Saggistica Storia e biografie La mia testimonianza davanti al mondo
 

La mia testimonianza davanti al mondo La mia testimonianza davanti al mondo

La mia testimonianza davanti al mondo

Saggistica

Editore

Casa editrice

La presentazione e le recensioni di La mia testimonianza davanti al mondo, opera di Jan Karski edita da Adelphi. "Non le darò istruzioni né le farò raccomandazioni ... Dovrà soltanto riferire obiettivamente quello che ha visto, raccontare quello che ha vissuto in prima persona e ripetere ciò che in Polonia le è stato ordinato di dire su coloro che vivono là e negli altri paesi occupati d'Europa»: con questo viatico il premier Sikorski mandò Jan Karski a informare gli Alleati di ciò che stava accadendo agli ebrei nel suo paese e di come i polacchi non avessero mai smesso di lottare. Unitosi alla Resistenza nel 1939, il giovane ufficiale della riserva era stato incaricato di tenere i collegamenti fra lo Stato segreto polacco – una struttura clandestina perfettamente funzionante nelle sue varie ramificazioni, caso davvero unico quanto misconosciuto nell'Europa occupata dai nazisti – e gli organi ufficiali del governo in esilio a Londra. Oltre a svolgere temerarie missioni – culminate nella sua cattura da parte della Gestapo e in una rocambolesca fuga –, Karski aveva compiuto un'impresa inaudita: era riuscito a infiltrarsi nel ghetto di Varsavia e nel campo di transito di Bełzec e, fatto ancora più inaudito, a uscirne indenne, deciso a denunciare al mondo le atrocità commesse dai nazisti ai danni della nazione polacca e degli ebrei tutti. Porterà in effetti la sua testimonianza diretta ai grandi della terra, incluso il presidente Roosevelt, ma per motivi politico-strategici il suo appello non verrà raccolto né avrà seguito: non gli resterà, nel 1944, che affidarlo a questo libro. Dimenticato nel dopoguerra in ragione dei nuovi assetti politici mondiali, Karski sarà riscoperto e intervistato dal regista Claude Lanzmann per il celeberrimo Shoah (1985), che darà l'avvio alla seconda fase della sua missione: ricordare l'indifferenza degli Alleati di fronte al consumarsi del genocidio.



Recensione Utenti

Opinioni inserite: 1

Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0  (1)
Contenuti 
 
5.0  (1)
Approfondimento 
 
5.0  (1)
Piacevolezza 
 
5.0  (1)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Scorrevolezza della lettura
Contenuti*  
Interesse suscitato
Approfondimento*  
Grado di approfondimento dei temi trattati
Piacevolezza*  
Grado di soddisfazione al termine della lettura
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
 
La mia testimonianza davanti al mondo 2013-06-01 18:48:54 misu
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuti 
 
5.0
Approfondimento 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
misu Opinione inserita da misu    01 Giugno, 2013
Top 100 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Il testimone del terrore

La Polonia fu la prima vittima dell’aggessione armata hitleriana all’Europa. La guerra combattuta in Polonia fu un’antemprima di tutti gli orrori successivi commessi dalle armate naziste nei paesi da loro occupati. L’obiettivo del Führer era quello di non solo cancellare dalle carte geografiche la Polonia come nazione, ma anche di distruggere tutte le sue istituzioni statali compreso il tessuto sociale del paese ovvero uccidere il clero cattolico, gli intellettuali e il corpo ufficiali ovvero le forze armate. A questo scopo fu intrapresa una guerra di annientamento fisico del nemico polacco. La popolazione civile venne equiparata alle forze armate nemiche, perciò diventò obiettivo bellico degli attacchi aerei della Luftwaffe e delle truppe corrazate. Speciali squadroni della morte i famigerati Einsatzkomando accompagnavano le truppe combattenti della Wehrmacht con l’unico scopo di scovare e massacrare gli ebrei e i polacchi membri dell’elité del paese. Non vi fu nessuna pietà nei confronti del popolo polacco per un semplice fatto : la guerra combattuta in Polonia era legittima secondo i nazisti, dunque si trattava di una guerra riparatrice dei torti inflitti alla Germania dal trattato di pace di Versailles. Inoltre il popolo polacco essendo di origine slava veniva considerato come una popolazione di esseri subumani come lo erano gli ebrei, dunque entrambi dovevano essere sterminati e licuidati dalla faccia della terra.

Anche Stalin adottò la mano dura nei territori polacco - orientali passati sotto controllo dell’Armata Rossa, dove fu effettuata la cosiddetta pulizia di classe. Il massacro di Katy? è il simbolo di questa repressione ideologica, ma non razziale effettuata dalla polizia segreta staliniana che uccise migliaia di ufficiali polacchi arresi si all’Armata Rossa.

Il destino della Polonia fu segnato anche dall’atteggimento di Stalin verso di essa. L’ accordo Ribbentrop- Molotov firmato il 23 agosto 1939 in sostanza nelle sue clausole segrete definì la spartizione del territorio polacco tra le due potenze vicine che consideravano i confini polacchi un prodotto penalizzante del trattato di Versailles nei loro confronti. La firma di questo trattato può essere spiegata in questi termini: opportuntà strategica e ragione di stato nonché furbizia diplomatica dei due dittatori intenti a assicurarsi delle posizioni in Europa orientale. Ma anche all’URSS due anni dopo toccò lo stesso destino della Polonia : una guerra di aggressione e di annientamento ovvero razziale e ideologica, la guerra assoluta contro il comunismo stalinaino che avrebbe segnato il destino di entrmbi i paesi, quello della Germania nazista e quello dell’Unione Sovietica. In prospettiva di questa guerra la Polonia daveva essere ‘pacificata’ secondo Adolf Hitler rendedola schiava del Terzo Reich.

La Polonia fece parte del cosiddetto spazio vitale per il popolo tedesco programmato da Adolf Hiter e prospettato nel suo libro Mein Kampf, manifesto politico ed ideologico . In questo contesto devono essere letti tutti gli avvenimenti legati alla Polonia durate l’occupazione nazista.

Dopo questa introduzione storica possimo passare al libro scritto da Jan Karski, esponente della resistenza polacca incaricato di tenere i rapporti tra l’apparato di resistenza clandestino nella Polonia occupata, il governo polacco in esiglio a Londra e gli Alleati angloamericani. Si tratta dunque di una testimonianza diretta dell’uomo che portò per primo furori dalla Polonia le prove dell’massacro della popolazione ebraica su larga scala e di massa. In sostanza dalle sue parole traspare senza mezzi termini tutto l’orrore del regime di occupazione nazista in Polonia, le modalità di resistenza della popolazione polacca, una descrizone dettagliata delle strutture cladestine operanti nel paese e la portata della resistenza armata di un intero popolo contro gli invasori. Un capitolo particolare è dedicato dall’autore all’atteggiamento assunto dagli angloamericani nei confronti non solo della questione ebraica ma anche nei confronti della resistenza polacca. Un fatto risulta chiaro: furori dalla Polonia non si aveva una vera ed esatta perceszione degli orrari e della portata del massacro in atto nei confronti della popolazione ebraica e di quella polacca.

L’autore ci offre un quadro completo, dettagliato e esaustivo degli eventi inserendo con maestria tutte le informazioni documentate ineranti all’argomento, arricchite anche con esempi di vita quotidiana e di testimoniazie di persone coinvolte nei fatti trattati.Il lettore ha di fronte a sé non un trattato storico o una sfilza di documenti, ma persone vere e vive, gente comune, statisti e capi di stato con i quali l’autore aveva avuto i contatti. e con i quali aveva collaborato durante la sua clandestinità e nelle sue missioni segrete all’estero. Davanti al lettore si apre un mondo sconosciuto che generalmente non entra nei libri di storia classici.

Non si tratta di un saggio storico classico, ma di un libro di testimonianza che ha il valore di una fonte storica.

Il libro si presta ad una scorrevole lettura, che però richiede dal lettore qualche nozione storica del periodo bellico. In sostazna si tratta di una lettura impegnata tenendo conto della specificità dell’argomento, ma che senza dubbio potrà essere interessante per quei lettori sempre alla ricerca della testimonianza diretta degli eventi.

In conclusione un libro da leggere per potere capire una pagina della seconda guerra mondiale ancora sconosciuta al grande pubblico amante e apassionato di saggistica.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Si consiglia di leggere un libro sulla storia della Polonia
Trovi utile questa opinione? 
100
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il mio assassino
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.3 (3)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.1 (3)
La prova della mia innocenza
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Eleonora d'Aquitania
I diciotto anni migliori della mia vita
Tutankhamen
L'origine degli altri
Il tribunale della storia
Memorie dalla Torre Blu
Nulla è nero
Non per me sola. Storia delle italiane attraverso i romanzi
A riveder le stelle
Marco Polo. Storia del mercante che capì la Cina
The Queen. Diario a colori della regina Elisabetta
Margaret Thatcher. Biografia della donna e della politica
L'arte della fuga
Dante
Autunno a Venezia. Hemingway e l'ultima musa
Passione sakura