Saggistica Scienze umane Una storia che non possiamo raccontare
 

Una storia che non possiamo raccontare Una storia che non possiamo raccontare

Una storia che non possiamo raccontare

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La presentazione e le recensioni di Una storia che non possiamo raccontare, saggio di Stephen Grosz edito da Mondadori. La storia di Peter, che mente alle persone amate per nascondere un'infanzia dimenticata e una famiglia violenta. Lily, i cui incubi ricorrenti raccontati con ironia fanno riemergere i ricordi di un'infanzia trascorsa in collegio e il senso di abbandono e lontananza dai genitori. Edmund e Alice, che vorrebbero superare il dolore per la morte dei propri cari invece di imparare ad accettarlo e conviverci. Stephen Grosz negli ultimi venticinque anni ha lavorato come psicanalista e in questo libro racconta le storie dei suoi pazienti e le loro sedute di analisi. Attraverso la vita delle persone che ha aiutato durante la sua lunga carriera, Grosz riflette sui processi di ascolto, comunicazione, comprensione, offrendo ai lettori un ritratto elegante e delicato dell'analista al lavoro. Dalle sue storie brevi e affascinanti emerge un'umanità sofferente che affronta tutto ciò che ci fa sentire vivi e fragili: l'amicizia, l'amore, il sesso, la genitorialità, il senso di colpa, la paura della morte. Un libro attento alla potenza delle parole che illuminano con immagini forti il passato, l'inconscio e i suoi angoli bui: lezioni di vita che insegnano tanto all'analista come al paziente, storie che parlano delle persone che amiamo, dei cambiamenti a cui siamo quotidianamente sottoposti, del dolore. Storie che raccontano di come a volte ci si perda, e di come sia possibile ritrovarsi.

Stephen Grosz si è formato nelle università di Berkeley e Oxford. Insegnante di Teoria psicoanalitica all'University College London, è psicoanalista da venticinque anni. Le sue storie sono apparse sul «Financial Times» e su «Granta». Una storia che non possiamo raccontare, il suo primo libro, ha riscosso un enorme successo in Gran Bretagna ed è stato tradotto in quattordici Paesi.



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Una storia che non possiamo raccontare 2014-03-27 15:03:10 mia77
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mia77 Opinione inserita da mia77    27 Marzo, 2014
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Una storia che non possiamo raccontare di Stephen

Se non ti perdi, non puoi ritrovarti!
Questo saggio, narrando le storie di numerosi pazienti di uno psicanalista, racconta la storia di ognuno di noi: le nostre angosce, i nostri problemi, i disagi.
Sono storie che rappresentano un’ umanità che si confronta con le cose della vita: l’amore l’amicizia, la malattia, la genitorialità, la sofferenza e la morte.
Ci parla del nostro desidero di comunicare, di comprendere e di essere compresi, per questo parla di ascolto: non solo delle parole altrui, ma anche e soprattutto dei loro silenzi.
Il tema del saggio è anche la capacità di affidarsi all’altro, abbandonandoci, per lasciarci aiutare.
E’ un libro sul cambiamento, che ci vuole dare l’opportunità di modificare il nostro sguardo sul mondo ed è anche un libro sulla perdita, intimamente collegata al cambiamento stesso ( “Se non ti perdi, non puoi ritrovarti!”).
Solo avendo il coraggio di affrontare i nostri problemi a viso aperto, possiamo tentare di superarli.
E’ un libro che racconta di Peter e del suo bisogno di sconvolgere gli altri, godendo nel causare loro angoscia e sofferenza; di Lily,che pensa che gli altri non credano ai suoi sentimenti, dell’importanza di essere presenti nella vita dei nostri bambini e dei nostri amici, perché capiscano di essere degni delle nostre attenzioni e del nostro amore. Narra la storia di Matt, che nella vita ha sempre messo a tacere le emozioni dolorose; di Philip, che utilizza la menzogna per tenere legate a sé le persone; di Michael, che si allontana dalla persone che lo amano, perchè chi ti ama pretende troppo da te. Narra la storia di Francesca (molto diffusa fra le donne), che finge di non vedere i tradimenti del marito, per non vedere tutto il suo mondo andare in pezzi; di Joshua, che non accetta il suo ruolo di padre, perché la nascita del figlio ha allontanato la moglie da lui (la storia di molti padri di oggi). Parla dell’invidia che alcuni genitori a volte provano della vitalità, della gioia e del potenziale ancora da sviluppare dei propri figli, della voglia di alcune madri che i figli adulti dipendano ancora da loro, per sentirsi vive, a causa di una paura straziante della solitudine.
Alcune frasi, o espressioni, che mi sono piaciute:
“Quando non riusciamo a narrare la nostra storia, è la nostra storia a narrare noi”;
“Tutti resistiamo al cambiamento perché il cambiamento è perdita. Ma se non accettiamo qualche perdita, rischiamo di perdere tutto”;
“Mi sembra talmente presa dal futuro, che la sua vita in questo momento, nel presente, non la tocca nemmeno”;
“Quando amano, non desiderano, e quando desiderano, non possono amare” (Freud);
“Ogni pena può essere sopportata se la si narra, o se ne fa una storia” (Karen Blixen).

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