Giallo a corte Giallo a corte

Giallo a corte

Saggistica


"Chi fu il mandante dell'efferato omicidio del vescovo di Mantova? Di chi fu la lama che uccise l'onorabile Critonio in quell'angolo buio di piazza Purgo (ora Marconi)? Perché la povera Agnese Gonzaga fece una fine così orribile? Brunelli torna al giallo, anzi al "giallo storico", dopo Requiem in rosso, Scarlatto vermiglio porpora e Delitto in sagrestia. Fedeltà alle fonti, accuratezza ricostruttiva e sapienza narrativa si alternano in queste storie illustri della Mantova ducale, volutamennte celate dalla storiografia ufficiale".



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Giallo a corte 2017-04-03 05:05:48 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    03 Aprile, 2017
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Indagini su casi irrisolti

E’ risaputo che più il tempo passa, più diventa difficile trovare l’autore, o gli autori, di un delitto. Quando poi non si tratta di anni, ma di secoli la cosa diventa praticamente impossibile. E allora, con quale fine Roberto Brunelli racconta in questo libro di delitti accaduti in territorio mantovano addirittura a partire dal 6 maggio 1052? La risposta è semplice ed è rinchiusa nello scopo dello storico, cioè quel desiderio e quel tentativo di avvicinarsi il più possibile alla verità. Nei casi esaminati, oggetto di questo testo, Brunelli non cerca il colpevole (per un delitto del resto è già notorio), ma si propone di dare una risposta a due semplici domande: quali furono le cause e quali le finalità. Del resto, ancor oggi, il movente è uno degli elementi basilari di un’indagine, come anche il sapere chi può trarre beneficio dall’evento. Credo sia superfluo evidenziare che l’autore formula delle ipotesi, tutte egualmente valide, ma pressoché impossibili da verificare, dato il tempo trascorso. Ne esce così un quadro storico di non comune efficacia, che aiuta a comprendere come si vivesse in epoche in cui le lotte per il potere non erano mai incruente, con la ragion di stato che quasi sempre si identificava nel tornaconto personale.
Si passa così dall’omicidio del marchese Bonifacio di Canossa (6 maggio 1052), trafitto da una freccia durante una battuta di caccia sulle rive del fiume Oglio, a quello del vescovo Guidotto da Correggio, passato a fil di spada il 14 maggio 1235 mentre si recava all’abbazia per presiedere il Capitolo che avrebbe dovuto eleggere il nuovo abate. Stranamente di veri e propri gialli a corte ce ne sono pochissimi, se per corte intendiamo quella dei Gonzaga, che in effetti ricorsero al delitto in misura assai inferiore a quella di altri Signori coevi. Fra i pochissimi ci fu l’esecuzione di Agnese Visconti Gonzaga, sposa di Francesco Gonzaga IV Capitano di Mantova, e del suo presunto amante Antonio da Scandiano. Esecuzione presuppone un processo, che in effetti ci fu, ma è più che mai logico pensare che questo adulterio sia stato artatamente predisposto, con testimonianze non veritiere, e che quindi i rei non fossero colpevoli, tanto da poter parlare di assassinio di stato. Un omicidio vero sotto tutti i crismi fu invece quello del dotto James Crichton, il mirabile Critonio, infilzato dalla spada del bel Vincenzo I, figlio e successore di Guglielmo Gonzaga, duca di Mantova e del Monferrato, vicenda peraltro molto ben descritta nel riuscito romanzo storico I leoni d’Europa, scritto da Tiziana Silvestrin. Anche in questo caso conosciamo l’assassino, ma il movente e gli scopi lasciano adito a non pochi dubbi. E infine, a dimostrazione che il giallo non riguarda solo un fatto di sangue, Brunelli nell’ultimo capitolo (Duchesse di Mantova rifiutate:tre) ci porta per mano a comprendere come una dinastia, quella dei Gonzaga, un tempo potente, sia pervenuta alla sua estinzione, un tracollo dovuto all’insipienza e alla disonestà degli ultimi duchi, che non riuscendo anche ad assicurarsi una discendenza, incolparono di ciò le incolpevoli consorti.
Lo stile è snello, i casi interessanti, insomma qui i motivi per leggere il libro sono ben chiari e non danno adito a dubbi..

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