Gli eredi della solitudine
Saggistica
Editore
Aldo Gorfer (Cles 1921- Trento 1996), uno dei fondatori del quotidiano "Il Popolo Trentino" e caporedattore del giornale "L'Adige", fu autore di importanti inchieste giornalistiche e numerosissimi saggi di storia del Trentino.
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VIAGGIO AI CONFINI DI UNA REALTA’ SCONOSCIUTA
Quante volte andando in montagna capita di vedere sui cocuzzoli delle montagne, sui luoghi più impervi mai visti, su pendii in cui il dislivello sembra spaventoso e del tutto incompatibile con la vita quotidiana, sperdute casette che svettano fiere e orgogliose con accanto l’immancabile stalla?
Sono i masi, abitati da famiglie numerose, da contadini lavoratori indefessi che mantengono le tradizioni della loro terra, della loro amata heimat; un mondo a sé, completamente diverso e distante anni luce dai paesi che si trovano a valle, sia che si tratti di Vipiteno, Brunico, Bressanone o di un altro centro abitato in cui le fabbriche hanno dato lavoro a numerose persone che, abbandonati i familiari masi, hanno deciso di cambiare vita e di lasciarsi alle spalle la solitudine, la paura delle valanghe, il freddo pungente d’inverno, la mancanza di comodità, la sicurezza e la vita a stretto contatto con la montagna.
Questo libro non è recente, racconta di un viaggio fatto nei vari masi del Tirolo del sud dall’autore e dal fotografo, le cui opere accompagnano quest’inchiesta, negli anni ’70. Il racconto, le interviste, le immagini, raccontano di persone semplici, ospitali nonostante la loro diffidenza nei confronti degli estranei, il loro attaccamento alla terra, alle tradizioni, agli avi, i loro sentimenti, di paura, orgoglio e rassegnazione, la loro capacità di adattamento a situazioni in cui sarebbe stato sicuramente molto più facile scendere a valle e ricominciare da zero, piuttosto che restare e continuare a tirare avanti, a lavorare per vivere.
Sono passati quarant’anni dalla stesura di questo libro, spesso, nel corso della lettura, mi sono domandata che fine abbiano fatto i masi qui descritti, alcuni già in pessime condizioni all’epoca, alcuni in attesa che venisse costruita la strada che, finalmente o disgraziatamente, li avrebbe collegati alla civiltà, alcuni già allora uno spettro di quello che erano stati; chissà dopo tutte queste stagioni trascorse, dopo tutte le valanghe cadute, come saranno ora… agriturismi, ristoranti, semplici masi o un insieme di mura e legna con una storia da raccontare?
Di questo libro ho apprezzato soprattutto le foto che esprimono al meglio, insieme alle parole degli abitanti dei masi, le condizioni di vita, la durezza, la solitudine, la semplicità e l’amore che traspare da ogni casetta che si scorge in un tutta la sua bellezza in un improbabile punto del fianco o della cima della montagna.
Il pensiero di quanto difficile possa essere vivere in un posto del genere, soprattutto d’inverno, non rende la realtà e la storia che queste costruzioni hanno da raccontare: una lettura difficile, curiosa e dura… adatta a chi ha sete di conoscere e voglia di vedere oltre le bellezze della natura e dei paesini altoatesini.