Storia dell'eternità
Saggistica
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Eternità
«Il tempo è per noi un problema, un inquietante ed esigente problema, forse il più vitale della metafisica; l’eternità, un gioco o una faticosa speranza.»
Eternità. Tempo infinito, tempo indeterminato. Tempo senza confini, illimitato. Tempo che scorre senza sosta e senza freni. Ed ecco allora che nasce “Storia dell’eternità”, opera di Jorge Luis Borges che prende forma nel 1936 all’interno della biblioteca di un quartiere di Buenos Aires mentre una domanda prende corposità e campo in lui: può l’eternità avere una storia?
Saggio già dal suo titolo fascinoso è definito dall’autore quale “un libro interessante per gli argomenti trattati più che per quanto io dica a proposito di essi” e che appunto sorprende perché nessuno si aspetta che l’eternità abbia una storia. Tuttavia, per chi conosce l’argentino, in realtà la sorpresa non è così sorpresa perché è consapevole, il lettore in questione, che all’interno di queste pagine egli affronta un qualcosa di paradossale e ossimorico esattamente come da sua consuetudine. E già all’interno del primo saggio questo traspare in quanto proprio nel concetto di eternità vengono reintrodotti anche Platone e Plotino.
Da qui questa raccolta di saggi, più due note, riproposti ed editati da Adelphi e in cui a far da padrone è proprio l’interrogarsi su questo concetto così effimero ma che eppure rappresenta da sempre un dubbio amletico per l’esistenza umana. Lo stesso medesimo applicato all’idea di immortalità, di un vivere senza sosta e in un tempo senza fine, dilatato nei suoi tempi e spazi.
È noto che affrontare Borges non sia semplice in particolare perché suscita nel lettore emozioni discordanti che vanno dallo scetticismo al provocatorio sino al borgesiano, all’illuminante. Borges gioca con il lettore, lo solletica, incuriosisce e lo invita a riflettere e a interrogarsi. Sulle sensazioni, sulle emozioni, sul dolore, sui sentimenti, sulle impressioni. Sono queste effimere, momentanee o sono il frutto di specchi che ne moltiplicano l’essenza? Dove e quando trovano fondamento questi archetipi? E oggi si parla ancora di eternità?
L’argentino ci prende per mano e in questo mare ci conduce e trattiene per mezzo di un testo che invita al cercare risposte alle tante domande.