Eloisa e Abelardo
Saggistica
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Gli amanti
“I piaceri dell’amore che insieme abbiamo conosciuto sono stati tanto dolci che non posso né odiarli né dimenticarli. Dovunque vada, li ho sempre davanti agli occhi e il desiderio che suscitano non mi lascia mai. Anche quando dormo le loro fallaci immagini mi perseguitano. Persino durante la santa Messa, quando la preghiera dovrebbe essere più pura, i turpi fantasmi di quelle gioie si impadroniscono della mia anima e io non riesco nemmeno a pregare. Invece di piangere pentita per quello che ho fatto, sospiro, rimpiangendo quello che ho perduto”.
Dall’Epistolario, lettera di Eloisa ad Abelardo.
Régine Pernoud ci guida, attraverso una rigorosa analisi delle fonti storiche (sulle quali però, è doveroso ricordarlo, è tuttora in corso un dibattito fra gli storici circa la loro piena attendibilità) nella rievocazione della vicenda dei due famosi amanti medievali.
Il grande pregio dello scritto di Pernoud è quello di aver “disinquinato” la storia di Eloisa e Abelardo dall’immagine che è stata tramandata nel corso dei secoli. Si tratta infatti di una vicenda che ha richiamato l’attenzione di molteplici generazioni con il suo “valore di segno”: i nomi di Eloisa e Abelardo, gli amanti indissolubilmente legati prima dalla passione carnale, poi dalla sublimazione del loro amore in ambito religioso dopo aver dovuto subire un destino tragico, richiamano il tipo di rapporto interpersonale all’interno della coppia e simboleggiano anche, andando più in profondità, il rapporto tra fede e ragione in ogni singola persona.
Lo scopo dello scritto di Régine Pernoud è quindi quello di restituirci il quadro della situazione e della vicenda inserendoli nel mondo in cui i protagonisti erano realmente vissuti, quel mondo del XII secolo con la sua sensibilità e la sua propria attualità. Pernoud cerca di cancellare l’alone borghese che si è depositato su questi personaggi nel corso dei secoli per restituirceli nella loro originalità, attraverso un’accurata ricostruzione storica che fa parlare i testi; in particolare, la “Lettera a un amico” che costituisce l’autobiografia di Abelardo e il celeberrimo Epistolario fra i due.
Pietro Abelardo è un giovane brillante con la passione e il talento per la dialettica, ossia l’arte del ragionare e del discutere. Raggiunge Parigi e in breve tempo completa il suo percorso di studi e diventa lui stesso uno stimato maestro. E’ una persona estremamente egocentrica, razionale, calcolatrice: studia con freddezza di sedurre e prendersi come amante una giovane ragazza, famosa, oltre che per la sua bellezza, anche per l’intelligenza e per la passione che dedicava agli studi, Eloisa appunto. Ovviamente poi gli eventi non andranno esattamente come lui si immaginava e la vita stessa fornirà ad Abelardo delle lezioni da dover essere apprese. La vicenda con Eloisa diventerà molto presto qualcosa di ben diverso da ciò che lui aveva previsto e segnerà tragicamente ma anche spiritualmente le esistenze di entrambi per sempre.
Il modo di raccontare di Pernoud è avvincente e brillante; oltre alla vicenda biografica dei due protagonisti vengono trattati aspetti e problemi relativi alla realtà del XII secolo: in particolare viene approfondita la quotidianità del mondo universitario: come si studiava, come si insegnava, come sono state poste le basi della filosofia scolastica, che raggiungerà l’apice nel secolo successivo con Tommaso d’Aquino.
In conclusione quindi, siamo di fronte ad un saggio storico consigliatissimo per approfondire ma anche, in fondo, per sognare, ricordando una delle più famose storie d’amore del passato.