Saggistica Storia e biografie L'arte della guerra di Sun Tzu
 

L'arte della guerra di Sun Tzu L'arte della guerra di Sun Tzu

L'arte della guerra di Sun Tzu

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Composto nel IV secolo a.C. da un anonimo che si riallacciava alla tradizione della scuola di Sun Tzu, L’arte della guerra (Bingfa) è il più antico, famoso e studiato fra i trattati di strategia militare. In tredici stringati capitoli, l’opera espone per princìpi fondamentali una dottrina bellica improntata al più schietto utilitarismo, fornendo preziose indicazioni su valutazioni preliminari e gestione logistica di un conflitto, strategie e manovre di attacco e ritirata, rapporti psicologici con le proprie truppe e col nemico, conformazione dei terreni e fattori atmosferici, peculiarità e strutturazione di una rete spionistica.



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L'arte della guerra di Sun Tzu 2022-03-25 20:18:37 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    25 Marzo, 2022
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Strategie di guerra e non solo

«Il meglio del meglio non è vincere cento battaglie su cento bensì sottomettere il nemico senza combattere.»

“L’arte della guerra” è un vero e proprio trattato di strategia militare redatto nel IV secolo a.C. e che si suddivide in tredici capitoli ciascuno dei quali dedicato a un diverso aspetto del conflitto e al contempo anche a un diverso modus operandi relativo a questo. Sul chi fosse Sun Tsu e sul suo esistere o meno ci sono diverse teorie in quanto c’è chi sostiene si tratti di mera leggenda e che non sia mai esistito, c’è chi pensa che fosse un nome fittizio appartenente allo stesso re e chi ancora invece ritiene che potesse essere un uomo chiamato ad addestrare l’esercito del re Wu. Sta di fatto che tra queste pagine viene analizzata l’intera strategia militare che si sposta sulle strategie atte a individuare i punti deboli del nemico, l’uso di spie, la gestione psicologica delle truppe, i luoghi di attacco e le strategie inerenti, a possibili escamotage per cogliere il fianco del nemico ledendolo senza compromettersi ma nemmeno senza lasciarsi colpire. Al tutto si sommano massime di saggezza e perle di narrato che conducono per mano, invitano a proseguire nella lettura ma soprattutto a riflettere su questa e su tutti quei messaggi sottesi che da queste pagine e da queste parole possono essere tratti.

«Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se conosci te stesso ma non il nemico le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali. Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia.»

È la visione della guerra vista dalla prospettiva orientale, narrata da un esperto del settore e al contempo atta a plasmarsi a molteplici interpretazioni. Il testo è piacevole da leggere, è interessante da valutare e consultare anche a piccole dosi ma è piacevole anche da ascoltare nel caso in cui lo si preferisca nella versione audiolibro. Questo perché nel tempo il suo lasciato si è così plasmato e ampliato da rendersi ottimale per ogni tipologia di lettura che sia questa psicologica, di strategia militare o più semplicemente di consultazione.
“L’arte della guerra” ha saputo invitare il lettore a più variegate letture e questo per merito della sua eterogeneità di temi trattati e capacità multiforme. Oggi è anche un testo di consultazione e studio da parte anche di esponenti di spicco.
Ecco perché la sua lettura è consigliata alla mente aperta che desidera arricchirsi e soprattutto che cerca conforto, spunto e riflessione. Essendo un trattato che racchiude al suo interno massime e perle di meditazione si presta a una lettura piacevole per il lettore che vi si approccia con questo spirito. Potrebbe invece rivelarsi pesante e/o meno soddisfacente nel caso di lettore che invece predilige testi di altro genere, meno saggistici e più d’azione dal punto di vista della trama.

«Se il vostro avversario ha un carattere iroso, dovete tentare di irritarlo, se è arrogante, provate a incoraggiare la sua arroganza... Colui che è in grado di muovere il proprio avversario lo fa creando una situazione che indurrà il nemico a compiere una certa mossa; questi alletta il nemico con qualcosa che l’altro pensa di poter far suo. Tiene in movimento il nemico facendogli pendere davanti un’esca e poi attaccandolo con truppe scelte.»

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L'arte della guerra di Sun Tzu 2016-11-05 15:16:28 Nuni83
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Nuni83 Opinione inserita da Nuni83    05 Novembre, 2016
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Il più antico manuale strategico della storia

"Il modo migliore per essere certi di vincere una guerra è assicurarsi la vittoria ancora prima di iniziare a combattere".

E' questo il principio fondamentale di questo libro. Non è la tipologia di testo che in genere prediligo ma ci sono dei titoli che ti chiamano e così è stato per me con L'arte della guerra.

L'ho letto in un periodo della mia vita in cui "ero in guerra" e forse per questo l'ho apprezzato ancor di più. Sun Tzu non parla solo ai guerrieri ma a tutti gli uomini, l'arte della guerra si può applicare a tutte le esperienze e a tutti i campi della vita.

Il libro è diviso in 13 capitoli, in ogni capitolo sono elencati gli insegnamenti. E' difficile da spiegare ma ogni insegnamento apre un mondo al lettore.

Poco si conosce dell' autore, il libro è stato scritto intorno al VI secolo a.C. ma continua a parlare agli uomini con la stessa forza.

E' un libro che consiglio a tutti, basta sfogliarlo per innamorarsene.

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L'arte della guerra di Sun Tzu 2016-09-11 07:55:30 Amante di Libri
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Amante di Libri Opinione inserita da Amante di Libri    11 Settembre, 2016
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La vera vittoria sta nel evitare la guerra

L’arte della guerra è un trattato di strategia militare composto nel IV secolo a.C., suddiviso in tredici stringati capitoli. Ognuno di essi è dedicato ad un aspetto della guerra:

Valutazioni di base (Ji)
Conduzione del conflitto (Zuozhan)
Pianificazione dell’attacco (Mougong)
Disposizioni (Xing)
La forza (Shi)
Vuoti e pieni (Xushi)
Manovre di eserciti (Junzheng)
Le nove variabili (Jiubian)
Muovere l’esercito (Xingjun)
Conformazione del terreno (Dixing)
I nove terreni (Jiudi)
Attacco col fuoco (Huogong)
L’uso delle spie (Yongjian)
Tali suggerimenti hanno influenzato anche la strategia militare europea e molti aspetti della vita come l’economia e la conduzione degli affari. Difatti, questo libro è usato per la conduzione di molte aziende in tutto il mondo, tenendo conto degli aspetti collaterali della società e delle varie teorie. Si dice che fu anche d’ispirazione a uomini come Napoleone, Mao Zedong e Douglas MacArthur. Tuttavia, ve ne è stato un uso improprio in quanto non sempre si riesce a percepire il vero significato del trattato. Sfugge il significato latente al lettore che si approccia a tale trattato, probabilmente con somma sincera nemmeno io l’avrò compreso a pieno.

Vi sono opinioni discordanti sull’esistenza di Sun Tsu. C’è chi dice che fu chiamato ad addestrare l’esercito del re di Wu (e ritroviamo difatti nella fine del trattato un esempio); c’è chi dice che non sia mai esistito e che era un nome fittizio dello stesso re. Nonostante ciò il suo volume è risultato il più consultato nel tempo poichè nell’analisi della strategia militare tiene conto di più aspetti. Si passa dalla gestione psicologica delle truppe all’analisi dei diversi terreni per l’attacco; all’interpretazione dei punti deboli dei nemici all’utilizzo delle spie. Ogni capitolo è contornato da massime tipiche della tradizione orientale, esperti di perle di saggezza quindi si presenta in maniera ostica per noi occidentali, abituati a ragionare per schemi e approfondimenti.

Di conseguenza, i capitalisti non sono programmati per capire la vera lezione di fondo, ovvero: Sun Tsu non prepara alla guerra ma insegna ad evitarla. In un certo senso di discosta e nello stesso tempo si avvicina alla locuzione latina “Si vis pacem, para bellum”. Poiché, uno dei mezzi più efficaci per assicurarsi la pace è di essere in grado di difendersi ma dall’altra parte chi vuole pace deve essere in grado di preparare la guerra.

Da buon stratega Sun Tsu afferma che ogni scontro si può evitare ma se proprio bisogna combattere che sia un combattimento rapido non basato su saccheggi o uccisioni. L’importante è ottenere la vittoria non tramite spargimento di sangue ma è quella che si ottiene prima di combattere, con poco dispendio di energie. Bisogna adattarsi alle situazioni, alle condizioni come fa il flusso dell’acqua, in quanto il suo fluire si adatta ai vari ostacoli che incontra nel percorso dal monte alla valle. Vincere seminando poche morti e poco rancore, tutto parte dall’interno. Se si nega dall’interno la guerra non vi sarà bisogno di metterla in atto all’esterno. Un lavoro di mente e corpo, razionalità ed istinto. Evitare quindi la guerra fine a se stessa, rinnegare gli inviti al conflitto perché ridurre il nemico in rovina non è una conquista.

La lezione di Sun Tsu può essere applicata anche alle varie lotte del nuovo millennio dalla pirateria musicale a quella dei film. E’ un libro di lotta per rimanere in piedi, cercando di concentrarci su quello che diceva l’autore, ovvero: “L’ira può tramutarsi in gioia, e l’indignazione in piacere; uno stato non può tuttavia risorgere dopo essere stato distrutto, né può un uomo rivivere dopo essere morto”.

“Un risultato superiore consiste nel conquistare intero e intatto il paese nemico. Distruggerlo costituisce un risultato inferiore”

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L'arte della guerra di Sun Tzu 2015-02-10 21:10:36 Rollo Tommasi
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Rollo Tommasi Opinione inserita da Rollo Tommasi    10 Febbraio, 2015
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La conduzione del conflitto

“Soggiogare il nemico senza combattere rappresenta la vera vetta dell'arte militare”.

La guerra vista da Oriente. Descritta da un profondo conoscitore delle tecniche militari, vissuto prima di Cristo (2500 anni fa circa)... “Forse”, bisognerebbe aggiungere: perché la maggior parte degli studiosi sostiene che Sun Tzu sia stato richiamato in tarda età, al fine di addestrare l'esercito del re di Wu, dall'esilio volontario in cui si era rifugiato. Documenti recentemente rinvenuti paiono avvalorare questa ipotesi. Ma altri affermano che Sun Tzu non sia mai esistito, e che sotto tale nome fittizio si sia celato lo stesso re di Wu.
In verità, tutto questo conta poco. Il dato di fatto è il lascito di un volume che – si vedrà subito perché – risulta sempre più consultato con il passare del tempo, tanto da essere diventato un vero e proprio testo di riferimento. La strategia militare è analizzata nei suoi molteplici aspetti: dalla gestione psicologica delle proprie truppe all'analisi della conformazione del luogo di battaglia; dalla capacità di scovare i punti deboli nei condottieri nemici all'utilizzo delle spie a scopo di infiltrazione dell'opponente; dal come comportarsi nel caso di sproporzione di forze (a seconda che sia vantaggiosa o svantaggiosa) all'uso sapiente dell'inganno per indurre l'avversario ad agire in modo controproducente.
Il tutto raccontato attraverso massime rapide e generalizzanti – come è tipico della tradizione orientale –, a volte anche criptiche, da interpretare (ed anche questo è un tratto proprio della tradizione in discorso). Parliamo infatti di un libro non facile da leggere per chi ha un approccio “occidentale” – cioè più portato ad un certo tipo di schematismi e spiegazioni approfondite – mentre può essere letto con maggiore soddisfazione da chi ha familiarità con la mentalità dei paesi asiatici, e della Cina in particolare. “Perle di saggezza” (seppure applicate al campo militare) oppure asserzioni indimostrate (da prendere esattamente come sono): molto dipende dallo spirito con cui si legge, dunque.

Quel che è davvero stupefacente è la “dilatazione” che questo libello ha subito nel tempo, trovando applicazione in campi diversi da quello militare: in politica e nelle relazioni internazionali, in economia e nelle dinamiche di mercato, sino ad arrivare alla gestione dei conflitti personali e lavorativi. Un libro che è stato oggetto di studio da parte di noti esponenti politici (Massimo D'Alema risulta essere uno di questi, anche se non è dato conoscere il profitto che ne ha tratto), così come dei quadri dirigenziali di aziende famose e dall'organizzazione complessa. Un libro il cui successo, come già detto in precedenza, si è accresciuto enormemente ai nostri giorni (si mormora che persino il personaggio di Gordon Gekko, protagonista del film “Wall Street”, sia stato ispirato dalla lettura di Sun Tzu). Ciò rende chiaro quanto i principi in esso contenuti siano, in ogni caso, di generale applicabilità.

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