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"C'è in noi un potenziale di vitalità che, a forza di frustrazione, passa sul piano dell'atto aggressivo." In pochi giorni, in maggio, nasce un grande movimento rivoluzionario. Rivoluzionario perché contesta i fondamenti, i postulati primi della nostra società. E tutta una civiltà cui si ingiunge di spiegarsi. Dalle commissioni di lavoro, dai comitati di base, dalle assemblee generali nascono nuove forme di intervento e un linguaggio politico originale: la volontà di affrontare di petto i problemi essenziali, di procedere a una revisione totale, senza debolezza, senza cedimenti di fronte all'inerzia e all'abitudine. Istigato anche dalla repressione, il movimento trova la sua unità nella contestazione. Contestazione dell'università oppressiva per i suoi metodi, arcaica nelle sue strutture, inadatta nel suo contenuto. Contestazione di una società insipida nelle sue ambizioni, inumana nei suoi rapporti, alienante nella sua organizzazione.



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Documenti della rivolta studentesca francese 2009-01-04 12:38:48 prupitto
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prupitto Opinione inserita da prupitto    04 Gennaio, 2009
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Documenti della rivolta studentesca francese

Pur nella eterogeneita’ dei documenti raccolti-diversita’ di toni e di temi d’altronde inevitabile-e’ abbastanza agevole individuare le linee di forza comuni.Sotto il profilo squisitamente ideologico le proposte che emergono dai documenti raccolti sono collocabili tra il socialismo marxiano e l’interpretazione anarchica della realta’ storica:viene espressa infatti la necessita’ di porre in atto l’uomo omnilaterale marxiano,di superare le divisioni sociali e gerarchiche (dalla quelle familiari a quelle sociali con particolare riferimento a quelle della realtà educativa),di conquistarsi-con lo sciopero e la violenza-la liberta’(che non puo’ essere concessa dall’alto),di rigettare radicalmente la fonte del potere stesso e la sua manifestazione nella democrazia rappresentativa letta come tradimento della reale democrazia che non può che essere diretta,di costruire una societa’ altra che oltrepassi i limiti del capitalismo e del socialismo autoritario.In particolare,consapevoli della portata rivoluzionaria dei contributi di Marx,Marcuse e Freud, i soggetti rivoluzionari rifiutano la tecnocrazia pur accettando la rivoluzione industriale -ma non certo le sue implicazioni alienanti-,leggono la democrazia rappresentativa come esempio di antidemocraticita’ ma soprattutto vedono nella divisione tra classi e nella divisione tra lavoro manuale e intellettuale l’esempio piu’ chiaro di alienazione.In merito poi ai contesti sociali specifici-l’universita’ e la sessualita’-la critica alla realta’ esistente si delinea in modo piu’ chiaro:da un lato l’universita’ deve divenire un focolaio di contestazione permanente e quindi diventare autonoma dal potere politico e cogestita in modo tale da stravolgere i falsi rapporti tra educatore ed educando oltrepassando lo spirito di competizione e opponendogli lo spirito di collaborazione non gerarchica e la pedagogia dei gruppi tematici;dall’altro lato l’apoliticita’ dichiarata dal mondo universitario viene letta come mantenimento o perpetuazione dell’ordine costituito.Come i partiti dentro l’universita’ sono letti come forme arcaiche di potere clienterale da rigettare, allo stesso modo le relazioni tra docente e alunno sono false perche’ fittizie:il docente infatti non e’ altro che un intermediario mercante e il suo rapporto con il discente si costruisce sulla base del ricatto e della umiliazione.Quanto all’esame questo non e’ altro che una sanzione che impedisce al mondo universitario di divenire realmente egualitario.Anche di fronte alla sessualita’ le proposte indicate dai documenti erano per la borghesia del tempo letti come dirompenti:la distruzione della autorita’ non poteva non condurre al rifiuto netto dei rapporti tradizionali all’interno della famiglia,non poteva non condurre al rifiuto della famiglia in senso classico e alla accettazione della coppia che liberamente si crea e altrettanto liberamente si scioglie.La stessa educazione familiare doveva condurre alla emancipazione della donna e dell’uomo e non alla riproduzione degli stessi meccanismi alienanti della societa’.La riappropiazione del proprio corpo e quindi della propria sessualita’ era la conseguenza di una panpoliticizzazione della realta’ che conduceva i soggetti rivoluzionari a prendere atto di come-ad esempio la maternita-’ non fosse sentita come una possibilità di crescita ma fosse vissuta dalla donna come una consuetudine imposta dalla societa’ o di come la sessualita’ -invece di essere libera e consapevole- fosse uno strumento alienante e sottoposto agli stessi meccanismi della societa’ consumistica e capitalista.

GAGLIANO GIUSEPPE

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