere il cielo
 

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Non si può dividere il cielo

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Lo si diceva già al tempo. Quando un giorno tutta questa storia sarà finita, si farà fatica a credere che sia davvero accaduta: una città divisa in due da un muro, come in un’antica leggenda orientale... A cinquant’anni di distanza dalla costruzione del Muro, riesce già difficile immaginare come sia stato possibile, nel cuore della civile Europa, pensare, realizzare, gestire e giustificare una simile assurda costruzione. Ma altrettanto assurde sono le storie, i destini dei tanti uomini e delle tante donne che, da un lato e dall’altro, si adeguarono a vivere in una città divisa, ma che il Muro seppero anche coraggiosamente denunciarlo e sfidarlo.



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Non si può dividere il cielo 2012-01-16 17:29:28 misu
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misu Opinione inserita da misu    16 Gennaio, 2012
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Il muro di Berlino: una città divisa

Il muro di Berlino non divise solo una città ma diventò il simbolo della divisione di un intero continete.
All’ inizio del suo racconto l’autore si pone due domande : perché venne costruito il muro ? A questa domanda l’autore collega il secondo quesito da lui posto: perché il muro è stato costruito a Berlino e non altrove? Per dare una risposta a queste due domande l’autre fa un passo indietro mostrandoci con chiarezza la situazione postbellica, nella quale si sono trovate la città di Berlino e la Germania dopo aver subito la sconfitta nella seconda guerra mondiale. Le divisioni del paese e della città furono il frutto dell’accordo sancito dalle potenze vincitrici: Stati Uniti d’America, Gran Bretagna, Francia e Unione Sovietica.
A questo fattore però dobbiamo aggiungere l’avvento della Gurra fredda. In sostanza il muro di Berlino non fu costruito a caso a Berlino. La sua costruzione ha radici politiche e diplomatiche profonde. Non si trattò solo di un confronto ideologico tra le democrazie parlamentari occidentali e il comunismo sovietico, ma anche all’interno di esso si verificò un agguerrita disputa tra i due stati tedeschi sorti dalle rispettive zone di occupazione: la Germania occidentale( la Repubblica Federale Tedesca - BRD) e la Germania orientale ( la Repubblica Democratica Tedesca - DDR) nel 1949.
In questa parte del suo raccondo l’autere ci offre una visione del sistema di potere messo in piedi dai sovietici nella loro zona di occupazione. In breve il testo risponde ad una domanda semplice ma precisa: che tipo di stato era la Germania est? Solo comprendendo ciò possiamo avventurarci nel capitolo succesivo dove l’autore affronta il problema centrale del suo libro, cioè la costruzione del muro. A questo punto siamo posti di fronte alla dinamica della sua costruzione: chi diede l’ordine di farlo e perché, come venne costruito e in quanto tempo venne messo in piedi?
A questo punto l’autore affronta il problema dell’impatto del muro sulla vita dell’intera città e dei suoi cittadini. Interi nuclei di persone furono divisi tra loro e non solo. La voglia di libertà della gente comune viene espressa con efficacia dal titolo del libro: non si può dividere il cielo. La divisione tra gli uomini però non assunse solo le sembianze delle pietre del muro di Berlino ma anche quelle della percezione del prossimo.
Il testo si presta ad una piacevole e scorrevole lettura senza intoppi. Gli approfondimenti scelti e inseriti dall’autore sono sempre inerenti all’argometo da lui trattato perciò non sono superflui.
L’autore ci presenta l’arogmento scelto con efficacia riuscendo a trasmettrci il clima vissuto nella capitale tedesca lungo il periodo storico della Guerra fredda fino alla sua defintiva fine e al crollo del comunismo nell’Europa orientale.
In conclusione un libro da leggere con la dovuta attenzione per poter riflettre sul recente passato di una città .

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Si consiglia la lettura di testi sulla storia della Germania e sulla Guerra fredda
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