Intervista a Primo Levi, ex deportato
Saggistica
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Opinioni inserite: 1
Questa è una non recensione.
C'è un utente della community che sostiene un suo punto di vista, me lo "rinfaccia" anche in mp: per leui le mie sono "non recensioni".
Be', questa volta lo accontento davvero.
Ho letto questa magistrale intervista di Cereja e Bravo all'"ex" deportato Primo Levi accostandomi al mistero con molta preoccupazione.
Detto fra noi, Cereja e Bravo hanno fatto ben poco...c'è tutto Levi in questa trascrizione di tracciato nastro del 1983...
Ed io di fronte a Primo Levi riesco solo a leggere il silenzio della neve.
Mi è davvero entrato nel petto quel rapporto interpersonale fra perseguitati che lo scrittore torinese, quasi divertito, chiama "il galateo del lager". Modi , metodi, situazioni che in maniera tutt'affatto normale finivano per entrarti nelle vene come lo stesso sapore del sangue bruciato.
Come puoi umanamente raccontare della "pagina della memoria", sorta di notes portatile spalmato all'interno di un cranio deriso e nudo? Certo, "laggiù" non c'era carta...non si scriveva..."laggiù".
Ed ora che ci penso, sinceramente, mi rendo conto che un libro come questo costa solo 10 euro...per cui la maggior parte dei lettori penserà si tratti di un abstract o, peggio, di una riduzione.
In realtà Primo aveva lasciato un piccolo sasso come Pollicino nella fiaba...e l'aveva fatto con due ricercatori...ma per noi.
Perché non smettessimo di tentare di capire.
Che cosa?
Be', l'ho detto, questa è una "non recensione"...
Provate a leggere questa intervista che spezza le vene rugose delle pietre.
Lo capirete bene anche voi...che cosa.