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Antonella Di Martino ci presenta un Hitler che, in maniera secca e concisa, ci racconta in prima persona la sua vita. Il lettore ha l'opportunità di vivere così attraverso gli occhi dello spietato dittatore nazista i suoi primi anni in Austria, l'esperienza della Prima Guerra Mondiale, il periodo dell'ascesa al potere fino al drammatico epilogo della Seconda Guerra Mondiale. Un'opera che documenta in maniera lucida la follia di un uomo che ha lasciato al mondo un'eredità di sangue che ancora oggi, purtroppo, continua ad esercitare il suo malefico influsso.



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Adolf Hitler 2013-07-24 16:41:46 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    24 Luglio, 2013
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Un uomo, l'orrore

Antonella Di Martino ha un passato di pittrice, ha scritto opere per adulti e per ragazzi, è esperta di nuove tecnologie didattiche e narrative.
Il saggio divulgativo “Adolf Hitler, il dittatore” si colloca nell’ambito di una collana di e-book dedicati a “I Signori della Guerra”.
Dopo personaggi come “Attila, il flagello di Dio”, “Geronimo, la furia rossa” e “Rommel, la volpe del deserto”, ad Antonella è attribuito il difficile compito di affrontare una delle figure più terribili della storia dell’umanità: il dittatore che si è macchiato di orrori quali la persecuzione degli ebrei e delle minoranze, l’uomo che con la sua politica estera aggressiva e violenta ha scatenato il secondo conflitto mondiale.
Articolata in dieci capitoli (introduzione e note comprese) e in paragrafi, l’opera ha il pregio di condensare in una cinquantina di pagine – con l’obiettività di una narrazione cronachistica - efferatezze e follia ideologica di un individuo che ha saputo canalizzare in modo perverso i peggiori istinti di un’intera nazione.
Per brevità espositiva, sintetizzo il saggio storico in tre sezioni.
La prima si occupa di infanzia e gioventù di Hitler: in questa fase l’autrice sembra intravedere le cause (“… quindi mio padre avrebbe sposato sua nipote … una tra le tante menzogne …”) delle distorsioni di una personalità che poi si rivelerà mostruosa e distruttiva.
Nella seconda parte è possibile cogliere i motivi che hanno consentito al dittatore e al Partito Nazionalsocialista di affermarsi e di raccogliere massicci consensi attraverso un’ideologia rozza e negativa (“antisemitismo, nazionalismo, anticomunismo e antiliberalismo”) e “pochi concetti di base e qualche slogan efficace”.
L’ultima parte è dedicata all’imperialismo malato di onnipotenza di un dittatore che ha invaso l’Europa, scatenando la seconda guerra mondiale. Sino ai momenti conclusivi della sconfitta e del suicidio.
L’epitaffio finale fornisce alcune cifre che misurano l’immensità degli orrori compiuti: quattordici milioni di morti nella seconda guerra mondiale, lo sterminio del 40% degli ebrei, la strage di un milione e mezzo di bambini.
L’opera di Antonella Di Martino è davvero meritoria: con obiettività affronta la tragedia dell’Olocausto, la violenza della persecuzione delle minoranze, il delirio di teorie razziste che hanno supportato la campagna eugenetica, la manipolazione culturale attraverso la quale la teoria del superuomo di Nietzsche è stata stravolta e strumentalizzata in modo infame.

Bruno Elpis

Nel mio sito www.brunoelpis.it, nella sezione “Interviste”, potete leggere il mio dialogo con Antonella: contiene alcune puntualizzazioni dell’autrice sulla sua interessante opera.

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