I maledetti
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I maledetti
Non è facile recensire un libro come questo, innanzi tutto gli autori sono molti (fra loro nomi come Marcello Veneziani, Marina Valensise, Giordano Tedoldi) quindi lo stile non è univoco ma sono molti anche i personaggi. Infatti che cosa accomuna Caravaggio, Cagliostro, Céline, Evola, Best e i Rolling Stones? Il loro genio naturalmente ma anche la "maledizione" delle loro vite.
Alcuni già li conoscevo e conoscevo le loro vite, altri sono stati per me una sorpresa come per esempio Aleister Crowley, Serge Gainsbourg o Piero Ciampi.
Il libro non è una serie di biografie ma più che altro un insieme di saggi che, trattando l'unicità di alcune vite famose, sostengono l'assunto -il genio va di pari passo con la sregolatezza-. I geni non sono mai persone comuni, sono per lo più estranei al mondo reale (come Dino Campana o Vincent Van Gogh), precursori dei tempi loro malgrado (come Nietzsche o Wilde), portano addosso i segni del disagio mentale, alcuni comportamenti schizofrenici, masochisti, il carattere melanconico, l'epilessia. Sono votati all'autodistruzione con l'abuso delle droghe più disparate ma soprattutto del fumo e dell'alcol.
Alcune di queste vite speciali sono raccontate dagli autori in modo biografico altre sotto metafora di sogno. Questo è in realtà un libro filosofico: tutti questi personaggi sono maledetti per noi (col senno della normalità) non per se stessi perché, quella che hanno vissuto, altro non è che la loro vita, il triste e pesante tributo al loro genio "...visto che proprio la sregolatezza trasforma la vita dell'artista in un'opera d'arte".
La vita dissoluta, sregolata, sofferta è quindi il conto presentato dal grande dono che essi hanno e c'è poi chi la adatta al proprio genio e chi invece la subisce.
Chi sono i geni maledetti in questi nostri tempi? Penso subito a Whitney Houston, ad Amy Winehouse, a Charles Bukowsky, a Vasco Rossi, a Rino Gaetano, a Diego Armando Maradona; non sono filosofi o pittori ma usignoli con una voce stupenda, poeti di versi scritti o in musica, fantasisti unici dello sport che però si sono portati dietro il peso di un dono che a volte può distruggere "....la modernità preferisce coloro che, malgrado il successo, non riescono o non vogliono rinunciare ad annientarsi".