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Indietro Savoia! Indietro Savoia!

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La presentazione e le recensioni di Indietro Savoia!, opera di Lorenzo Del Boca edita da Piemme. La storia del Risorgimento raccontata controcorrente, con rivelazioni scomode e sconvolgenti che mettono in una luce ambigua i membri della Casa Sabauda che hanno vissuto l'unificazione dell'Italia in prima persona.

Lorenzo Del Boca è giornalista di professione e dal 2001 Presidente dell'Ordine dei Giornalisti. Ha scritto altri saggi storici, fra i quali Maledetti Savoia e Il dito dell'anarchico.



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Indietro Savoia! 2013-04-16 16:48:42 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    16 Aprile, 2013
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Ma che bella dinastia…

Da che mondo è mondo la storia è sempre stata insegnata secondo le esigenze della classe dominante.
A questa verità non poteva sfuggire, pertanto, anche il nostro paese e a tante menzogne che ancor oggi vengono propinate sui banchi di scuola ha cercato di porre rimedio Lorenzo Del Boca, con questo piacevole volumetto che tratta del nostro periodo risorgimentale.
Che Carlo Alberto fosse re tentenna lo sapevamo tutti, ma che poi fra le sue caratteristiche ci fosse anche la vigliaccheria e la cattiveria ci è sempre stato taciuto. E la più volte ripetuta ferocia austriaca durante le cinque giornate di Milano? Radetzky, che peraltro era sposato a un'italiana, avrebbe potuto tranquillamente bombardare la città e invece non lo fece, perché quella era la sua città.
Un altro personaggio chiave, sempre descrittoci come eroico e glorioso, cioè Vittorio Emanuele II, altri non era che un donnaiolo impenitente di bocca buona, per nulla coraggioso, al punto da nascondersi durante le battaglie della II Guerra d'Indipendenza, e per di più anche disonesto; fra l'altro lui sì che fece bombardare Genova nel 1849, soffocando nel sangue una pacifica manifestazione di protesta dei cittadini di quella città. Le chicche più ghiotte, però, si leggono relativamente alla leggendaria impresa dei mille, con un Garibaldi ben diverso da quello della storiografia ufficiale, mai in prima linea e in ogni caso non a cavallo, a causa di un'artrosi che lo affliggeva da anni e che gli impediva di stare in sella.
L'epica battaglia di Calatafimi, dove le camicie rosse, sparute di numero e male armate, mettono in fuga un imponente esercito borbonico, mi aveva reso dubbioso fin dalle elementari ed ecco spiegati i motivi della grande vittoria: corruzione fra gli alti dignitari e ufficiali del Regno delle due Sicilie, abilmente messa in atto da Cavour attingendo alle risorse della Lombardia da poco conquistata.
Meno noto e veramente increscioso fu poi il trattamento riservato dalle truppe piemontesi alla povera gente del sud che, tartassata da tasse e balzelli, sognava il ritorno dei Borboni.
La storiografia ufficiale parla di guerra al brigantaggio e invero qualche brigante esisteva in meridione, ma non tale da giustificare l'uccisione di circa 200.000 civili, la distruzione di villaggi, la violenza alle donne.
Non vado oltre per non anticipare le risposte alle domande che molti si porranno; mi limito a dire che è un libro che consiglio vivamente, sia per la sua facile lettura, sia perché la ricerca della verità dovrebbe essere propria di ognuno di noi.

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