Nerone. Duemila anni di calunnie
Saggistica
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Riabilitazione
“Questo libro è dedicato soprattutto ai giovani perché, attraverso le menzogne sulla storia di ieri, sappiano riconoscere quelle, per loro certo più importanti, sulla storia di oggi.”
Questo pensiero, del tutto condivisibile, introduce il lettore a un trattato su un imperatore romano che a scuola, negli spettacoli cinematografici e perfino negli usi comuni è sempre stato considerato un pazzo sanguinario. Penso che molti noi ricorderanno la eccellente interpretazione di Peter Ustinov nei panni di Lucio Domizio, più comunemente conosciuto con il nome di Nerone, nel celebre film “Quo vadis?”.
A suo tempo ero un ragazzino e rimasi fortemente colpito da quest’uomo che alternava indifferentemente la passione per l’arte e la brutalità più esecrabile, una sorta di mostro che sotto l‘aspetto pacioso celava una crudeltà senza pari.
A scuola poi l’hanno sempre presentato come colui che incendiò Roma e che ne fece ricadere la colpa sui cristiani, sottoposti a un vero genocidio.
Non ho mai messo in dubbio questa versione dei fatti, dato che aveva l’ufficialità dell’insegnamento, ma, se avessi pensato che la storia è fatta a uso e consumo della classe dominante propria di ogni epoca, logicamente mi sarebbero sorti dei dubbi.
Infatti, quanto sappiamo di Nerone è frutto di due storici romani, Svetonio e Tacito, sulla cui onestà intellettuale vi è più di un motivo per ritenere che nella fattispecie non fosse cristallina, in quanto il primo era più incline ad accogliere i pettegolezzi senza verificarne la veridicità e il secondo faceva parte della classe senatoriale, tanto osteggiata proprio dall’imperatore folle.
Quindi, non prendendo più come oro colato i testi di questi due storici, considerati non propriamente attendibili ed esaminando con spirito critico ogni avvenimento dagli stessi narrato, la moderna storiografia ha ridisegnato completamente la figura di Nerone, dandone un quadro opposto a quello per tanto tempo propinatoci.
Massimo Fini è riuscito, sulla base degli studi aggiornati degli storici, a raccontarci la vita di quello che probabilmente è stato uno dei più grandi imperatori.
Il tutto non è frutto di un’ opinione personale, perché sono ampi e documentati i richiami ai testi utilizzati per la stesura del libro.
Il grande pregio dell’autore è stato quello di aver saputo coordinare gli elementi delle fonti, dando vita a un saggio che ha lo svolgimento di un romanzo, pur non lasciando nulla alla fantasia.
E’ una lettura facile e anche coinvolgente, il che dimostra come la storia possa costituire, oltre che un accrescimento culturale, anche un piacevole passatempo, insomma, come avrebbero detto gli antichi, un vero e proprio “jucunde docet”.