Saggistica Storia e biografie Nagasaki per scelta o per forza
 

Nagasaki per scelta o per forza Nagasaki per scelta o per forza

Nagasaki per scelta o per forza

Saggistica


Oscurata per più di cinquant'anni dalla più nota missione dell'Enola Gay su Hiroshima e dalle poche e cattive informazioni diffuse e coperte da segreto militare, la missione del B29 Superfortress "Bockscar", compiuta il 9 agosto 1945 su Nagasaki, è rimasta fino a oggi quasi sconosciuta. Scritto dal copilota del "Bockscar", Luogotenente Colonnello Fred J. Olivi, italo-americano di prima generazione, "Nagasaki per scelta o per forza" rivela i veri dettagli legati alla Missione 16, le fasi segrete dell'addestramento e i dati sull'impiego di "Fat Man", la bomba atomica al plutonio tre volte più potente di quella all'uranio sganciata su Hiroshima pochi giorni prima. Il libro racconta le esperienze dell'aviatore italo-americano, che fin dall'infanzia aveva sognato di diventare un pilota, e la cronaca del volo verso Nagasaki, facendoci rivivere minuto per minuto gli attimi drammatici che cambiarono la storia del mondo.



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Nagasaki per scelta o per forza 2017-08-19 14:32:59 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    19 Agosto, 2017
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Quel 9 agosto 1945..

Tutto ha avuto inizio per caso. Alberto Angela, a fronte de molteplici interrogativi che lo attanagliavano in merito a quanto accaduto a bordo degli aerei che hanno sganciato le prime bombe atomiche della storia, è stato spinto a realizzare non una ma ben due trasmissioni dedicate all’argomento, trasmissioni poi diffuse attraverso il suo programma, “Ulisse”. Ed è proprio in questa ricerca di fonti, aneddoti, materiali e liste, che quel nome è saltato ai suoi occhi. Un nome semplice, ma chiaramente di origine italiana: Fred Olivi.
E’ così che ha appreso che, Federico Giovanni Olivi, nato a Chicago da immigrati italiani provenienti da Corsanico località sita in prossimità di Viareggio, in Toscana, non solo aveva preso parte alla guerra ma che era stato anche copilota dell’aereo che aveva sganciato la bomba di Nagasaki. Ciliegina sulla torta? In merito aveva provveduto a scrivere un libro che, purtroppo, essendo autoprodotto, era semplicemente introvabile. Tuttavia, Alberto Angela, non si è dato per vinto, ed ora eccoci qua, col risultato finale; “Nagasaki per scelta o per forza”.
Ha inizio sin dal principio, il resoconto di Fred. Egli, a ragione veduta, parte, nella sua narrazione, dal descrivere chi era, com’era cresciuto e quale incidenza aveva significato la guerra nella sua vita tanto da spingerlo ad arruolarsi, tanto da consentirgli di essere reclutato per quel volo secretato, per quella missione così criptica. Per, di poi, descrivercelo quel giorno. Era il 9 agosto 1945, ed egli era copilota di quel B29 – il Bockscar – che è passato alla storia per aver sganciato la bomba atomica su Nagasaki. Una missione, tra l’altro, affatto semplice, poiché contornata da molteplici difficoltà in volo (atmosferiche, in particolare) che comportarono, oltretutto, il mancamento del primo obiettivo, la città di Kokura.
Costituito prevalentemente dai diari di Olivi, ed arricchito da molteplici foto atte a ricostruire un passato che ad oggi ci sembra così lontano tanto che soventemente taluni tendono a dimenticarlo, ed avvalorato ancora da un linguaggio colloquiale – forse un po’ troppo lascivo in materia di punti esclamativi e punteggiatura varia – che rende palpabile e vicino il componimento al lettore, il testo scorre rapido, facendosi facilmente (e troppo rapidamente) concludere.
Dal punto di vista contenutivo purtroppo è ravvisabile qualche errore cronologico di non poco conto. Fra questi, sfortunatamente, va annoverato quello relativo allo sgancio del Little Boy indicato per le ore 09.15 contro il dato comprovato – e risaputo – che gli orologi di Hiroshima esalarono il loro ultimo ticchettio alle ore 08.15.
Perché leggere detta opera? Per il confronto, per poter mettere a paragone i due fronti in battaglia. L’elaborato è stato scritto da un uomo che si è arruolato come volontario, da un uomo orgoglioso di partecipare, da un uomo che voleva contribuire alla riuscita del conflitto, dati questi che fanno perdere di imparzialità allo scritto ma che al contempo sono riprova di quanto la sua fede per missione fosse integra. Mai alcun dubbio ha scalfito la mente del protagonista, nemmeno a decenni dalla pubblicazione delle critiche informazioni che hanno portato a eventi catastrofici di cui oggi abbiamo contezza.
In conclusione, una lettura piacevole, adatta a chi vuol approfondire (e a chi come me ama) l’argomento e a chi cerca un saggio che sappia offrire una diversa prospettiva di analisi.
Non posso, per questo, non ringraziare la persona che mi ha reso destinataria di questo componimento. Ho dovuto attendere prima di leggerlo, ho dovuto attendere prima di recensirlo, ma a distanza di mesi dalla sua conclusione, non sono ancora riuscita a riporlo nella libreria; è sul comodino in attesa di essere scorto quando al mattino, quando alla sera, quando nei momenti più disparati della giornata, è sul comodino pronto a darmi nuovi spunti di riflessione, è sul comodino ad incitarmi di sondare, vagliare ed arricchire ancora e ancora le mie conoscenze circa questo atto così significativo della nostra storia.

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Nagasaki per scelta o per forza 2016-05-24 07:28:49 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    24 Mag, 2016
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Missione # 16

In ogni guerra si disallineano i piatti della bilancia,  l’uno che si inabissa nella morte piu’ atroce e l’altro che brinda alla vittoria. Così, dopo le molte letture di fonte giapponese sulla tragedia di Hiroshima mi sembrava corretto approfondire anche il fronte opposto, quello vittorioso americano. Magari spingendomi qualche giorno oltre il primo olocausto atomico , su Nagasaki, su una spedizione militare  meno dibattuta ma altrettanto micidiale, che vide anche un giovane italo-americano tra i suoi protagonisti.

Federico Giovanni Olivi  detto Fred nacque negli Stati Uniti , figlio di prima generazione di due migranti italiani . Il 9 agosto 1945 , come copilota, egli era a bordo del B29 – il Bockscar - che sgancio’ la bomba atomica su Nagasaki. Una missione che trovo’ non poche difficolta’ in volo e che ,  a causa del cielo nuvoloso, manco’ il primo obiettivo sulla citta’ di Kokura , sfiorando piu’ volte il fallimento.

“Nagasaki per scelta o per forza” e’ la pubblicazione italiana dei diari di Olivi, un  documento di ampio spettro. Indietreggiano infatti le pagine al 1890 , quando lo zio di Fred approdo’ a Chicago in cerca di fortuna, lontano dai begli ulivi nei pressi di  Viareggio.  Fotografia del sogno americano, di un bambinetto agghindato da cow boy che, da adulto, nel pieno della seconda guerra mondiale, decise di rispondere ai dispacci affissi ai muri e coronare il sogno di volare, arruolandosi come volontario nell’esercito. Quindi l’addestramento , l’approdo sull’isola di Kinian - base del Pacifico da cui decollo’ anche il B29 Enola Gay verso Hiroshima - e la destinazione ad una operazione segreta che cambio’ la storia.

La pubblicazione rappresenta una testimonianza importante, scritta in prima persona dal pilota e corredata da numerosissime fotografie e documenti ufficiali.
Penna colloquiale ma gradevole, il demerito va al morbo del punto esclamativo che ha colpito la mano di Olivi, conferendo al testo un tono troppo leggero anche nelle situazioni piu’ serie. Non credo si tratti della frivolezza dell’uomo, quanto piuttosto alla poca attitudine alla composizione letteraria dello scrittore e alla mancanza di editing della casa editrice, cui concedo l’attenuante di avere riportato una testimonianza senza alterarne la fonte.
Imperdonabile invece nelle numerose e utili note di riepilogo che la medesima sbagli la cronologia oraria dello sgancio di Little Boy,  inserendo alle 9,15 la deflagrazione quando tutti gli orologi di Hiroshima smisero di ticchettare alle 8,15. In saggistica non sono dettagli, sono errori clamorosi. 
E ancora non si capisce il perche’ del proclama sull’ anteprima mondiale in Italia dell’inedito nel 2006, quando l’edizione in lingua  inglese ando’ in stampa col titolo di “ Decision at Nagasaki, the mission that almost failed” nel 1999.

Per concludere, se cercate il dibattito oppure l’attimo in cui l’uomo vacilla, se auspicate nell’imparzialita’ critica o nel barlume di un minuscolo rimorso, virate lontano dal rapporto di Olivi.
Era un militare volontario, patriota, orgoglioso di partecipare a un evento decisivo sebbene inconscio della reale potenza dell’ordigno trasportato.  E nemmeno decenni dopo lo scoppio, quando effettivamente divennero di pubblico dominio le informazioni sulla catastrofe atomica, egli fu sfiorato da un piccolo  dubbio.

Depurato il testo dagli inconvenienti elencati, direi che e’ un lavoro molto interessante per chi vuole approfondire l’argomento. Buona lettura.

 

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