Maria Stuarda
Saggistica
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Delusione...
Ho letto in passato alcune biografie di Zweig rimanendone ogni volta affascinata e colpita, in modo particolare sono stata rapita da quella di Magellano e da quella di Maria Antonietta, apprezzandone il taglio romanzesco, la limpidezza della prosa e il carattere divulgativo. Devo ammettere, però, che quest'ultima dedicata alla regina scozzese è stata da me meno gradita e mi ha portato a riconsiderare anche gli apprezzamenti elargiti nel passato. Senza nulla togliere a Zweig, mi rendo ora conto che ciò che maggiormente mi colpiva in passato era la tragicità insita nei personaggi storici fatti oggetto di tali narrazioni, e di ciò mi ha reso consapevole proprio questa biografia dedicata ad un'altra grande vittima della storia come Maria Antonietta o del Fato, come Magellano. Maria Stuarda incarna infatti il prototipo della maschera tragica ma questa volta, la narrazione eccessivamente prolissa, ridondante, quasi retorica a tratti, mi ha allontanato dal piacere provato in altri tempi. Eppure questa è anche fra le tre l'opera maggiormente supportata da documenti che dovrebbero restituire quell'oggettività insita alla ricerca storica e di conseguenza alle biografie di personaggi storici. Ma qui spesso la narrazione è pretestuosa e l'amarezza del travaglio dello scrittore esule- lo scritto è del 1935- e del bando subito dalle sue opere trapela ripetutamente con considerazioni sibilline che altro non sono che strali lanciati contro il suo tempo, resi universali perché adattabili anche al XVI secolo. Una forzatura, quasi. Per non parlare di una vena misogina che attraversa in maniera prepotente la prima parte dello scritto e che ripetutamente avvalla l'ipotesi che donne e politica sono universi distanti e inconciliabili data la natura acida, cattiva e capricciosa delle stesse. Tali limiti li attribuisce non solo a Maria ma anche alla sua eterna rivale Elisabetta I, abilmente usata per rafforzare inoltre la tesi di un'isteria atavica e inguaribile nella natura femminile. Ecco, mi ha irritata! Per il resto, se si ha voglia di leggere una narrazione dal taglio drammatico e retorico per conoscere i dettagli di una vita comunque eccezionale, questo libro potrebbe fare al caso vostro; gli salvo solo i continui e precisi riferimenti all'opera del Bardo.
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Maria Stuarda, donna e regina
Tra i saggi biografici firmati dalla eccellente penna di Stefan Zweig si colloca tra le posizioni più alte “Maria Stuarda”.
Un'opera densa per la caratura e l'esaustività del contenuto e per la finezza espositiva.
Un'opera di cui si percepisce il minuzioso lavoro di ricerca per ottenere una stesura biografica di buon livello, senza lacune, senza salti temporali, ma raggiungendo il dettaglio in tema storico, politico e umano.
Maria Stuarda donna e regina è ricostruita in maniera esemplare, infondendo alla figura un'intensità emozionale come solo Zweig riesce a fare; siamo di fronte ad un autore che cerca l'anima nei suoi protagonisti e la trasmette al lettore, scivolando tra le pieghe nebulose della storia e facendo riemergere il lato verace, umano e passionale dei suoi uomini e delle sue donne.
Tanto si è scritto su Maria Stuarda, sulla sua vita complicata, sulle scelte, sugli errori, sui vizi e sulle virtù; Zweig non si ferma alla superficie, la sua penna scava, fa l'occhiolino all'introspezione psicologica, si spinge talvolta in maniera analitica dentro la vita della donna per quanto gli sia concesso dalle fonti dell'epoca.
L'affresco offerto da queste pagine è completo e consistente, pienamente soddisfacente per lettori esigenti sul piano della ricostruzione storica; nitide le immagini dei territori inglesi, dei castelli scozzesi, dei sordidi intrighi politici, ottimamente riportati i rapporti contrastati tra Maria Stuarda ed Elisabetta I, le lotte intestine all'interno delle corti, le fazioni, i tradimenti, i veleni.
Zweig ci ha lasciato un lavoro che è un piccolo pezzo di storia, illuminante per approfondire la conoscenza del secolo sedicesimo inglese-scozzese, per avvicinarci a personaggi lontani nel tempo, le cui gesta vengono tramandate da allora assumendo talvolta versioni differenti.
L'autore è consapevole di quante tenebre abbiano avvolto gli eventi, sfumando i contorni dei volti e delle azioni, tuttavia ama riportare alla luce i personaggi che hanno contribuito a scrivere pagine di storia, perché in loro vede anzitutto il lato umano.
Zweig mostra sempre un naturale interesse per le debolezze umane, buchi neri che sembrano aprirsi anche nella vita dei grandi della storia, di cui egli si fa osservatore e non giudice.
Indicazioni utili
Dostoevskij
Erasmo da Rotterdam