Dostoevskij
Saggistica
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Biografia letteraria
Un importante scrittore, Zweig, compone una biografia letteraria di un altro scrittore, Dostoevskij, grandissimo, ai vertici della letteratura di tutti i tempi.
Chi si aspetta un resoconto 'ragionato' e documentato della vita e delle opere del Grande Russo resterà deluso.
Zweig s'immerge totalmente nel personaggio di cui si occupa, lo raggiunge ad un livello essenzialmente intuitivo, un po' come usa fare Pietro Citati.
Quanto ad impatto creativo, noteremo delle analogie fra biografante e biografato.
Qui siamo calati in un clima quasi di 'possessione' ; la prosa, come fosse scritta in un contesto emotivo di grande tensione, sfocia in un lirismo che stupisce in un'opera non prettamente letteraria. Ma quest'opera ha una letterarietà indiscutibile, una forza autonoma a livello artistico.
Tale aspetto, se vogliamo 'paradossale', ha creato in me qualche difficoltà nello scorrere la lettura, nella leggibilità.
Questo approccio intuitivo ha però reso indubbie e insospettate possibilità nel cogliere, a livelli profondi, la personalità di Dostoevskij e la complessità delle sue opere.
La stessa esistenza del grande scrittore, così provata a vari livelli (economico, discriminatorio, di salute...), viene posta alla base dei capolavori prodotti. In particolare, l'epilessia "lo ha innalzato a stati di coscienza concentrati come non è dato raggiungerli a chi ha sentimenti normali". Gli stessi protagonisti dei suoi libri, scritti in situazioni di forte disagio, "arrivano sempre col loro sistema sensitivo fin giù ai profondi problemi primordiali", per cui "sentiamo (...) nella sua opera la misteriosa profondità di tutta l'umanità". Egli "va dritto all'uomo universale che è nell'uomo".
Il suo "realismo intuitivo", ben lontano da quello "programmatico" (come in Zola), "ci ha fatto conoscere l'anima russa quale frammento (...) dell'anima del mondo"; e la profonda ed intuitiva capacità di scomporre i sentimenti ha contribuito non poco alla conoscenza di elementi basilari della psicologia umana.
Indicazioni utili
Dostoevskij uomo e letterato
Dopo la prima guerra mondiale, Stefan Zweig pubblica il trittico “I tre maestri”, contenente tre brevi saggi dedicati a Balzac, Dickens e Dostoevskij.
Grazie ad una sapiente opera di recupero dei testi, l'editore Castelvecchi, nel corso del 2013, riporta alle stampe un piccolo gioiello, il saggio sul grande romanziere russo, di cui col tempo in Italia era svanita la possibilità di lettura.
Fin dalle prime righe è percepibile l'amore di Zweig per il grande Dostoevskij e la sua conoscenza minuziosa e approfondita dell'opera omnia.
La particolarità di Zweig saggista già riscontrata altrove, riemerge anche in questo lavoro, evidenziando le buone capacità di analisi dell'autore, oltre ad un interesse per il lato più umano e privato del personaggio di cui ci narra.
Nel caso del russo, Zweig non ha avuto modo di conoscerlo di persona, ma ha maturato una visione dell'uomo e del letterato studiandone i romanzi e dedicandosi ad un lavoro di ricerca critica a tutto tondo.
Zweig dà subito conto al pubblico di possedere informazioni precise sulla vita di Dostoevskij, sulle traversie passate, sulle passioni, sugli amori, sulla precaria situazione di salute, sulla genesi delle opere maggiori. Informazioni davvero preziose che incrociate con i contenuti elaborati dal romanziere, forniscono un quadro d'insieme interessante e gli strumenti necessari per coglierne significati profondi e meno immediati.
A tratti l'approfondimento sul contenuto dell'opera dostoevskijana, arricchito da citazioni e rimandi ai testi, fa sì che il piccolo saggio assuma un valore di critica letteraria di eccellente livello.
Un saggio illuminante per tutti coloro che hanno già letto alcuni romanzi di Dostoevskij, motivo per cui troveranno tra queste pagine un terreno rigoglioso e fertile di spunti e riflessioni.
Le interpretazioni fornite da Zweig su talune tematiche e sulla maniera espressiva del russo, partono sicuramente da un sentire personale, tuttavia non deragliano mai nell'ottusa visione a senso unico o nella partigianeria; la penna di Zweig cerca sempre equilibrio di giudizio e buon senso critico.
Un saggio critico di estrema bellezza stilistica e linguistica, uno Zweig maturo nella capacità di analizzare l'opera di un “collega”, richiamando numerosi personaggi partoriti dalla penna del Dostoevskij e ricercandone l'anima più profonda.
Una lettura di gran valore che fortunatamente è riemersa dal dimenticatoio dell'editoria.