Saggistica Storia e biografie La risiera di San Sabba
 

La risiera di San Sabba La risiera di San Sabba

La risiera di San Sabba

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Lo stabilimento per la pilatura del riso, divenuto tristemente famoso per essere l'unico campo di sterminio sul territorio italiano, venne costruito nel 1913 nel quartiere periferico di San Sabba a Trieste. La risiera venne requisita e utilizzata dai nazisti come campo di prigionia provvisorio per i militari italiani catturati dopo l'8 settembre 1943. Un mese dopo divenne campo di detenzione di polizia, destinato sia allo smistamento dei deportati in Germania e in Polonia, sia come deposito e smistamento dei beni razziati, nonché successivamente alla detenzione di partigiani, detenuti politici ed ebrei. Il 4 aprile 1944 venne messo in funzione un forno crematorio: si stima che furono uccise e cremate dalle 3.000 alle 5.000 persone.



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La risiera di San Sabba 2013-06-11 08:52:17 Nadiezda
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Nadiezda Opinione inserita da Nadiezda    11 Giugno, 2013
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L’unico lager in Italia

Molto spesso le scuole elementari e medie del Veneto e del Friuli Venezia Giulia portano i ragazzini in gita alla Risiera di San Sabba.
Di sicuro non si tratta di un posto felice dove trascorrere una giornata, ma sulle giovani menti ha un impatto molto forte ed indelebile.
Ricordo perfettamente il giorno in cui ci andai io. Mi colpì moltissimo il forte odore di MORTE, l’imponenza dell’edificio, il lastrone che ricopre quello che una volta era il forno crematorio, le minuscole cellette ed il monumento che simboleggia il fumo che usciva da quel maledetto camino.
La Risiera di San Sabba era uno stabilimento utilizzato per la pilatura del riso ed eretto nel 1913.
Successivamente i nazisti la requisirono e la utilizzarono nel modo più macabro.
Inizialmente come campo di prigionia per i militari italiani catturati l’8 settembre 1943 e successivamente come campo di sterminio, l’unico in tutto il territorio italiano.
Il forno venne trasformato. In un primo momento aveva una funzione nobile, quella di essiccare il riso per farne pasti per il popolo e successivamente per far scomparire i resti dei malcapitati, i quali in un secondo momento venivano trasportati in sacchi di carta e gettati in mare.
Con precisione non si sa bene quante persone siano state cremate in questo forno, ma sicuramente un numero compreso tra le 3.000 e le 5.000 persone e probabilmente anche superiore.
Con questo libro l’autore, che era uno scrittore e storico ebreo nato a Trieste, voleva mettere a nudo una parte della storia italiana, ma anche mondiale che spesso viene nascosta ed infangata.
Questo libro è una raccolta di testimonianze che narra una serie di racconti dei sopravvissuti a questo olocausto.
All’interno di questo libro possiamo trovare anche una serie di foto in bianco e nero che ci mostrano come era in quel tempo la Risiera.
Questo testo è diviso in due grandi parti: la prima intitolata “La Fabbrica della morte” e la seconda “Aguzzini e mercanti”, inoltre l’autore ha inserito una nota del 2000, un epilogo e successivamente la postfazione di Frediano Sessi.

Sicuramente per comprendere bene questo testo bisogna cimentarsi in un accurato studio di un libro di storia che parli di questo periodo.
È un saggio storico che mi sento di consigliare a tutti per comprendere un po’ di più quello che accadeva nella Seconda Guerra Mondiale.

Buona lettura!

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La risiera di San Sabba 2013-04-23 20:24:10 misu
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misu Opinione inserita da misu    23 Aprile, 2013
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La fabbrica della morte

Trieste è una città particolare, crocevia di culture diverse e di religioni. Una città per sua natura multietnica attravarseta dal solco della storia. Lungo la sua travagliata storia Trieste ha conoscuito anche le luci di periodi prosperosi di sviluppo economico e culturale ( il periodo dell’ impero asburgico ) e le obmbre delle due guerre mondiali.

Una pagina oscura a lungo poco consciuta della storia della città è la presenza nel porto del mare Adriatico dell’ unico campo di concentramento e di sterminio nazista presente sul territorio italiano.

Questo libro racconta la storia della Risiera di San Sabba, fabbrica della lavorazione del riso trasformata a Trieste dai nazisti in campo di concentramento e di sterminio durante la seconda guerra mondiale.

Lo stabilmento costruito nel 1913, venne requisito dai nazisti dopo l’occupazione della città nell ‘autunno del 1943 ( dopo l’8 settembre 1943 )e adibito a luogo di detenzione e di sterminio degli oppositori antinazisti nonché dei civili catturati dai nazisti. Nel forno crematorio entrato in fuzione poco dopo trovarono la morte : sloveni, croati, italiani, ebrei. Si calcola che in Risiera furono cremate dalle 3.000 alle 5.000 persone. Ancora oggi non si ha una stima defintiva delle vittime passate per il camino della Risiera. In celle anguste venivono stipate le persone in attesa de loro destino.

Il libro è un resoconto storico che non può essere considerato il classico libro di saggistica storica, al contrario, si tratta invece di un libro testimonianza. Fatti storici vengono dall’autore affiancati alle testimonianze del vissuto. L’ idea di fondo del testo è quella di aprire uno scuarcio su una pagina di storia per troppo tempo taciuta o sussurata a bassa voce in pratica rimasta in sordina per ragioni di convenienza politica. La storia della Risiera poteva risultare scomoda per chi aveva collaborato con i nazisti in città durante l’occupazione nazista.

Il testo fornisce al lettore un ampio resoconto sulla natura stessa del campo di concentramento Risiera di San Saba ( chi vi operava, chi era detenuto come si svolgevano le escuzioni ecc) L’autore offre al lettore un resoconto storico dei fatti collegati all’ apertura del campo di concentramento a Trieste,ma a nostro avviso le informzioni storiche legate alla specificità del territorio e dalla città nel contesto bellico non vengono sufficientemente approfondite e spiegate al lettore che forse non conosce le vicende storiche di quei territori. In sotanza viene omessa l’importanza geografica di Trieste come porta d’accesso verso la penisola balcanica teatro importante degli avvenimenti bellici della seconda guerra mondiale. Un altro punto, e cioè l’annessione di quei territori al Terzo Reich ovvero la creazione del Litorale Adriatico, a nostro avviso fattore importante per la comprensione delle ragioni della messa in funzione di un campo di concentramento e di sterminio da parte dei nazisti in quella zona non viene dall’autore messo a sufficienza in risalto. Questo fattore è di fondamentale importanza per la corretta comprensione storica delle vicende collegate allo funzionamento del campo di concentramento in una città come Trieste, affiancato inoltre alla presenza di un forte movimento partigiano nella regione. Il territorio era considerato dai nazisti territorio del Reich hitleriano e come tale veniva da essi trattato in termini bellici e di messa in sicurezza della regione. La pulizia etnica era dunque all’ordine del giorno.

In questo contesto deve essere anche visto lo sterminio della comunità ebraica triestina che era un tassello della Soluzione finale della questione ebraica messa in atto dai nazisti in Europa.

Il libro richiede dal lettore una notevole dose di attenzione pur essendo scritto in uno stile scorrevole e lineare dove il filo del dicorso è sempre presente e percepibile dal lettore. In sostanza non ci sono mezze misure : tutto e chiaro e limpido trattato senza alcuna ipocresia. I colpevoli sono i colpevoli gli aguzzini gli aguzzini. Le mostrosità avvenute in Risiera sono mostrate in tutta la loro crudeltà . Non si tratta di una lettura piacevole o di svago dato l’argomento trattato.

In conclusione per chi si interessa di argomenti di questo tipo una lettura del genere può risultare interessante pur essendo un testo specifico sul nazismo che punta il dito su una pagina triste della storia cittadina di Trieste nella seconda guerra mondiale.

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Consigliato a chi ha letto...

Si consiglia di leggere un libro di saggistica sulla storia della seconda guerra mondiale o del nazismo. Inoltre è utile sapere qualcosa sulla storia di Trieste.
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