I soldati di Stalin. Vita e morte nell'Armata Rossa 1939-1945
Saggistica
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Quale esercito era l’ Armata Rossa?
L’Armata Rossa era l’esercito che sconfisse la potente Wehrmacht sul fronte orientale durante la seconda guerra mondiale.
Questo libro si pone una serie di domande:
quale tipo di esercito era l’Armata Rossa?
quali regole vigevano nell’Armata Rossa?
come era la vita dei soldati nell’Armata Rossa prima e durante il secondo conflitto mondiale?
Quali erano le conseguenze delle purghe staliniane ?
Con quali sacrifici venne ottenuta la vittoria dall’Armata Rossa nella guerra contro il nazifascismo?
Chi erano i soldati dell’Armata Rossa?
Lo scontro tra la Wehrmacht e l’Armata Rossa sul fronte orientale segnò le sorti di entrambi i popoli. Prendendo in mano questo libro bisogna tenere presente che non si trattò solo di una guerra ideologica tra i due regimi totalitari, qullo nazista e quello comunista staliniano. Lo scontro assunse un valore diverso per entrabi i contendenti. Per Hitler e i suoi soldati si trattò di una guerra razziale, mentre per Stalin e il suo esercito si trattò di combattere una guerra patriottica. Nel affrontare la lettura di questo libro è utile tenere presente questo fatto.
La lettura di questo libro è in defintiva un percorso della guerra combattuta sul fronte orientale vista però da parte dei soldati dell’ Armata Rossa. Il testo può essere diviso in diverse parti fondamentali che possono essere così riassunte con queste parole : prima del conflitto, l’attacco, il scarificio la restenza, l’avanzata , la vittoria.
È chiaro che non si tratta della descrizione di una guerra e dei suoi combattimenti vista da Stalin o dai vertici militari, ma l’evento bellico viene visto con gli occhi dai soldati e dai ufficiali scraventati in prima linea dal corso degli eventi bellici. Il lettore dunque passa in rassegna il vissuto quotidino delle truppe esposte ai combattimenti e esplora le condizioni incotrate nelle retrovie da chi ritornava o si avviava al fronte.
La figura di Stalin rimane preste in ogni caso in ogni lembo del lungo chilometrico fronte. Si combatteva per Stalin e per la patria. Il lettore attento ai particolari non percepisce solo il fattore ideologico presente tra le truppe, ma anche può captere l’attaccamento alla madere patria ovvero il sentimento secolore che legava la gente comune alla terra russa. Questo sentimento di attaccamento è presente in ogni soldato, in ogni ufficiale in ogni civile ed è più profondo dell’idelogia comunista.
Per il soldato comune mobilitato nell’Armata Rossa si trattava innanzitutto di difendere la propria terra natia. Solo tenendo conto di questo fattore si può capire l’atteggiamento dei soldati e dei ufficiali di fronte al nemico invasore descritto in questo interessante libro.
Di fronte abbiamo un libro di divulgazione storica che affronta l’argomento dal basso e non dall’alto. Qui non prevalgono i governanti di turno dell’epoca ma gli uomini comuni chiamti alle armi.
Il libro si presta ad una veloce lettura che però non diventa mai noiosa, anzi al contario il lettore trova sempre dei approfondimenti interessanti che arricchiscono il discorso intrapreso dall’autrice. Il libro è corredato da immagini che illustrano efficacemente le condizioni di vita dei soldati.
In sostanza un libro che può interssare chi desderi sapere qualcosa di più sulla guerra combattuta sul fronte orientale nella seconda gurra mondiale.
In conclusione un libro da leggere con la dovuta attenzione per potere riflettere sulla storia dell’URSS.
Indicazioni utili
Per Koba...ed anche per la patria.
E' un grande libro.
Peccato non sia diffuso così come la Merridale sperava.
Quella che lessi l'anno scorso è un'opera che ha vissuto tre stesure.
Un parto decisamente lungo, otto anni di lavoro.
La storia dell'Armata Rossa è una esaltante interpretazione psicosociologica di uno dei più forti eserciti del mondo.
Magnifica, a mio parere, la descrizione della operazione "Barbarossa" del 1941.
Stupenda, quasi strategica, la ricostruzione della battaglia di Stalingrado, interpretata come "unica chiave di volta" della sconfitta germanica.
"I soldati di Stalin" tra i tanti presenta un grande pregio: quello della presa di coscienza dell'identificazione dell'esercito di popolo con il condottiero "assente".
I "barahituj", appellativo scherzoso dei soldati dell'Armata Rossa, "fedelissimi" appunto, andavano alla morte non in nome della "patria borghese", bensì in nome di Stalin, l'uomo di ferro.
Del resto nel loro giuramento essi alzavano il pugno sinistro chiuso in onore del compagno "Koba", nome da partigiano del dittatore sovietico.
Fantastico il capitolo di speculazione sull'ordine delle priorità che il soldato sovietico deve rispettare.
Quasi quasi me lo rileggo.