Mishima o la visione del vuoto

Una scrittura che io ritengo magnifica, un uomo sfuggente, un personaggio poliedrico. Ma soprattutto una tradizione così lontana, così diversa dalla nostra da rendere ancora piu' precario il quadro complessivo, quindi rieccomi sopraffatta dal fascino dell'inafferrabile. 
In questo breve saggio Marguerite Yourcenar promette di analizzare Mishima, lo fa mostrando apertamente la sua infatuazione letteraria per il talentuoso giapponese e allo stesso tempo osservandolo con la degna criticita' e lucidita' di chi valuta  un individuo senza mai scinderlo dalla sua cultura e dalla sua epoca, atteggiamento senza il quale si affonderebbe in un abisso di banalita'.
Ferma restando la perfetta sovrapposizione ideologica tra me e l'autrice nell'interpretazione dell'autore giapponese, il volume non mi ha affatto soddisfatta, eccetto nelle pagine iniziali e finali. Il corpo del libro si dipana in  un frequente paragone del romanziere con altri grandi nomi della letteratura occidentale la cui citazione -priva peraltro di approfondimenti- risuona piu' come una ostentazione di cultura che non come un aiuto pratico per scavare nella mente del protagonista.
Sempre nel cuore del testo ci si sofferma a lungo sulle principali opere di Yukio Mishima, riducendole a mere righe riassuntive con tanto di finali in bella mostra senza pero' intrecciare degnamente l'opera con la biografia.
Concludendo ritengo  la penna prestigiosa ma il risultato scarso. 
Per chi cerca un testo sulla vita dello scrittore arricchito da un buon parallelismo con la sua produzione consiglio il volume di Stokes, per chi vuole approfondire l'aspetto della spada e quindi il seppuku con cui Mishima si diede la morte consiglio Ross, per chi vuole conoscere i suoi romanzi niente di meglio che allontanarsi da chi li riassume in poche passaggi anonimi e scegliere invece la lettura diretta.
Personalmente l'ho trovato piuttosto inutile, la mia avidita' di analisi di Yukio non e' avanzata di un palmo.