Congo
Saggistica
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NEL CUORE DELL'AFRICA
Cominciamo senza ombra di dubbio col dire che il saggio di David Van Reybrouck sul Congo è un lavoro stupefacente e di gran valore storico, sociologico e documentaristico.
E' incredibilmente giovane l'autore e questo dato ne costituisce un ulteriore punto di forza, perchè la mole sorretta da questa penna costerebbe fatica ai giornalisti e agli storici più consumati.
La ricostruzione delle vicende del gigante Congo parte dalle origini e si dipana attraverso un lavoro certosino che abbraccia e ripercorre l'intera storia del paese fino alla data in cui il testo è stato dato alle stampe; ciò significa raccontare secoli.
L'impianto contenutistico scelto da David lo allontana dalla apaticità e dal rigore di un saggista che si limita a registrare dati ed eventi; il testo profuma di umanità, assume le sembianze dei volti ritratti, è un racconto palpitante pagina dopo pagina.
Gli anni trascorsi soggiornando in Congo sono serviti per parlare con la gente, per poter condividere ricordi, per raccogliere storie di vita.
Con certezza si può dire che nessun reportage televisivo o giornalistico in generale ha mai portato alla luce in maniera limpida e non faziosa quanto si legge in questo testo.
Un testo scritto da un belga, ma una mente lucida ed imparziale, che ha scelto di scavare nelle pieghe della storia di un paese complesso, sfruttato, violentato, derubato, usato; una terra di confine che per tanti decenni della storia recente ha vissuto eventi che il resto del mondo preferiva scansare.
Le immagini di violenza che segnano ogni pagina di questo testo sono forti e fanno malissimo a chi legge, come è giusto che sia; la corruzione, la violenza cieca, l'annullamento dei diritti umani, il genocidio, la morte.
Inorridito e sconcertato è il lettore che chiude l'ultima pagina, immensamente grato all'autore per essere riuscito nell'impresa prefissa e consapevole che oggi questo genere letterario è un mezzo insostituibile per conoscere la Storia del mondo.
Da ultimo, stilisticamente il lavoro è di qualità, considerata la numerica della pagine, vi si trova armonia della scrittura e omogeneità tra tutte le sue parti.
Lettura adatta a qualsiasi pubblico, anche a coloro che non amano la saggistica, perchè tra queste pagine c'è l'UOMO.
Indicazioni utili
una penna gratta sul legno
Forse furono gli anni congolesi del padre che seminarono nel futuro del figlio l’idea che porto’ a questo volume di David Van Reybrouck, brillante archeologo, storico e antropologo belga. O forse la sua nazionalita’.
L’aneddoto e’ grazioso e racconta che tutto inizio’ in un caffe’ di Bruxelles nel 2003, poco prima del suo viaggio in Congo. Recatosi in alcune biblioteche alla ricerca di testi specifici che lo accompagnassero, non trovo’ quello che cercava, decise allora di scriverlo lui stesso.
Abbandonato l’ambiente accademico per immergersi in questa nuova avventura lavorativa, al primo viaggio ne fece seguire altri nove con l'intenzione di sviluppare un prodotto che non si basasse solo sulla ricerca storica ed economica, ma che si appoggiasse a un forte valore umano composto di interviste, di ricordi, di memoria.
Nella prima meta’ dell’Ottocento lo schiavismo, poi fu il tempo di Leopoldo II e nei primi anni del Novecento il colonialismo belga , quindi i passaggi di potere post coloniali, il genocidio degli anni piu’ recenti fino alla situazione contemporanea sono i punti prevalentemente toccati.
Il risultato e’ un’opera colossale di seicento e piu’ pagine, una bibliografia certosina e un numero enorme di fonti reali che coprono uno soqquadro storico e sociale tortuoso.
Colossale e’ del resto anche il Congo, così esteso e ricco delle risorse piu’ ambite del pianeta che invece di benedizione ne furono condanna : schiavi, avorio, bracconaggio, gomma, diamanti ed il prezioso coltan di cui il Congo possiede l’80 per cento della produzione mondiale.
Uno stato politicamente molto debole e ricchissimo nel sottosuolo che nei decenni porto’ la guerra ad essere scopo di lucro: odio etnico, estrema violenza e macro contrabbando fusi in un unico fenomeno di business.
Sarebbe stato bello chiudere gli occhi e godersi soltanto la natura incontaminata dell’ entroterra voluttuoso, invece ho spesso interrotto la lettura per dedicarmi ad altro, vista la drammaticita’ storica di questo paese, di questi popoli. Che vergogna non avere nemmeno l’ardire di leggere la violenza inaudita inferta e subita, le amputazioni, le barbarie, i bambini soldato, gli stupri di gruppo di donne e bambine. Trovare cosi’ soffocante la corruzione endemica, che oscura l’orizzonte piu’ della notte piu’ buia, da distoglierne lo sguardo.
Eppure di questo pezzo d’Africa la cui vita media alla nascita si aggira intorno ai quarantasei anni, che ha visto piu’ morti nella sua Grande Guerra che nella somma di tanti conflitti mediatici si legge poco, forse anche la stampa trova cavilloso lavorare in un ambiente tanto caotico. Per questo motivo trovo ancora piu’ pregevole la scelta di Van Reybrouck.
Un reportage mastodontico la cui miscela di elementi e’ un imprescindibile valore aggiunto. Lucidita’ di scrittura, ampia ricerca , imponente apporto dalla viva voce di fonti indigene e ultimo ma non meno importante un approccio fortemente umano dell’autore.
Che possa interessare o meno l’argomento, e’ uno delle migliori opere divulgative che mi siano capitate per le mani da che leggo. Complimenti al coraggio, buona lettura.
Allego un’intervista dell’autore, l’anima del libro sta piu’ nelle sue parole che nelle mie :
http://www.lafeltrinelli.it/libri/david-van-reybrouck/congo/9788807491771