Saggistica Storia e biografie La condizione umana
 

La condizione umana La condizione umana

La condizione umana

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"La condizione umana" si svolge nella fase immediatamente seguente la Rivoluzione cinese, la fase più tragica: quella dell'insurrezione di Shangai del 1927, quando gli operai in armi, guidati dai comunisti, liberano la città prima dell'arrivo di Chang Kai-shek alla testa delle truppe del Kuomintang. Partito comunista cinese e Kuomintang sono ancora alleati, ma già si presagisce la tragica soluzione finale. Chang rompe l'alleanza che Stalin continuava a sostenere, e questa sua ostinazione condanna i comunisti al massacro. La "condizione umana" che interessa Malraux non è quella disperata di centinaia di milioni di diseredati, ma il sentimento dell'impossibilità di comunicazione con l'altro che è la caratteristica saliente dell'essere umano.



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La condizione umana 2018-11-13 15:05:53 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    13 Novembre, 2018
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L'essere umano

«C’erano milioni di vite e tutte ora respingevano la sua; ma che cosa era la loro meschina condanna al confronto della morte che ora si allontanava da lui che sembrava fluire a lunghi fiotti fuori dal suo corpo, come il sangue dell’altro? Tutta quell’ombra immobile e scintillante, era la vita, come il fiume, come il mare invisibile in lontananza, il mare…»

Siamo nel 1927, siamo in Cina e siamo di fronte ai venti giorni più cruenti e sanguinari collocati a ridosso di quella che sarà la Rivoluzione cinese. Siamo cioè nella fase dell’insurrezione di Shangai quando gli operai guidati dai comunisti liberarono la città prima dell'arrivo di Chang Kai-shek alla testa delle truppe del Kuomintang. Siamo agli ultimi tocchi dell’alleanza del partito comunista cinese Kuomintang, siamo in quel preludio in cui Chang Kai-shek romperà l’alleanza con Stalin portando i comunisti alla condanna definitiva: il massacro. Cinque sono i personaggi: Gisors, Clappique, Cen, Kio, e Ferral. Una sola, sarà la morte fisica che si paleserà nel romanzo, collettiva, al contrario la sensazione che si dipanerà.
Perché negli intenti di Malraux non vi è solo la ricostruzione storica del susseguirsi degli eventi, non vi è solo la ricostruzione politica della filosofia e della ragion d’essere un partito, si va oltre. I protagonisti diventano fautori, testimonianza, sentimento. Purtroppo però l’opera non è di facile lettura a causa di uno stile narrativo, di cui è rivestito l’io parlante, prolisso, articolato, volutamente ricercato che, vuoi per una traduzione non pienamente soddisfacente, vuoi per quel caos affatto calmo che le pagine racchiudono, ne rende talvolta confuso e complesso il contenuto nonché farraginoso lo scorrimento. Tema e colonna portante dello scritto è la morte, che aleggia in ogni contenuto, in ogni riflessione e in particolare nella concezione della “morte attiva a discapito di un lasciarsi morire passivo”. Lottare e se necessario morire per un fine, uno scopo, un obiettivo in una lotta continua alla ricerca della comunicazione con il prossimo sono un qualcosa a cui l’essere umano non può sottrarsi.
Scoperto per caso grazie a una menzione da parte di Andrea Camilleri, “La condizione umana”, Premio Goncourt classe 1933, è uno scritto ricco di contenuti e di spunti di riflessione la cui lettura consiglio a tutti gli appassionati di storia e di politica.

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