La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg
Saggistica
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Un ossimoro vivente
Ho chiuso il volume con un senso di profonda gratitudine nei confronti della Petrignani che con garbo e ricchezza di particolari ha saputo restituire non solo il dato biografico, imprescindibile, ma soprattutto l’anima della Ginzburg, nutrendo la sua narrazione di quel profumo d’autrice che solo le vere opere d’arte sanno trasfondere.
Leggere questa biografia permette infatti di entrare nel vivo delle sue opere che accompagnano il percorso di vita e lo scandiscono in varie tappe, restituendoci non solo il substrato della sua quotidianità ma anche il superstrato delle sue relazioni familiari, amicali e lavorative, tutte coincidenti con il fiore dell’intelligenza letteraria del ‘900. Pare essere davanti a un movimento centripeto che convoglia tutte le energie al cospetto di una piccola grande donna che, nell’intimo delle sue contraddizione umane, seppe essere un ossimoro vivente: ingenua e saggia, debole e forte, periferica e centrale. Una donna che è sopravvissuta a tanti dolori: agli uomini amati e morti prematuramente, agli amici portati via dalla malinconia o dal trascorrere del tempo. Una donna che ha sopportato il dolore convivendoci serenamente. Colpisce leggere quanto sia stata donna appunto, capace di gestire il ruolo materno, anche nella duplice vedovanza, con la scrittura, con un’attività che toglie tempo alla famiglia perché totalizzante, in perenne equilibrio tra il dare e l’avere. In perenne affanno, con un destino che le si è accanito contro.
La biografia ha inoltre il valore aggiunto di rappresentare la donna e l’artista anche attraverso le case che ha abitato; il poterci entrare con gli occhi della Petrignani che cerca nella realtà mutata dal tempo gli indizi - nella rappresentazione degli stessi spazi - disseminati nell’opera dell’autrice, prevalentemente di natura autobiografica, ha l’indubbio valore di avvicinare ancor di più il lettore alla Ginzburg. Commovente infine andare a cercarla anche nell’ultima dimora, quella della pietra tombale, quasi a offrirle un ultimo saluto che ci permette di congedarci da lei desiderosi di leggere tutto quello che ha scritto, anche le opere meno riuscite, al fine di poter ricomporre quel puzzle chiamato vita.
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Tutto su di lei
Un libro sicuramente molto interessante questa biografia di Natalia Ginzburg scritta dalla Petrignani che ebbe occasione di conoscerla personalmente e di frequentarla.
Avevo letto varie opere dell'autrice di Lessico Familiare, e presumevo di sapere già abbastanza di lei. Ma mi sbagliavo, perché il testo di Petrignani è una miniera di notizie e informazioni, oltre che di qualche pettegolezzo.
Informazioni per me assai utili per comprendere in particolare le sue raccolte di saggi, a mio avviso spesso migliori dei romanzi più conosciuti.
Tra le curiosità della biografia, con sorpresa ho scoperto che Natalia era nipote di Montale : la zia Drusilla Tanzi ('La Mosca'), moglie del grande poeta, era sorella della madre Lidia. Come non sapevo che nel "Vangelo secondo Matteo", bellissimo film di Pasolini, la nostra scrittrice avesse interpretato il personaggio di Maria di Betania.
Ho inoltre appreso che, ebrea di origine, si convertì al Cattolicesimo, ricevendo così il Battesimo.
Sapevo dei tre figli nati dal matrimonio con Leone Ginzburg, non però degli sfortunati figli avuti col secondo marito, Baldini : Susanna, portatrice di gravissime disabilità, che visse con lei per lunghi anni, e un ultimo bambino deceduto in tenera età.
Un ritratto a tutto tondo della scrittrice che è anche il ritratto di un'epoca irripetibile, di un ambiente stimolante, fra scrittori e intellettuali che adesso sono dei classici della nostra letteratura, come Pavese e Moravia, e con amiche quali la grandissima Lalla Romano e l'imperiosa Elsa Morante, due stelle che ora le contendono il primato nella narrativa al femminile del secondo '900.
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biografie e/o libri di N. Ginzburg
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Una vita intensa
La corsara, così ha deciso di intitolare questa biografia sulla vita di Natalia Ginzburg l’autrice Sandra Petrignani, richiamando volutamente, già nel titolo, un animo corsaro, impetuoso, mai domo ed ammiccando altresì a quell’idea degli “scritti corsari” di pasoliniana memoria, che ben si abbinano alla vita artistica della celebre scrittrice (anche lei infatti titolare di un’analoga rubrica sulle pagine del Corriere della Sera). Per inquadrare Natalia sono sufficienti le parole usate dall'amico-collega Italo Calvino: "Natalia è una femmina antica, che si muove in un mondo di relitti abitato da donne incolori e succubi e uomini che fumano la pipa. E' unica". Proprio Calvino infatti assieme a Pavese, Garboli, Vittorini, la Morante e tanti altri, rappresentano gli amici più cari, quelli della casa editrice Einaudi co-fondata dal capostipite Giulio e dal primo marito di Natalia, quel Leone Ginzburg trucidato dai nazisti durante la guerra, dal quale poi prenderà il cognome come omaggio alla sua memoria. Uno dei passi più toccanti del libro è la lettera mandata da Leone a Natalia poco prima di morire nella quale esortava la moglie ad essere coraggiosa ed a continuare a lavorare perchè "Attraverso la creazione artistica ti libererai dalle troppe lacrime che ti fanno groppo dentro; attraverso l'attività sociale, qualunque essa sia, rimarrai vicina al mondo delle altre persone, per il quale io ti ero così spesso l'unico ponte di passaggio”.
L’Einaudi diventa pertanto il fulcro attorno al quale ruota la vita artistica della Ginzburg -basti pensare ad un’opera su tutte quel “Lessico famigliare” che vinse il premio Strega nel 1963-, ma è allo stesso tempo una sorta di focolare domestico, considerato che gli intrecci professionali trovano poi un’ideale prosecuzione nei tanti salotti serali in cui gli autori precedentemente citati, si ritrovano discorrendo molte volte fino a notte inoltrata. I legami che si instaurano assumono contorni intensi, un esempio su tutti è il dolore provato dopo il suicidio di Cesare Pavese che però, nella lettera scritta poco prima di morire, catechizzava gli amici a “non fare troppi pettegolezzi” sulla sua morte.
La Petrignani, in questo libro rientrato nella cinquina 2018 dei candidati al Premo Strega, ci accompagna prendendo per mano il lettore lungo tutta la vita di Natalia: dall’infanzia vissuta a Torino, dove nacquero quelle espressioni all’interno della famiglia, quei modi di dire attorno ai quali poi scrisse Lessico famigliare, e via via crescendo fino al secondo matrimonio con Gabriele Baldini, e infine gli ultimi anni di vita che coincideranno col suo impegno politico come parlamentare tra le file del partito comunista. Sono proprio questi ultimi, gli anni della progressiva presa di coscienza di una civiltà italiana che stava cambiando, che portarono Natalia a “dire la verità il mio tempo non mi ispira che odio e noia….un tempo in cui sono stati banditi lo spirito, la responsabilità individuale, il comportamento morale individuale”.
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La scrittrice Natalia Ginzburg
Sandra Petrignani scrive La corsara, che ha un sottotitolo significativo: Ritratto di Natalia Ginzburg. Il libro infatti è la biografia di una delle più grandi scrittrici della letteratura italiana. Conosciuta dai più per aver scritto Lessico familiare, qui è esaminata tutta la sua vita: dalla nascita palermitana, alla formazione torinese fino al definitivo trasferimento a Roma.
Una donna fortunata ed intelligente, che ha sicuramente lasciato un profondo segno nella storia della cultura italiana. Lei ha lavorato e conosciuto personalità importanti come Italo Calvino, suo vicino di casa, Giulio Einaudi, Elsa Morante, sua intima amica, Alberto Moravia, Adriano Olivetti, Carlo Levi, Lalla Romano. Una vita profondamente immersa nella letteratura e nella politica.
L’autrice ha intitolato il libro “La Corsara” perché questo era il soprannome che Garboli e Scarpa avevano dato a Natalia, proprio per i suoi atteggiamenti e comportamenti pirateschi. Le sue battaglie in Parlamento e sulla carta stampata erano senza mezzi termini, profondi ed illuminanti.
Il libro è un saggio preciso e profondo che scava internamente nella vita di questa donna emancipata e profondamente colta. Una ricostruzione della vicenda biografica e letteraria di colei che Italo Calvino definì:
“L’ultima donna rimasta sulla terra.”.