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Comandante ad Auschwitz Comandante ad Auschwitz

Comandante ad Auschwitz

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La presentazione e le recensioni di Comandante ad Auschwitz, autobiografia di Rudolf Hoss edita da Einaudi. Presentato da Primo Levi, il documento che per la prima volta ha illuminato dall'interno la mentalità e la psicologia dei nazisti, e la storia e il funzionamento delle officine della morte. Rudolf Hoss, ufficiale delle SS, fu per due anni il comandante del più grande campo di sterminio nazista, quello di Auschwitz, in cui vennero uccisi più di due milioni di ebrei. Processato da un tibunale polacco alla fine della guerra, venne condannato a morte. In carcere, in attesa dell'esecuzione, scrisse questa autobiografia. Si tratta di un documento impressionante che ci consente di cogliere dal vivo l'insanabile contraddizione tra l'enormità dei delitti e le giustificazioni addotte.



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Comandante ad Auschwitz 2015-04-04 15:50:27 deddes
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Opinione inserita da deddes    04 Aprile, 2015

Un tranquillissimo assassino

Per comprendere meglio le indegne cose contenute in questo libro, bisognerebbe, se possibile , sgombrare la mente del fatto , che a scriverle sia stato un nazista convinto ( e già condannato a morte ). Solo così è possibile capire fino in fondo l'aberrazione umana dove può giungere. Al netto dell'ideologia, è l'uomo Hoss con i suoi limiti umani a compiere la strage e anche se sembra incredibile, in teoria , tutti noi potremmo essere capaci di atrocità di questo tipo. Teniamo conto che prima di Auschwitz e anche dopo si sono compiute stragi di milioni di persone, senza particolari pressioni ideologiche ( vedi Ruanda ). In sostanza credo che la forte lezione di quelle pagine sia una sentenza orribile : nelle corde dell'uomo ci possono stare aberrazioni di questo tipo, vissute con relativa tranquillità, dico di qualunque uomo.

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Comandante ad Auschwitz 2011-01-15 17:10:09 Jan
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Jan Opinione inserita da Jan    15 Gennaio, 2011
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Cronache di Amalek.

E' il libro più patologico che io abbia mai letto sulla Shoah, consiglio per questo a tutti di leggerlo.
Hoss non è stato Eichmann, non è stato un ragioniere.
Hoss è stato il lieto e volenteroso esecutore di parte gravissima della cosiddetta Soluzione Finale.
In queste pagine, lette e rilette, non c'è l'ombra di un rimorso o di un ripensamento.
A lui, ad Amalek, di procurare la morte "armato del suo diritto" non arrecava disturbo, anzi. Era convinto di fare LA cosa giusta.
La sua autobiografia è povera di riferimenti che oso definire "normali": una donna,una famiglia, una cultura o un cane.
Hoss, semplicemente, provava un gran gusto a fare quello che gli era ordinato.
Raramente assassinava, sottolineo il termine assassinare, di persona.
Ma non lo faceva per un timido senso di disgusto,no.
Lui, come sosteneva, "non amava sporcarsi le mani".
Ed è difficile addirittura "innalzarlo" alla dignità di sadico.
Il sadismo è una deviazione mentale.
No.
Lui era l'uomo qualunque che amava potare i fiori.
Libro terribile ma esaustivo come una sentenza.
Nessun perdono per un essere come lui.
Ha infangato del suo macabro istinto l'intero genere umano.

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Comandante ad Auschwitz 2010-06-14 10:44:38 fabiomic75
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fabiomic75 Opinione inserita da fabiomic75    14 Giugno, 2010
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Un pugno nello stomaco

Come ci saremmo comportati se fossimo stati nei panni di Rudolf Hoss? In questa drammatica biografia l'ex comandante del più grande campo di sterminio nazista cerca di giustificare se stesso ed il proprio operato sostenendo che al suo posto chiunque avrebbe agito nel medesimo modo, "in fondo", dice lui, "stavamo solo eseguendo degli ordini". La lettura è estremamente interessante anche se a tratti veramente "tosta". Vengono spiegate accuratamente le varie procedure adottate ad Auschwitz, come ad esempio (cosa che mi ha colpito particolarmente) come si è arrivati all'utilizzo del zyklon b, di fatto un pesticida, utilizzato per uccidere i prigionieri nelle camere a gas. E' un libro che va oltre la tragedia dell'Olocausto scendendo fino nei meandri dell'animo umano. Consigliatissimo.

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Comandante ad Auschwitz 2009-12-11 15:09:51 Roberto Nordio
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Roberto Nordio Opinione inserita da Roberto Nordio    11 Dicembre, 2009
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Una pietra miliare

Perfetta fotografia (con l'autoscatto) di come una persona di "sani principi" (da piccolo Hoss volefa fare il frate missionario), possa andare alla deriva fino a divenire CONSAPEVOLE ingranaggio di una macchina più grande di lui eseguendo gli ordini anche quando questi sono in contraddizione con il proprio credo. Dimostrazione perfetta di come faccia più danni l'indifferenza e l'apatia che la cattiveria. Rivelazione del MOSTRO che si cela dentro ognuno di noi quando ci dimostriamo troppo deboli di fronte alle mode. Da far leggere a tutti colori che vivono nell'illusione dell'utopia dell'uomo buono per indole naturale, nessun gesto è più "umano" di uccidere per il solo piacere di farlo.

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Consigliato a chi ha letto...
A tutti colori che s'illudano che l'uomo cambi e che la storia non si ripete.
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