Marguerite Yourcenar. Biografia
Saggistica
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'Una vita inimitabile'
Diciamo subito che questa biografia è ad un livello inferiore rispetto a quella, molto conosciuta, scritta dalla Saivigneau. La Goslar, comunque, compie un buon lavoro. Come affermava T. Terzani, "tutto è stato detto, eppure tutto è da ridire".
M. Yourcenar (1903-1987) è un'autrice la cui vita 'è già un romanzo' : franco-belga, rimane orfana ad appena dieci giorni di vita; allevata da un padre già cinquantenne (colto, ricco, amante dei viaggi e non solo), ben presto s'immerge negli studi. Viaggia per l'Europa, scrive. Nel '39, all'inizio della guerra, sbarca in America. Con un'amica vive per decenni, fino alla morte, sull'isola di Mount Desert, all'estremo nord della costa atlantica statunitense.
Il suo enorme successo letterario, che va oltre la pur altissima qualità di scrittura, è dovuto anche alla conquistata considerazione come punto di riferimento per profondità culturale e saggezza. I suoi libri non lasciano indifferenti.
La biografa, affascinata dalla scrittrice di cui si occupa, s'immerge qui in un processo di quasi identificazione (voleva addirittura scrivere il libro in prima persona) e ne imita lo stile.
La prima parte dell'opera è un po' deludente per chi ha letto i libri della Yourcenar, perché ricalca ciò che la scrittrice stessa ha detto di sé e del proprio ambiente nei testi 'autobiografici' appartenenti alla trilogia "Le labirinte du monde". L'imitazione dello stile, poi, rischia a volte l'affettazione. Decisamente migliore la parte successiva, dove c'è il supporto di numerosi documenti, e la lettura diventa interessante e scorrevole.
Il ritratto della Yourcenar emerge nelle sue varie sfaccettature, ma soprattutto traspare la donna, la cui cultura è un ponte fra quella occidentale e quella orientale, fra la classicità e le istanze contemporanee, alla ricerca del "sentimento che riunisca il sacro, la bellezza e la felicità della vita", in una dimensione di profonda accettazione di essa e del destino degli uomini: "Accettare che siano morti prima del tempo, perché non vi è tempo. Accettare di dimenticarli perché l'oblio fa parte dell'ordine delle cose. Accettare di ricordarli, perché segretamente la memoria si nasconde al fondo dell'oblio".
La sua adesione alla vita contempla, quasi francescanamente, tutte le forme in cui essa si presenta; in particolare emerge il rispetto per gli animali, "questi esseri occupati, come l'uomo lo è, nell'avventura di esistere". Scrive lettere (perfino all'attrice Brigitte Bardot, per trovarvi alleanza) contro il massacro di animali da pelliccia; tiene conferenze di stampo ecologista, l'ultima delle quali, un paio di mesi prima di morire, s'intitolava "Se vogliamo ancora cercare di salvare la terra". Ha lasciato tutti i suoi beni ad associazioni per la tutela della natura.
I suoi scritti spesso contengono spunti sapienziali: "La dolcezza, l'umiltà, il senso squisito di ciò che resta innocente e bello (...) sono le qualità che salveranno il nostro mondo (...) in un'epoca in cui ogni ideologia e ogni sistema è stato disonorato".