Berlino 1989: la caduta del muro
Saggistica
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Constantine Pleshakov insegna al Mount Holyoke College, è autore di numerosi studi sulla Russia e sull’Unione Sovietica, fra cui Inside the Kremlin’s Cold War e The Flight of the Romanovs.
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Berlino 1989: il crollo di un’ideologia e di un si
Nella storia ci sono date che segnano delle svolte politiche, economiche sociali ed ideologiche. Gli storici le chiamano rivoluzioni e il 1989 è una di queste importanti date che provocò una svolta in Europa orientale ; il crollo di un’ideologia e di un sistema che vide il suo inizio con la rivoluzione bolscevica del 1917 e con l’edificazione del primo stato socialista al mondo basato sull’ideologia marxista-leninista, l’Unione Sovietica.
Con la vittoria dell’Armata Rossa nella seconda guerra mondiale il modello del socialismo reale sovietico fu esportato nei paesi dell’Europa orientale non tenendo minimamente conto della specificità storica, culturale, economica e sociale di quei paesi. I tentativi da parte dei dirigenti locali comunisti di apportare delle modifiche al modello sovietico in ambito locale furono puntualmente osteggiati dalla dirigenza comunista sovietica, ma anche repressi con la forza ( Ungheria 1956, Cecoslovacchia 1968)
L’autore in questo interessante libro affronta gli anni crucili che portarono al cambimento e alla svolta in Europa orientale ponendosi un quesito di fondo: quali fattori favorirono il crollo dell’ideologia comunista e del sistema?
La tesi che vede come fattore determinate della svolta del 1989 il trionfo del libero mercato e la voglia di libertà delle masse popolari, apparsa nella stampa quotidina e giudicata plausibile da certa storiografia, viene considerata dall’autore non del tutto veritiera considerando la complessità del movimento comunista.
Innanzitutto la situazione creatasi nell’Europa orientale nel secondo dopoguerra fu il frutto degli accordi di Yalta del febbrario 1945 tra Churchill Roosevelt e Stalin che definirono la spartizione delle reciproche sfere d’influenza ovvero la divisione dell ‘Europa tra ovest ed est. A ciò si deve aggiungere che nelle elezioni postbelliche nei paesi dell’Europa orientale i partiti comunisti locali ottenero dei lusinghieri risultati elettorali. Di coseneguenza, il potere comunista instaurato si oltre cortina non può essere considerato solo una lunga manus di Mosca ma fu secondo l’autore anche un prodotto locale.
Di conseguenza, il modelli statali socialisti non furono solo un’automatica riproduzione dello schema sovietico ma racchiudevano in sé anche delle specificità locali, perciò possiamo dedurre che secondo la tesi dell’autore il sistema politico, economico e sociale comunista non fu un corpo estraneo calato dallo straniero. La voglia di combiamento non fu la volontà di rovesciare un sistema ideologico imposto solo da Mosca, ma al contrario ,fu il desiderio di riformare le strutture di potere esistenti in ambito locale. In pratica si trattava della lotta tra il reformismo e il conservatirismo all’ intreno del movimento comunista che fu affiancato dalle proteste popolari che alla fine diedero il colpo decisivo al sistema oramai incapace di riformarsi.
Una particolare attenzione viene posta dall’autore alla Polonia considerata ‘la madre di tutte le riovoluzioni ad est ‘, nello specifico l’autore analizza la nascita del sindacato autonomo, la proclamazione dello stato d’emergenza e la via della democratizzazione del paese. (la tavola rotonda)
Il punto di forza di questo testo è l’analisi dettagliata degli eveneti facendo in pratica un escursus storico nei vari paesei coinvolti nel processo dei combiamenti del 1989. Il testo si presta ad una veloce e scorrevole lettura pur essendo arricchito da approfondimenti e informazioni che danno una visione specifica del contesto storico dell’epoca.
In sotanza un testo storiografitco di diffusione di massa che però racchiude in sé un valore scientifico.
In conclusione un libro da leggere con la dovuta attenzione per potere avere una visione diversa degli avvenimenti del 1989.