Saggistica Storia e biografie Il nazista e lo psichiatra
 

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Il nazista e lo psichiatra

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La presentazione e le recensioni di "Il nazista e lo psichiatra. Norimberga 1945. La seduzione del male nell'incontro tra un giovane medico e Herman Goring", saggio di Jack El-Hai edito da Rizzoli. Douglas Kelley era il giovane e brillante psichiatra americano che nel 1945 vegliò sulla salute mentale dei gerarchi nazisti, seguendoli fino alle prime fasi del processo di Norimberga. Poté studiarli da vicino, li sottopose a un'imponente mole di test e raccolse interi quaderni di appunti rimasti finora inediti. Poi, nel 1958, a 46 anni, Kelley si suicidò davanti alla moglie e ai figli, ingerendo una fiala di cianuro: come Hermann Göring prima dell'impiccagione. E proprio Göring - pachidermico, fatuo, narcisista, magnetico - è il coprotagonista di questo libro, in cui Jack El-Hai racconta la vita quotidiana dei prigionieri, la falsa amnesia di Hess, le farneticazioni mistiche di Rosenberg, i "capricci" di Göring. Il risultato è la storia di un incontro "fatale", un corpo a corpo psicologico tra due personaggi ambigui e complessi, e paradossalmente affini.



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Il nazista e lo psichiatra 2014-04-30 20:03:54 ant
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ant Opinione inserita da ant    30 Aprile, 2014
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Storia e psicologia

il testo è incentrato sul vissuto, sia professionale che privato, dello psichiatra statunitense Douglas M. Kelley, a cui fu affidato l'incarico, dal governo degli USA, di esaminare i prigionieri nazisti che poi sarebbero stati sottoposti al famoso processo di Norimberga che si concluse nel gennaio 1946. Il compito principale dell'esperto professionista fu quello di certificare le capacità mentali degli imputati per i processi da tenersi da lì a poco, ma Kelley volle andare oltre e cercò di indagare, attraverso test specifici e colloqui particolareggiati, sulle peculiarità e le particolarità dei detenuti nazisti per stilare un quadro clinico sui possibili elementi comuni che potessero poi sfociare in comportamenti come quelli avuti dai nazisti.
Tra tutti i leader nazisti che Kelley potè avvicinare, Hermann Göring, Joachim von Ribbentrop, Julius Streicher, Ernst Kaltenbrunner, Karl Dönitz ,Rudolf Hess etc., sicuramente la figura che lo colpì e lo affascinò di più fu quella di Göring. Tra i due si stabilì un rapporto di stima reciproca e addirittura il gerarca accettò tutti i consigli del medico, arrivando a dimagrire e soprattutto smettere di abusare di sostanze stupefacenti come la paracodeina. Il libro si sviluppa poi con le notevoli digressioni sulle singolarità di ogni detenuto,sulla fase di avvicinamento al processo e sui giorni delle udienze.
Quello che spicca, a mio avviso, in questo romanzo sono due cose : 1) Kelley e Göring, pur avendo svolto nella vita mansioni differenti e soprattutto aver agito in modo diametralmente opposto sono accomunati dallo stesso destino, si suicideranno infatti entrambi nello stesso modo 2)La cosa che più mi ha sconvolto e che lascio come conclusione di questa recensione, cioè dopo aver studiato a lungo i leader nazisti , Kelley alla presentazione del suo libro pubblicato dopo il processo di Norimberga(22 Cells in Nuremberg) ebbe a dire:
...""Sono persone che vivono in ogni Paese del mondo, i loro schemi della personalità non sono oscuri, ma si tratta di soggetti che hanno pulsioni particolari, che vogliono esser al potere. Voi dite che qui non esistono, ma io sono certo che anche negli Usa ci sono persone disposte a scavalcare i cadaveri di metà della popolazione statunitense pur di ottenere il controllo dell'altra metà e si tratta di coloro che oggi si limitano a parlare, a sfruttare i diritti della democrazia in modo anti democratico""...
..ed aveva ragione purtroppo(non esiste l'unicità del nazismo come qualcuno aveva sostenuto, queste mostruosità infatti poi si sono ripetute)
Il libro è stato scritto grazie alle dichiarazioni raccolte dal giornalista El-Hai dal figlio di Kelley, Doug

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