Claretta. La donna che morì per Mussolini
Saggistica
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Morire per amore
La vita di Claretta Petacci non avrebbe avuto risalto storico se non avesse condiviso la tragica fine con Benito Mussolini, l’uomo di cui era innamorata; infatti lei sarebbe stata solo una delle tante amanti del duce, ma quell’averlo seguito nella sua disperata fuga verso la Svizzera, quando avrebbe potuto mettersi in salvo con la famiglia in Spagna e pur consapevole dei gravi rischi a cui sarebbe andata incontro seguendo il suo uomo, la pongono in una luce diversa, in quella di una innamorata a tal punto da non abbandonare nel momento del più grave pericolo la persona che ama. Se l’esecuzione di Benito Mussolini ha un fondamento (già il CLN ne aveva decretato la messa a morte) quella di Claretta non sembra trovare una concreta spiegazione e forse è il caso di dire che pure lei è stata uccisa, perché si è trovata nel momento sbagliato e nel posto sbagliato. Poi, il suo corpo fu appeso a un distributore a Milano in piazzale Loreto, insieme con quello del suo Ben (così chiamava affettuosamente Mussolini) per poi essere addirittura sepolto sotto falso nome nel Cimitero Maggiore sempre di Milano. Ci vollero poi diversi anni perché il governo italiano autorizzasse la traslazione della salma a Roma nella tomba di famiglia sita al Verano.
Ma chi era veramente Claretta Petacci? Chi era mai questa donna che si innamorò di un uomo che avrebbe potuto essere suo padre? Alla risposta, necessariamente incompleta, ma comunque assai prossima alla verità risponde Roberto Gervaso con quella coscienziosità che gli è propria, quella professionalità di storico teso, per quanto possibile, ad avvicinarsi almeno a quella che fu la realtà. Il lavoro non deve essere stato facile, perché Claretta è un personaggio del più puro romanticismo: sposata, conosce il duce e si innamora, si divide dal marito e starà a lungo e nell’ombra accanto a Mussolini, ben sapendo che lui non chiederà mai la separazione alla moglie Rachele e che le infedeltà continuerano, perché sono uno dei vizi di un uomo di bocca buona in fatto di donne, che vanno dalle prostitute alle attrici. Infatuazione, si potrebbe definire forse, nel senso che lei ama più il duce che l’uomo Mussolini e così forse anche si spiegherebbe perché non tentò di salvarsi. Resta il farro, che lungi dal farla passare per un eroina, è una donna che merita rispetto ed è la stessa opinione di Gervaso, questa volta meno disponibile all’ironia, ma più animato nello stendere questa biografia da un autentico senso di pietà.
Mi pare superfluo aggiungere che la lettura è indubbiamente consigliata.
Indicazioni utili
Claretta
E' sufficiente pronunciare il nome Claretta per riaccendere i ricordi di chiunque su un pezzo di storia italiana.
Eppure chi fu davvero questa donna? Un'abile arrivista e manipolatrice oppure una donna innamorata fino all'estremo sacrificio di immolarsi insieme all'amato?
In tanti hanno tentato di rispondere al quesito, pur nella consapevolezza che la verità rimarrà irraggiungibile.
Gervaso si cimenta nella ricostruzione della vita di Claretta Petacci e di conseguenza del rapporto d'amore con il duce, con l'onestà intellettuale che lo contraddistingue in tutte le sue opere saggistiche-storiche, ponendo sul piatto della bilancia e portando a conoscenza del lettore tutte le fonti disponibili, sondando le ipotesi più disparate, affinché chi legge, giunga in piena autonomia ad elaborare un'opinione sulle persone e sui fatti.
Uno scritto di alto valore oggettivo e di pregio storico, lontano da certe penne che in tutti i tempi hanno cercato fortuna cercando del torbido e del sensazionale nella vita privata dei due protagonisti.
Sono nitide le immagini di Claretta, proveniente da una famiglia agiata, coccolata e viziata dai genitori, eppure caparbia e risoluta, decisa a conquistare quell'uomo noto e più maturo di lei, accettando una vita nell'ombra nelle vesti scomode di amante, ma sicura di essere ricambiata e di essere divenuta padrona di una larga fetta del cuore del suo Benito.
Innumerevoli gli episodi raccontati dal Gervaso, documentati da testi originali di missive e dalle memorie di chi fu testimone del rapporto tra i due amanti.
Si giunge al termine della lettura arricchiti grazie agli interessanti approfondimenti storici e più consapevoli del fatto che tutte le vicende non hanno mai un solo colore ma vanno colte e centellinate tutte le sfumature.
Ancora una volta l'opera di Gervaso si sostanzia in un saggio snello e ben confezionato, appetibile lettura per un vasto pubblico e non solo per gli amanti del genere.