Saggistica Storia e biografie Il gioco delle parti. Vita straordinaria di Luigi Pirandello
 

Il gioco delle parti. Vita straordinaria di Luigi Pirandello Il gioco delle parti. Vita straordinaria di Luigi Pirandello

Il gioco delle parti. Vita straordinaria di Luigi Pirandello

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Un racconto biografico su un grande personaggio della letteratura italiana in cui risaltano temi e momenti storici mai finora così esplorati e definiti. La nascita in una Sicilia tra Medioevo e Far West che ne segnò la vita e l'ispirazione, il fascismo di Pirandello, tutt'altro che superficiale ed episodico, ma sentito e coltivato anche se, a volte, solo e soprattutto per motivi opportunistici. La vera storia del rapporto con la moglie pazza e con i figli, di cui il drammaturgo fu carnefice e vittima. L'appassionante racconto del rapporto affettivo e artistico tra Pirandello e Marta Abba: una delle storie d'amore "a senso unico" più grandi della letteratura. Le opere di Pirandello finalmente spiegate, passo passo, dal racconto della stessa vita dell'autore, ma anche nella loro grande attualità.



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Il gioco delle parti. Vita straordinaria di Luigi Pirandello 2017-10-01 05:45:06 siti
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siti Opinione inserita da siti    01 Ottobre, 2017
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ANIMA TRAGICA

Matteo Collura eccelle con questo scritto nella restituzione al lettore contemporaneo di un grande autore, di un uomo complesso – in assoluto il meno ingabbiabile in qualsivoglia categoria- , frammentato e dilaniato. Lo fa, al suo solito, attingendo a piene mani dalla stessa produzione letteraria dell’artista di cui parla, dalle sue lettere private, e in questo caso le missive a Marta Abba hanno rappresentato fonte copiosa, nonché dai ricordi delle persone che gli furono vicine, poche in realtà. È ad ogni modo regina la sua produzione teatrale; in ogni dramma celato il suo dramma, in ogni battuta compendiato il suo pensiero; visibile sempre e comunque lo strappo. Stride il racconto della vita con la grandezza della pagina scritta; addolora conoscere il prezzo del successo avuto in vita, il pegno pagato all’arte in cambio della sua devozione totale. Emerge oltre al ritratto di un uomo solo, un uomo capace, secondo il suo sentire, di far del male indirettamente a chi gli sta vicino, un uomo con una mania di controllo che lo ingabbia fino al testamento ad un volere discutibile e ad una preoccupazione eccessiva. Un marito defraudato della moglie, un padre devoto ma dalla presenza troppo ingombrante per l’autonomia filiale, un uomo attempato condannato infine all’amore platonico. Un uomo solo, come tutti, ma schiacciato dalla sua stessa identità, non tanto quella che in vita sogliono attribuirgli i più svariati giudizi critici, da lui sempre mal sopportati, quanto quella stessa sfuggente materia di cui si sente fatto e che mal sopporta le infinite maschere a cui soggiace, un uomo che ha intravvisto la difficoltà del vivere rimanendo imbrigliato e affascinato dalla sua bellezza complessa, incompiuta , limitata ad uno sputo di vita.
Biografia vivamente consigliata anche per scoprire i segreti dell’attribuzione del Nobel, i veri rapporti col fascismo e col Duce, la natura dell’amore con la sua Musa, per una rilettura ragionata dei suoi drammi più importanti e della loro genesi dalla produzione novellistica, ma soprattutto per avvicinarsi ad un’anima tragica la cui condanna in vita fu l’arte tutta nutrita di infelicità.
Ho sempre amato Pirandello, l’autore, mi accosto ancor di più a lui e con rinnovato interesse pur rimanendo confusa e annientata da questa figura di uomo; plaudo a Collura che ancora una volta imprime ai suoi soggetti la giusta caratterizzazione siciliana che imprime l’anima alla nascita e la scolla dal resto dell’esistenza. Richiamo in ultimo la bella biografia di Sciascia, “Il maestro di Regalpetra. Vita di Leonardo Sciascia .” e invito alla lettura di entrambi i volumi.

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Il gioco delle parti. Vita straordinaria di Luigi Pirandello 2015-05-14 12:04:44 Emilio Berra TO
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Emilio Berra  TO Opinione inserita da Emilio Berra TO    14 Mag, 2015
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LACRIME. Pirandello dolente

"Se la portava addosso come una seconda pelle, la tristezza di veder tutto triste".

Questo bel libro di M. Collura è di grandissimo interesse per chi possiede qualche conoscenza delle opere pirandelliane.
L'autore compone una biografia di Pirandello (con particolare attenzione agli ultimi decenni di esistenza) mettendo in evidenza la relazione, talvolta strettissima, fra la vita e le opere del grande scrittore e drammaturgo, usando a piene mani documenti epistolari sia suoi che dei congiunti e di Marta Abba, celebre attrice e sua 'musa ispiratrice' .

Collura, pertanto, poco s'interessa agli aspetti formali, al contesto culturale-letterario e all'analisi psicoanalitica, benché alcuni spunti non mancherebbero. Rimane nel proprio ambito, ma l'approfondimento di esso è ricchissimo e molto ben supportato.
L'immagine che emerge è di un personaggio estremamente dolente, soverchiato nella vita privata e non rasserenato da quella pubblica-artistica, benché non gli siano mancati riconoscimenti.
All'assegnazione del Premio Nobel, scrive: "Non mi sono mai sentito tanto solo e tanto triste", e nel discorso tenuto in Svezia aveva aggiunto di di aver sentito "il bisogno di credere all'apparenza della vita senza alcuna riserva", traendone però "delusioni amare, esperienze dolorose, ferite terribili" : l'"apparenza della vita": notiamo come il rovello di molti suoi personaggi agisse prima ancora nel loro autore.
Il figlio Stefano lo ammoniva: "Tu trascuri cose umili e ciò provoca in te contraccolpi".

Pirandello visse una vita familiare che tanto lo angustiò: la pazzia della moglie portò in casa un clima tesissimo. La signora era addirittura gelosa della figlia, tanto che questa venne allontanata, dopo un tentativo di suicidio. Lo scrittore ricorda di aver "scritto 'Il fu Mattia Pascal' nel momento più tragico della mia vita (...) lavorando giorno e notte, mentre vegliavo la capezzale della mia povera inferma" : ecco il desiderio d'evasione dalle angustie coniugali.
La "povera inferma", da parte sua, scrive in una lettera al figlio Stefano poche settimane prima del ricovero, che di fatto fu definitivo : "E' il fluido della gran parte degli uomini siciliani che mette questa cappa di piombo nella propria famiglia. (...) in Sicilia la donna deve rappresentare 'Mater dolorosa' ". Proprio con questa espressione, Pirandello definirà il personaggio della Madre nei "Sei personaggi in cerca d'autore". Opera che rappresenta un incontro quasi incestuoso del Padre con la Figliastra: probabilmente l'autore elaborò uno degli incubi della moglie relativi alla gelosia verso la figlia.

Nel 1925 avviene l'incontro con Marta Abba: fu un amore essenzialmente platonico che (forse proprio per questo) durò fino alla morte del drammaturgo. Anche tale legame idealizzato fu fonte di cocente dolore: lei era quasi sempre lontana a mietere successi professionali. Lui, precocemente invecchiato, sempre più ripiegato sul proprio pessimismo. Il nipote Andrea avrebbe dovuto portare il nome del nonno, Luigi, ma Pirandello inviò un telegramma al figlio: "Scongiuroti tenere lontana bambino infelicità mio nome".


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Pirandello
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