La donna faraone
Saggistica
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Hatshepsut
La regina Hatshepsut visse nel lontanissimo 1500 ac circa.
Ancora oggi nella piana sabbiosa di Deir el Bahari, nelle immediate vicinanze della Valle dei Re, è visibile l'imponente tempio funerario a lei dedicato.
Adagiato sul fianco di un altopiano roccioso, immerso in una luce profusa di giallo e di dorato, baciato da un sole caldo e avvolgente, rimane un luogo magico nonostante il peso dei secoli.
L'aria è elettrica, l'aria ha l'odore della Storia.
Un luogo da osservare in religioso silenzio, chiudendo gli occhi ed immaginando la vita e le persone che quella sabbia hanno calpestato, avvolti negli abiti ufficiali, profumati di incensi, gli occhi bistrati.
Senza dimenticare le vite degli operai e degli schiavi sacrificati durante gli anni dedicati alla costruzione delle dimore funerarie.
Roberto Giacobbo ha pubblicato un romanzo che si propone di raccontarci la storia della celeberrima regina egiziana e del recente ritrovamento del suo corpo mummificato, identificato grazie ai metodi scientifici di cui solo oggi disponiamo.
La tecnica utilizzata è quella di una narrazione su due binari temporali, proponendo un'alternanza di capitoli dedicati ad un intrigo nell'odierno Egitto tra Il Cairo e Luxor e capitoli raffiguranti dialoghi ipotetici tra la regina e l'architetto del tempio nonché amante.
Il tentativo di Giacobbo di raccontarci la vita di Hatshepsut e di intrattenerci con una spy story, però fallisce pagina dopo pagina, involvendosi in una storiella di contorno insipida e seminando qualche notizia storica sulla regina tra righe fumose e poco convincenti.
Una lettura non consigliabile a chi cercasse sostanza storico-archeologica o a chi fosse rimasto incantato dai luoghi della Valle dei Re e volesse approfondire le conoscenze.
La divulgazione televisiva è una cosa, la letteratura è altro.