Vie di fuga Vie di fuga

Vie di fuga

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In questi anni in cui muri, piccole patrie e nostalgie nazionaliste attirano sempre più sostenitori, il sogno di una convivenza interculturale sembra minacciato. Eppure, è difficile immaginare culture felicemente autosufficienti. Ma perché? È davvero impossibile restare chiusi nelle culture in cui ci formiamo? Può sembrare una domanda scontata, ma la risposta non lo è affatto. Anzi: secondo Adriano Favole, questo è un vero e proprio giallo antropologico. Da ben prima dell'invenzione di internet, infatti, nessuna cultura, nemmeno la più isolata, è mai stata impermeabile alla diversità e agli scambi, come dimostra per esempio la storia dell'Oceania, un continente che è in realtà un "mare di isole" unite, e non separate, dall'acqua. Oggi, nell'era dell'iperconnessione globale, è evidente che l'esaltazione della propria identità si trasforma sempre e per tutti in una gabbia, ma d'altra parte anche una generica invocazione alla tolleranza e al rispetto per l'altro non è priva di conseguenze: la paura di offendere e di sembrare razzisti può condurci a una nuova, più sottile apartheid, a una specie di educata indifferenza. Come antidoto, Favole ci invita a percorrere insieme a lui un viaggio sulle tracce di chi ha fatto della fuga dalla propria cultura una scelta, un'arte o uno strumento di conoscenza: esploratori, eremiti, sciamani, emigranti, naturalisti, rugbisti polinesiani, antropologi e geniali pensatori come Jonathan Swift. Le loro storie ci insegnano che le Vie di fuga non sempre conducono in paesi lontani: il teatro, la festa, il gioco, il rito, la satira, sono modi creativi di mettere in discussione l'ordinaria percezione della realtà e le abitudini che governano le nostre vite, necessari per ampliare il nostro campo visivo, senza per questo rinunciare al nostro orizzonte. Perché se le fughe si risolvono spesso con un ritorno a casa, si può tornare ad abitare la propria cultura con una diversa consapevolezza.



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Vie di fuga 2018-09-05 09:04:02 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    05 Settembre, 2018
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Una nuova consapevolezza culturale

Il libro di Adriano Favole, Vie di fuga, ha un indiziario sottotitolo:

“Otto passi per uscire dalla propria cultura”.

Le culture secondo l’antropologo Adriano Favole dialogano, e pellegrinazioni, migrazioni, sogni, letteratura, satira e cinema aprono “vie di fuga” verso culture e modalità alternative di praticare l’umanità. Sono, ovvero, strumenti reali e simbolici per orientarci nel mondo, di cui ogni essere umano, però, non deve sentire una dipendenza troppo forte.

Un cammino, composto da otto passi, in cui l’autore aiuta il lettore a comprendere che cosa sia una cultura, l’importanza di non eliminare le differenze. Si tratta di analizzare gli spazi tra orizzonti linguistici differenti, poiché:

“ciò che sta nel mezzo è la comunicazione, che è qualcosa che si estende e si intreccia.”.

Un libretto che colpisce, che spiega, con proprietà terminologica, le proprie tesi, con grande apertura mentale e perspicacia narrativa. Dunque ampliare il nostro campo visivo, senza per questo rinunciare al nostro vivere quotidiano, al nostro vissuto, alla nostra cultura e al nostro ambiente. Perché:

“se le fughe spesso si risolvono con un ritorno a casa, si può tornare ad abitare la propria cultura con una diversa consapevolezza.”.




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