Dopo la guerra. Grandi potenze e riallineamenti dopo i conflitti egemonici
Saggistica
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La mappa delle alleanze
Da quando nel arco della storia dell’umantà si sono formate le prime entità statali ( stati città , nazioni o imperi) la pratica di allearsi con qualcuno e non con qualcun altro era all’ordine del giorno. Un’ alleanza non era solo il riusultato della maestria diplomatica di uno o dell’altro paese, ma era dettata da interessi geopolitici, economici ed militari.
Ogni guerra egemonica sancisce la vittoria e la sconfitta di qualcuno ma con sé porta anche il riallineamento delle forze in campo. Come si formano le alleanze tra le potenze? A questa domanda risponde l’autore nel suo interssante libro.
All’inizio del suo racconto l’autore da al lettore una base teorica della formazione delle alleanze tra le potenze di turno. Il lettore prende visione di due approcci scientifici sull’argomento :
l’approccio neorealista dell’equilibrio di potenza;
l’approccio liberale della struttura interna;
Dopo avere esaminato dettagliatamente la questione dei due modelli teoretici l’autore inizia la tappa successiva del suo discorso introduttivo affrontando la questione metodologica di applicazione pratica dei due modelli esaminati in precedenza. In sostanza viene esaminata la fattibilità pratica delle proposte o interpretazioni scientifiche. In breve si risponde alla domanda: quale dei due modelli proposti funziona alla prova dei fatti?
Al lettore viene proposta una possibile lettura della questione trattata.È chiaro però che l’autore da la sua chiave di lettura, ma il lettore attento ai particolari è libero di trarre le sue conclusioni in merito.
Il passo successivo proposto dall’autore è un percorso storico delle alleanze tra le potenze dell’epoca. Il processo del riallineamento viene esaminato partendo dalla fine delle Guerre napoleoniche , cioè dal 1815 al 1840, nel quadro del quale viene posto l’accento su determinati fatti, come ad esempio la rivalità tra potenze marittime e le potenze continentali, la loro struttura interna collegata alla politica estera intrapresa in quel periodo dai governi noché il problema dell’equilibrio necessario per una pace duratura in Europa dopo il terremoto napoleonico.
A questo punto il lettore affronta un ulteriore passaggio storico, quello del riequilibrio delle forze dopo il disastro della prima guerra mondiale. In sostanza viene esaminato dall’autore il periodo del primo dopoguerra, cioè dal 1919 al 1932. Stranamente però l’autore non copre l’intero ventegno, ma si ferma al 1932, una data per certi aspetti storici significativa: l’ultimo anno prima dell’ascesa al potere in Germania di Hitler.
Nell’affrontare la lettura di questa parte de libro il lettore dovrebbe prendere in cosiderazione il trattato di Versailles. È utile dare un occhiata alle clausole del trattato o almeno sbirciare la carta geografica dell’epoca confrontandola con la situazione creatasi in Europa prima dello scoppio della prima guerra mondiale. Anche qui viene posto l’accento dall’autore su certi aspetti specifici dei rapporti tra i paesi. (trattati di Versailles, 1919, e di Locarno ,1925, rivalità franco- italiana, il sistema di sicurezza collettiva o distribuzione delle sfere egemoniche)
L’ultima parte del libro è dedecata alle conclusioni, in particolare l’autore traccia un bilacio sfiorando, ma non approfondendo a sufficienza secondo il nostro avviso, il problema del riallineamento delle potenze nel secondo dopoguerra.
Dalla lettura risulta che l’autore ha operato determinate scelte tralasciando di proposito un approfondimento dettagliato e approfondito del secondo dopoguerra, tralasciando però anche il periodo critico della nascita dell’alleanza tra i paesi del blocco nazifascista nonché dell’anomalia ideologica del trattato Ribbentrop- Molotov siglato il 23 agosto 1939.
Il quadro presentato con maestria dall’autore presenta perciò delle lacune, a nostro avviso, importanti, le quali di fatto ridimensionano il discorso e non danno un quadro esaustivo e completo della questione del riallineamento delle potenze dopo un conflitto egemonico.
Il libro si presta comunque ad una scorrevole lettura che non viene appesantita da informazioni o citazioni superflue. Nel suo insieme il discorso dell’autore e chiaro ed lineare, dunque al lettore viene fornita una traccia da seguire dall’inizio alla fine.
In sostanza abbiamo di fronte un testo scientificamente concepito e costruito adatto però a chiunque possida delle nozioni sul argomento.
In conclusione un testo da leggere per approfondire un argomento tipicamente di nicchia scientifica.