Saggistica Storia e biografie Il diario di Lena
 

Il diario di Lena Il diario di Lena

Il diario di Lena

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La presentazione e le recensioni di Il diario di Lena, opera di Lena Muchina edita da Mondadori. Leningrado, 22 maggio 1941. Il diario di Lena comincia qui, pochi giorni prima dell'invasione dell'Unione Sovietica da parte dell'esercito nazista. Lena Muchina è una ragazza di sedici anni, alle prese con gli esami di fine anno, le uscite con le amiche, i primi innamoramenti. L'estate è alle porte e sembra che nulla possa turbare la sua adolescenza allegra e chiassosa. Poi, improvvisa, l'eco della guerra acquista intensità e comincia a fare da sfondo sempre più cupo alle sue riflessioni spensierate e ancora infantili. L'arrivo delle truppe naziste in terra sovietica obbliga Lena a prendere parte ai programmi di difesa del governo comunista: lavora dapprima alla costruzione di trincee, e poi, quando a settembre ha inizio l'assedio di Leningrado, come infermiera per i feriti di guerra, mentre gli scontri sempre più violenti privano i civili di beni primari come cibo, acqua ed elettricità. Lena lotta per mangiare e ripararsi dai bombardamenti, ma non rinuncia a raccontare la guerra con la voce di chi, a sedici anni, guarda con fiducia al futuro, nonostante la morte della nonna e poi della madre la privino di un sostegno proprio nel momento più difficile. La fame e il freddo del lungo inverno sovietico sembrano avere il sopravvento ma, anche quando rimane sola, non l'abbandonano il desiderio di vivere, l'attesa per la pace che appare ormai imminente, la speranza sempre più concreta di potersi rifugiare presso una zia che vive fuori città. Alle pagine di questo diario, riportato alla luce dopo oltre settant'anni di oblio, affida la sua sopravvivenza: scrivere significa per lei resistere, combattere la propria guerra quotidiana e sfidare la morte per poter sperare in un futuro diverso. Il diario di Lena è un eccezionale documento storico depositato negli archivi di Stato dell'Unione Sovietica, dove è rimasto per oltre settant'anni, fino alla recente scoperta di uno storico dell'università di San Pietroburgo che, colpito dall'intensità della scrittura, ha deciso di renderlo pubblico.

Lena Muchina ha scritto un diario per un anno, dal 1941 al 1942, durante l'assedio nazista di Leningrado. Sopravvissuta alla guerra, è morta a Mosca nel 1991, a 65 anni, senza essere riuscita a veder realizzato il suo desiderio più grande: quello di diventare scrittrice.



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Il diario di Lena 2013-09-03 21:08:20 calzina
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calzina Opinione inserita da calzina    03 Settembre, 2013
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la fame che sbrana il fisico e la mente

Questo diario-testimonianza nasce a Leningrado nella primavera del 1941. Chi decide di dare voce ai propri pensieri e di confidarli a queste pagine dolorose è una ragazzina di 16 anni, Lena. Lena è una ragazzina come tante, per certi aspetti molto somigliante anche alle ragazzine d'oggi. I primi battiti del cuore, le prime amicizie, le sofferenze della solitudine, il non sentirsi capiti, "l'invidia" per l'amica che ha già il ragazzo, i brutti voti a scuola, questi sono i pensieri che ci racconta Lena nelle prime pagine di questo suo Diario. Poi tutto muta. I toni si fanno lentamente ma inesorabilmente più tristi, i pensieri fissi non sono più alla scuola e agli affetti, ma sono ai bombardamenti, ai morsi della fame, al come riuscire a procuraris il cibo l'indomani. E' dolorosamente evidente che ogni pensiero ed ogni singolo sforzo di Lena tramutino e siano spesi nel tentativo di arginare il perenne senso di fame che attanagliò lei come la maggior parte degli abitanti di Leningrado durante l'occupazione nazista. E' spaventosamente drammatica la descrizione giornaliera dei suoi pasti. Di come cerchi di gustarsi il poco cibo che riesce ad accaparrarsi. Le sue maniacali descrizioni anche del modo in cui si procura e cucina questo cibo sembrano proprio tese a prolungare la gustazione di questo cibo, come un voler placare la fame parlando di cibo.
E' assai doloroso leggere queste pagine, questo diario lascia un senso profondo di dolore e desolazione, di rabbia e di riflessione.
Sarebbe terribilmente errato giudicare questo diario solamente una testimonianza. E' molto di più, è un grido di dolore che va ascoltato. Ogni conflitto porta con se questo, ogni conflitto sacrifica la serenità dei bambini e dei ragazzi più di ogni altra cosa. A nulla valgono le giustificazioni di sorta. La guerra è sofferenza e Lena alza forte questa voce. La sorte toccata a lei è comune a quella che tocca tutt'ora tanti ragazzi e bambini nel mondo.
Mi sono a lungo domandata su quale voti assegnare a questo Diario: è scritto in maniera molto semplice, come già accennato vi è una descrizione maniacale del cibo, alcune vicende rimangono sospese e non si può di certo dire che sia piacevole. Ma come protrebbe essere piacevole una testimonianza di questo genere? Il voto risultante è basso, ma è un libro che consiglio a tutti, per incidere nella propria mente queste pagine dense di tristezza, di guerra e di fame, ancora una volta, non giriamoci dall'altra parte.
Lena ha un miglioramente di umore solo per il fatto che fuori splenda il sole o che senta il cinguettio degli uccellini, la vita cambia totalmente vista da un'altra angolazione e leggere questo libro mi ricorderà di farlo in ogni momento buio. Grazie Lena.

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Lettura consigliata
  • no
Consigliato a chi ha letto...
nb: ancora una volta devo necessariamente entrare in polemica con ha realizzato la copertina di di questo libro. Per prima cosa Lena ha 16 anni e il bambino o bambina (?) raffigurato ne ha sicuramente meno. Inoltre dove viene descritto che Lena gioca o possa stare tranquillamente fuori quando c'è la neve? arghhh....queste cose le odio, sembra che l'idea che si sia voluta trasmettere sia solo quella di una bambina e del freddo , come per dire neve=freddo. Non ci siamo proprio.
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