Simposio Simposio

Simposio

Saggistica

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Il più animoso dialogo di Platone ruota intorno al concetto di retorica, intesa non solo come arte oratoria, ma nella sua valenza politica di strumento di conquista del potere. A condurre il dialogo è Socrate, che incontra dapprima Gorgia, padre spirituale della retorica greca; poi Polo, suo allievo, e il giovane e impetuoso aristocratico Callicle, che spostano il dibattito sui contenuti morali della politica. Alla lucida investitura morale di Socrate si oppone l'indefinita dialettica dei sofisti che, privi di incrollabili riferimenti morali, fluttuano tra gli opposti e ricorrono alla retorica per conquistare consenso e potere.



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Simposio 2014-09-22 13:42:48 FrankMoles
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FrankMoles Opinione inserita da FrankMoles    22 Settembre, 2014
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Amore platonico

L’amore platonico, comunemente inteso, è un sentimento di natura intellettuale che non trova realizzazione in un atto fisico; in realtà questo modo di intenderlo non rende pienamente giustizia al pensiero del grande filosofo greco, la cui dottrina dell’amore emerge nel “Simposio”, un vero e proprio trattato sull’eros. Questo dialogo, uno dei più affascinanti della produzione platonica, è un chiaro esempio del dialogo utilizzato come dramma filosofico. La narrazione infatti, grazie alla connotazioni temporali e alla caratterizzazione dei personaggi, inserisce la vicenda nel contesto storico e socio-culturale dell’Atene del IV secolo dando l'idea di star assistendo a una rappresentazione teatrale. L’opera ha dunque anche un’importante valenza storico-sociale in quanto ci fornisce un interessante quadro dell’etica aristocratica

Al simposio prendono parte i protagonisti del dialogo, tutti personaggi eminenti della vita culturale ateniese: il retore Fedro, il sofista Pausania, il commediografo Aristofane, il medico Erissimaco, Alcibiade (che giunge sul finale) e naturalmente Socrate, che invita Aristodemo, e Agatone. L’argomento di conversazione stabilito dai convitati è Amore, di cui si decide che ciascuno tenga un discorso encomiastico. Vengono esposte dunque varie dottrine, secondo un climax che trova il suo culmine in Socrate: Amore come dio più antico e fonte di felicità, Amore distinto in amore celeste e amore volgare, Amore come forza cosmica in grado di dare armonia agli opposti, Amore come mezzo di riunire i corpi separati da Zeus degli esseri umani originali, che erano di sesso maschile, femminile o androgino, Amore distinto in omosessuale, valorizzato per la sua funzione socialmente e politicamente educativa, ed eterosessuale, svalutato per le sue implicazioni fisiche e l'interesse alla riproduzione. Interviene poi Socrate, che confutando le parole dei suoi predecessori, troppo ancorati a opinioni comuni e di stampo mitico, spiega Amore come il frutto dell'unione di Ingegno e Povertà: pertanto Amore è l'aspirazione a ciò che non si possiede ed è un mezzo di elevazione spirituale verso la conoscenza e la contemplazione disinteressata del Bello, dunque del Bene, massimo valore della vita umana che garantisce all'uomo l'immortalità dell'anima. Dimostrazione di ciò è il discorso tenuto da Alcibiade ubriaco per il suo amato Socrate, che diventa così oggetto del desiderio e pertanto Maieuta del Bello.

Ciò che si sottolinea è che l'Amore, oltre che un sentimento, è anche, e forse per Platone soprattutto, un percorso educativo

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