Imperi dell'Atlantico
Saggistica
Editore
Sir John Elliott è Regius Professor Emeritus di Storia Moderna presso l'università di Oxford. Tra le sue opere: Il vecchio e il nuovo mondo (il Saggiatore, 1985), Richelieu e Olivares (Einaudi, 1990), Il miraggio dell'Impero. Olivares e la Spagna: dall'apogeo alla decadenza (Salerno, 1991), La Spagna e il suo mondo (Einaudi, 1996) e Imperi dell'Atlantico (2010).
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Due imperi a confronto
Quali erano gli imperi dell’Atlantico? A questa semplice domanda risponde questo interessante libro che abbiamo di fronte a noi.
La scoperta di Cristoforo Colombo delle Amerche nel 1492 sancì una svolta nella storia europea. In fatti spostò il baricentro delle rotte commerciali dall’area del Mediterraneo all’oceano Atantico aprendo di fatto la strada due potenze emergenti situate ai margini del continente europeo. Nell’area geopolitica occidentale dell’Europa si affacciarono due paesi: uno situato sulla penisola Iberca, la Spagna, e l’altro, un’ isola, l’Inghilterra. Entrambi in breve tempo diventarono potenti potenze marittime in grado di fondare vasti imperi coloniali e contendersi l’egemonia sulle rotte atlantiche.
La seconda domanda alla quale risponde questo testo di saggistica può essere questa: come diventarono possibili l’ascesa spagnola e quella britannica?
Prima di avventurarsi nella lettura di questo avvincente libro è utile tenere presnte che in entrambi i casi sia nel caso spagnolo sia in quello inglese fu da subito presente la netta volontà di entrambi i paesi di trapiantare oltre oceano nelle terre amercane appena scoperte le carattristiche sociali, culturali,religiose, economiche e politiche presenti in Spagna o in Inghiltera. Ciò diede vita a due tipi di imperi coloniali:uno di matrice cattolica, assollutista o latina e l’altro di origene protestante, liberale o anglosassone. In sostanza due culture in competizione ma concordi nel ritenere le terre d’America come uno spazio di conquista e da sfruttare ma sopratutto da convertire al cristianesimo. Il dominio coloniale dunque assunse modelli diversi: quello spagnolo era centralistico e burocratico, mentre quello britannico poggiava sul individualismo del singolo.
Il percorso di lettura è scandito da un rullino di marcia temporale. Si parte dall’occupazione delle terre americane per poi proseguire con la parte dedicata al consolidamento del potere e dell’autorità del sovrano. La tappa successiva comprende i fattori che portarono all’emancipazione delle masse popolari delle Americhe e si conclude con la crisi degli imperi coloniali con la formazione delle nuove identità nazianali nel continente americano.
Il libro si presta ad una lettura scorrevole ma anche piacevole pur essendo arricchito con informazioni dettagliate ed approfondite ben documentate che però potrebbero stancare un lettore distratto ed non attento al contenuto veicolato dall’autore. Si tratta di un testo che richiede dal lettore un attenzione al particolare continua dunque non superficiale. È chiaro che abbiamo di fronte un testo di alto valore scientifico scritto con uno stile dinamico e diretto, sempre attento al particolare storico che ha lo scopo di dare al lettore senza nozioni storiche particolari e approfondite sull’argomento tutti gli elementi chiarificatori necessari per la corretta comprensione dell’evoluzione degli eventi e degli avvenimenti storici trattati dall’autore.
In sostanza un libro di saggistica adatto a chi desideri conoscere la dinamica dei due maggiori imperi coloniali marittimi, quello spagnolo e quello britannico, che diedero il volto al continete amercano odierno.
In conclusione un libro sicuramente da leggere con l’attenzione che merita essendo scritto magistralmente da un esperto di fama internzionale.