Casanova. Storia di un filosofo del piacere e dell'avventura
Saggistica
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Il grande amatore che non sapeva amare
Giacomo Casanova (Venezia, 2 aprile 1725 – Dux, 4 giugno 1798) è stato un uomo dai mille volti e, a suo modo, un personaggio irripetibile; in un’epoca, quella dei lumi, in cui la ragione sembrava dare spiegazione di ogni cosa, ma che vide il fiorire di individui che ancora riuscivano a cogliere frutti dall’ignoranza e dalla superstizione, uomini come Cagliostro, o il conte di Saint Germain, Casanova fu un attento e abile osservatore, come testimoniato dalle sue memorie. E se fu senz’altro un avventuriero, ma anche un alchimista, un filosofo e un agente segreto, il suo nome é sempre stato associato alla figura del grande amatore, del massimo tombeur de femmes, attribuzione esagerata, anche se non infondata, ma che in epoca successiva ha diviso i suoi numerosi e spesso famosi biografi fra detrattori e incensatori.
Roberto Gervaso, con questo volume, frutto di un lavoro di certosina pazienza volto a verificare, con altre fonti, la coincidenza con quanto narrato nell’Histoire de ma vie, senza omettere gli aspetti negativi ha invece teso a porre in evidenza le sue grandi qualità di letterato. Uomo del XVIII secolo il veneziano ci ha fornito una pregevole descrizione della sua epoca, una sorta di belle epoque troncata dall’avvento della rivoluzione francese. Errabondo, sempre in movimento da una corte all’altra, Casanova ha saputo leggere e interpretare il sui tempo, fornendoci un contributo indispensabile per una migliore conoscenza del secolo dei lumi. Certo fu anche un avventuriero, ideatore di truffe finalizzate a supportare finanziariamente il suo esagerato modo di vivere, caratterizzato da un lusso sfrenato; tutto era messo in atto per soddisfare il suo accentuato narcisismo e per inserirsi nella ristretta cerchia dei nobili, di cui fu un parassita. Seppe abilmente approfittare delle naturali debolezze di una casta chiusa e immobile e in pratica riuscì a vivere, quasi sempre da gran signore, senza lavorare. Tuttavia il suo elevato grado di cultura, che lo portò ad incontrare e a misurarsi come filosofi come Voltaire, ci dice che non fu un semplice imbonitore da quattro soldi, ma un individuo dotato di una complessa personalità che aveva improntato la sua esistenza al carpe diem. In questo contesto si inserisce il suo aspetto più noto di grande amatore, meritato senz’altro anche se poi, a conti fatti, sembrerebbe abbia posseduto non più di duecento donne. E fra queste c’erano le predilette lolite, ma anche le tardone (a cui spillava soldi) e non mancavano nemmeno mercenarie che gli si concedevano contro pagamento. In questo turbinio di rapporti, a volte di gruppo, finì con l’incappare più di una volta in qualche malattia venerea, come lo scolo e la gonorrea, da cui uscì guarito curandosi con certi suoi impiastri. La donna del momento, qualunque essa fosse (e fra queste ci fu anche una gobba), era sempre la più bella e più desiderabile della precedente, e che lui si innamorasse veramente ogni volta non c’è dubbio, ma era estremamente volubile e quel ricercare nell’amore solo l’aspetto sessuale finì con il pregiudicare la possibilità di un’esistenza normale e lo portò a una vecchiaia casta (per i definitivamente sopiti ardori) e solitaria, in cui non poté che rivivere i bei tempi grazie al ricordo e scrivendo le sue memorie. Queste, un’autentica opera d’arte, sono appunto analizzate criticamente da Gervaso con la sua sottile ironia, soprattutto ove Casanova esagera, come nel caso dei rapporti avuti in una notte, il cui numero è fuori da ogni logica. Tuttavia, è per lo più sincero e finisce con il diventare simpatico, anche da vecchio, emarginato, rinchiuso nella sua solitudine, che solo il ricordo del passato riesce in parte a lenire.
L’uomo, il grande amatore, muore in silenzio, non circondato da affetti, che non aveva mai cercato: insomma, per quanto paia un ossimoro, a conti fatti non aveva saputo amare.
Questa biografia è veramente splendida e si legge con grande piacere, grazie anche allo stile snello e incisivo dell’autore.
Indicazioni utili
Ritratto di un seduttore
“Casanova” di Roberto Gervaso è un saggio biografico datato 1974, al momento fuori pubblicazione per scelte editoriali di cui è faticoso condividerne i principi.
Fortunatamente se ne trovano ancora diverse copie in circolazione per dare modo agli appassionati del genere di immergersi nella vita di un uomo divenuto simbolo di seduzione di tutti i tempi.
La fonte primaria da cui Gervaso attinge a piene mani per la ricostruzione dell'intero excursus vitae del veneziano è lo scritto autobiografico dello stesso, ossia le “Memorie”.
La narrazione elaborata si snocciola in maniera dettagliata su date, peregrinazioni ed incontri del Casanova, assumendo una veste troppo didascalica, troppo asciutta, facendo perdere i connotati della splendida penna dell'autore, che, in altri lavori biografici, coccola ed incanta con una scrittura che fonde valenza storica a preziosità linguistica.
Al di là della nota stilistica d'obbligo per chi già conosce la produzione dell'autore, rimane una lettura di grande interesse per avvicinarsi alla comprensione dei mille volti di un uomo che visse un secolo complesso come il Settecento, diviso tra la nascita del pensiero razionale e l'influenza forte delle attività magiche, esoteriche, cabalistiche.
Seguire le orme del Casanova significa passeggiare per Venezia ammaliati dagli usi ed i costumi di una città viva e in fermento commerciale e culturale, significa attraversare l'Europa ed entrare nelle fiorenti corti dell'epoca.
Splendida l'apertura del saggio dedicata esclusivamente alla Venezia settecentesca, con una galleria di immagini indimenticabili; più lenta la parte centrale sebbene ricca di informazioni sulla vita del protagonista e di tutti coloro con cui venne in contatto.
Un saggio che si presta alla lettura di un vasto pubblico, che propone la vita di un personaggio dal nome altisonante utilizzando le sue stesse memorie per delinearne attività e spostamenti, incrociando tali notizie con altre fonti e cercando di mantenersi neutrale o almeno oggettivo.
Piacevole la sensazione che si avverte al termine, di aver fatto un salto nel tempo e di aver incrociato un uomo affascinante, gran seduttore, opportunista, egocentrico, giocatore, un po' mago e misterioso, ma profondamente solo.
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La monaca di Monza
Nerone