Lampi sulla storia
Saggistica
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La ricerca storiografica non è mai chiusa.
Ricordo i manuali di “Storia” studiati a scuola, una “Storia” che enfatizzava alcuni avvenimenti e sorvolava colpevolmente su altri, gestita opportunamente a seconda del momento storico e politico corrente, compilata da autori che, pur cercando di attenersi ad una visione oggettiva dei fatti, si lasciavano talora trascinare, su determinati argomenti, da simpatie o convincimenti soggettivi. L’interessante saggio di Paolo Mieli “Lampi sulla storia” cerca invece di considerare determinati eventi storici sotto una luce più veritiera, sulla base di accurate ricerche bibliografiche, smontando certezze solo apparentemente assodate, insinuando dubbi, rivisitando noti personaggi storici, arricchendo fatti noti o meno noti con particolari poco conosciuti ma decisivi ai fini di una corretta interpretazione storica. Il saggio non segue un ordine scrupolosamente cronologico: consiste invece in una serie di flash che, come lampi (appunto!), “colpiscono l’intreccio di rami tra passato e presente”, offrendo “nuovi angoli visuali” che deformano il passato. L’opera è divisa in tre parti. La prima (“Dietro le apparenze”) considera quello che si può nascondere all’ombra di personaggi storici ben noti: ecco infatti, per citare solo qualche capitolo,un Robespierre politicamente indeciso, vittima di giochi politici complessi e rivalità personali, un Gioacchino Murat che, nonostante le amare vicissitudini per salvare il trono al sud insidiato da austriaci e borbonici, potrebbe essere considerato, alla luce degli studi più recenti, un vero monarca italiano, un Albert Einstein osteggiato e addirittura respinto come assistente da molte Università, un Knut Hamsun, premio Nobel nel 1920 ed uno dei più brillanti romanzieri del Novecento, che nel 1945 si proclamava “fedele seguace” di Hitler definendo addirittura il dittatore nazista “pioniere dell’umanità”. Mi piace anche citare tra gli altri i capitoli quello su Luigi Federzoni, il gerarca fascista che partecipò al Gran Consiglio del 1943, ebbe il coraggio di opporsi alle leggi razziali e giustificò il colpo di stato contro Mussolini considerandolo “esercizio legittimo di una potestà statutaria del Re”, con il quale aveva da sempre ottimi rapporti. Ed ancora quello sul maresciallo Pétain, descritto come collaborazionista ma in realtà sostenuto dalla maggioranza dei francesi (forse “il solo modo per limitare i danni”) e non deliberatamente ostile nei confronti degli ebrei.
Nella seconda parte (“Forzature e deformazioni”) Mieli presenta una serie di personaggi storici sulle cui vicende la storiografia ufficiale è stata a volte lacunosa, travisando o deformando la realtà dei fatti. Basandosi su una vastissima mole di dati bibliografici, l’autore ricostruisce la figura di molti personaggi, presentandoli sotto una luce nuova. L’imperatore Federico II, ad esempio, un mito ai suoi tempi, dimostrò nei confronti del figlio Enrico una durezza che di paterno aveva molto poco, muovendogli guerra con tragiche conseguenze. Sono discussi, in altro capitolo, i rapporti di Lutero con i papi del suo tempo, addirittura quattro, Leone X, Adriano VI, Clemente VII (definito nell’Ottocento “il più nefasto di tutti i papi”) e Paolo III, in una ridda di rapporti confusi e demonizzazioni che condussero alla più grave rottura che sconvolse la storia della Chiesa. Capitoli più leggeri e intriganti sono dedicati ad Elena Orsini, la badessa di Castro che nel 1571 ebbe una relazione con un vescovo, con conseguenze gravissime per lei (non per il prelato che fu trasferito a Milano per il benevolo intervento addirittura del cardinale Borromeo !), alla straordinaria vicenda del gesuita Matteo Ricci alla corte dell’imperatore cinese nel Seicento ed ai rapporti che sarebbero potuti nascere tra cristianesimo e confucianesimo ( una “occasione persa”!), al carattere difficile di Isaac Newton che condusse lo scienziato al crollo psicofisico ed alle soglie della follia, al governatore della Banca Romana Bernardo Tanlongo, personaggio inquietante e grossolano, responsabile del famoso crack bancario del 1892 che diede un’immagine losca (perdurante ahimè nei tempi a venire !) delle attività parlamentari e del loro “intreccio con le realtà economiche e finanziarie”.
La terza parte del volume (“La storia capovolta”) presenta una serie di personaggi la cui responsabilità in determinati eventi storici appare poco nota o addirittura non riconosciuta. Ma siamo sicuri? Mieli porta, nel primo capitolo, l’esempio di Socrate, processato e condannato a morte per i suoi rapporti con i Trenta tiranni, e si chiede: siamo proprio certi che non sia stato Socrate stesso a decidere di morire? Nei successivi capitoli l’autore rivela, sempre supportato da una vasta bibliografia, retroscena di episodi storici di rilievo: voglio solo citare l’importante ruolo che ebbe l’imperatrice Teodora (VI secolo) nei confronti di Giustiniano, la verità sulla famosa andata a Canossa dell’imperatore Enrico IV (1077), le Olimpiadi del 1936 nella Germania nazista e soprattutto le inquietanti e paradossali vicende che seguirono (anche dopo la fine della guerra !), la guerra del generale israeliano Moshe Dayan ed il tormentato rapporto con i territori palestinesi.
Tante storie, tanti personaggi rivisitati alla luce di ricerche accurate e documentate: una nuova “Storia”, ricca di dati e di interpretazioni spesso diverse dalla storiografia ufficiale. Paolo Mieli, ricercatore competente e preciso, è convinto, citando un importante lavoro di G.M. Catarella su Gregorio VII (2018), che non possiamo “pretendere che la Storia possa spiegare tutto” poiché la ricerca storiografica “non è mai chiusa, è un processo in divenire”. Del resto, già Cicerone nel “De oratore” (55-54 a.C.) sosteneva che la Storia non è solo “magistra vitae”, ma anche “testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, nuntia vetustatis” (testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, messaggera dell’antichità) e che di conseguenza va studiata e soprattutto interpretata correttamente affinchè svolga la sua funzione ammaestratrice.
Consiglio vivamente di leggere il lavoro di Paolo Mieli, se non altro per rivivere (e rivedere con spirito critico) le nozioni apprese sui testi scolastici. Il volume è corredato da una esaustiva bibliografia (208 voci) e da un indice alfabetico dei personaggi storici citati.