Ludwig
Greg King, storico americano, è autore di L'ultima zarina. Vita e morte di Alessandra Fèdorovna (Mondadori 1997) e di The Man Who Killed Rasputin.
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La finzione scenica e la realtà
La vita particolarissima di un uomo straordinario come Ludwig di Baviera, riempie la monotonia di certe giornate e conquista ogni fibra dell'essere o almeno, questa è stata la mia personale esperienza di lettura.
Un'esperienza davvero unica, trattandosi di una biografia, che mi ha portata nel cuore del Romanticismo tedesco di cui Ludwig è l'eroe per eccellenza.
Una vita dorata che diviene gabbia.
Il disagio provato da molti reali che vivono il palazzo e il loro incarico pubblico con tormento perché ostacolo ad una vita libera sotto ogni aspetto, è cosa ben nota ma il malessere di Ludwig è più profondo; crescente fin dall'infanzia, si acutizza all'ennesima potenza in età adulta conducendolo ad una tragica e misteriosa fine sulle rive del lago Starnberg.
Una morte che è pura rappresentazione scenica come tutta la sua vita ed è lui stesso a recitare il ruolo di attore principale.
Lo scrittore ci conduce attraverso un'infanzia solitaria, fatta di ore di studio, trascurata da genitori incapaci di amare, fino ad arrivare ad un'adolescenza inquieta, turbata da istinti omosessuali inaccettabili, da reprimere perché percepiti come maligni dal pregiudizio della morale cattolica e dai suoi precettori.
Ludwig forma, così, un carattere che va dal prepotente all'egocentrico caricandosi, però, d'emotività, di paure, di malinconia triste e, sostenuto dalla bizzarria di una mente fervida e brillante, si allontanerà sempre di più dalla vita reale per rifugiarsi in una dimensione di sogno.
Un sogno fatto di castelli incantati fatti erigere su viste mozzafiato, di cavalcate solitarie e notturne negli insopportabili soggiorni obbligati a Monaco, di pomeriggi trascorsi ad inseguire, con atteggiamento trasognato, pensieri impalpabili pieni di arte, musica ed estetismo per poi ripiombare nel baratro della propria mesta esistenza interiore.
Il castello di Berg, appartato e silenzioso maniero della campagna bavarese, diviene suo luogo prediletto, la sua casa; qui trascorreva serate immerso nella lettura dei classici e sgravava le pene dell'anima sfidando rigide notti d'inverno su pregiate slitte di legno intarsiato. L'incontro, l'amicizia e il legame profondo con il compositore Wagner e la sua musica, gli cambiano la vita; sono pagine interessantissime che svelano molto della sua personalità.
Le opere del Lohengrin e della Valchiria, donarono un suono e dei volti ai suoi sogni accompagnandolo nelle cupe giornate e nelle scelte coraggiose e incomprensibili ai più.
Una biografia ben scritta, discretamente approfondita che, pur conservando molto del saggio, delizia con una prosa scorrevole e poetica da romanzo storico. Per gli amanti del Romanticismo è una tappa obbligata.