Saggistica Storia e biografie L'inferno di Elisabeth
 

L'inferno di Elisabeth L'inferno di Elisabeth

L'inferno di Elisabeth

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La presentazione e le recensioni di L'inferno di Elisabeth, opera di Allan Hall edita da Sperling & Kupfer. La sconvolgente storia di Josef Fritzl, che per 24 anni ha tenuto prigioniera la figlia e i bambini nati dall'incesto. Questa è una storia vera e sconvolgente. I protagonisti sono due. Uno cattivo, cattivissimo, il male assoluto. Si chiama Josef Fritzl, vive nella cittadina di Amstetten, nel cuore dell'Austria. L'altra è una ragazza buona e bella. Il suo nome è Elisabeth ed è la figlia di Josef: è giovane e vivace, in cerca di una problematica indipendenza dal peso incombente di un padre.padrone, che già abusa di lei. Il 28 agosto 1984, a diciott'anni sparisce. "Scappata di casa", ripeterà a tutti Fritzl, mostrando un biglietto d'addio autografo. Sepolta viva, invece, in un bunker costruito nel corso di lunghi anni (il cui progetti è stato regolarmente approvato dalle autorità locali...). Il destino di Elisabeth è quello di diventare una schiava, costretta ad assecondare gli incestuosi desideri sessuali del padre, e a dare alla luce - sola, nell'orrore di quello scantinato fetido - sette figli. Soltanto il piccolo Michael non ce la fa. Kerstin, Stefan e Felix sopravvivono nel bunker, grazie all'amore e alla forza d'animo della madre; mentre Lisa, Monika e Alex verranno cresciuti al piano di sopra dal padre orco. Poi, nell'aprile del 2008, la vicenda viene alla luce: è la fine di un tormento durato ventiquattro anni. Questo libro ricostruisce i fatti attraverso una puntuale indagine sul campo, fotografie inedite e numerose testimonianze raccolte fra parenti, amici, medici e poliziotti legati al caso. Oltre alla cronaca dell'agghiacciante ritrovamento, racconta la vita quotidiana di Elisabeth e dei suoi figli nella cantina degli orrore e risponde ai tanti dubbi emersi durante l'inchiesta: come si è formata la personalità del mostro capace di architettare un piano tanto folle quanto solido? Possibile che la moglie abbia creduto al castello di menzogne costruito da Fritzl? Di quali crimini si è macchiato? Al momento, ancora non è dato sapere se la famiglia del bunker potrà ritrovare una qualche normalità, nè se troverà giustizia. Sarebbe bello e consolante poter scrivere un finale sereno, ma questa storia non è un romanzo. E non è nemmeno un incubo, da cui potersi risvegliare in un bagno di sudore. Il lieto fine, forse, non si scriverà mai.

Alla Hall, giornalista e scrittore, è corrispondente da Berlino per numerosi giornali tra i quali il Daily Mail e il New York Post. Per Sperling & Kupfer ha già pubblicato (con Michael Leidig) Natascha. Otto anni con l'orco, sulla vicenda di Natascha Kampusch.



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L'inferno di Elisabeth 2012-10-01 13:25:46 cuspide84
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cuspide84 Opinione inserita da cuspide84    01 Ottobre, 2012
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QUANDO L'ORRORE SCONFINA NELLA REALTA'

“Erano le prime ore di domenica 27 aprile 2008. I poliziotti seguirono “il signore della prigione” attraverso sette porte chiuse a chiave, fino all'ottava e ultima che dava accesso alla caverna nascosta, alla cella in cui il vecchio aveva tenuto la figlia come sua schiava del sesso per ventiquattro lunghi anni. In questo carcere maleodorante e clandestino la ragazza aveva concepito sette figli, tutti nati dall'incesto, tre dei quali allevati nella totale oscurità: gobbi, con la pelle giallastra, l'andatura irregolare per mancanza di esercizio fisico e senza un amico al mondo tranne i fratelli e la madre, la coraggiosa Elisabeth, con cui, diversamente dagli altri bambini, avevano condiviso ogni singolo attimo della propria vita”.

E' una storia agghiacciante in quanto tristemente e follemente vera.
In questo libro si indaga sul passato di Joseph Fritzl, per capire che cosa possa averlo spinto a rinchiudere per ben ventiquattro anni sua figlia Elisabeth, colpevole di essere una ragazza allegra, amante delle feste e tutto il contrario della figlia obbediente e sottomessa che lui desiderava avere, in un mondo sotterraneo da lui stesso creato, una gabbia, un carcere dove abusava di lei e dove hanno visto la luce (ma solo quella artificiale) i sette figli nati in seguito a questi rapporti incestuosi.
Si parte con l'analisi dell'infanzia di quest'uomo, caratterizzata dalla presenza di una figura femminile forte e autorevole, quale era la madre, e dall'assenza di una figura paterna che potesse guidarlo in un epoca in cui il nazismo, nel piccolo paese austriaco in cui Fritzl viveva, veniva visto come un giusto movimento politico con sani valori, da seguire e appoggiare completamente, senza alcuna remissione; e saranno proprio i principi di ordine, disciplina e obbedienza, che guideranno Joseph in ogni azione della sua vita.
Con la ricostruzione precisa e accurata della vita di quest'uomo, grazie anche a dichiarazioni e testimonianze rilasciate da decine di persone che conoscevano la famiglia Fritzl all'epoca dei fatti, si giungerà a conoscere la personalità ambigua e psicopatica di un soggetto che si è voluto creare una famiglia alternativa in un mondo sotterraneo; una famiglia che ha rivisto la luce solo grazie alle gravissime condizioni di salute in cui versava un suo componente, dopo diciotto anni vissuti senza aver mai sentito il sole accarezzare la propria pelle, senza sapere che sensazione dia la pioggia o il vento sul viso, senza sapere nulla di quel mondo lontano e sconosciuto di cui una strana scatoletta (la tv) narrava l'esistenza.

Al momento della stesura del libro, il colpevole di quest'azione orrenda non era ancora stato punito, anche perchè in un paese civile come l'Austria non esisteva alcuna pena per un reato di questo tipo; per cui dopo essere giunta alla lettura dell'ultima pagina, sono andata alla ricerca della pena comminatagli: Joseph Fritzl è stato incriminato per omicidio, riduzione in schiavitù, sequestro di persona, stupro, coercizione e incesto nei confronti della figlia Elisabeth, da lui tenuta imprigionata per 24 anni (8516 giorni) in un bunker sotterraneo nel seminterrato della sua abitazione; il 19 maggio 2009 è stato quindi condannato all'ergastolo e rinchiuso in un istituto psichiatrico.

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Storie vere, crudeli ma reali.
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