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Il linguaggio è il frutto di una capacità umana innata e di basa su strutture universali che possono essere descritte attraverso l'analisi dei comportamenti cognitivi. In regole e rappresentazioni Noam Chomsky ritorna su molti dei più importanti e noti concetti che caratterizzano il suo approccio alla linguistica esponendoli in modo chiaro e rigoroso. Il risultato è un testo fondamentale per comprendere la grammatica generativa trasformazionale e perché questo fortunato nodello interpretativo ha influenzato così a fondo la logica, la matematica e la psicologia. Attraverso un'argomentazione serrata e avvincente, Chomsky chiarisce il nucleo centrale della sua teoria e ne mette a fuoco i principi- le "regole" e "rappresentazioni"- prendendo in considerazione la base biologica delle nostre facoltà intellettive. Completano il libro che raccoglie la versione riveduta ed ampliata di una serie di conferenze tenute alla fine degli anni Settanta in alcune delle maggiori univerisità americane- due nuovi saggi di ampio respiro che offrono nuovi spunti per apprezzare l'originalità di uno dei massimi intellettuali del nostro tempo.



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Regole e rappresentazioni 2013-05-20 14:27:39 silvia t
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silvia t Opinione inserita da silvia t    20 Mag, 2013
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Regole e rappresentazioni

Può un saggio essere interessante, colto e allo stesso tempo riuscire ad appassionare pur trattando di argomenti ostici e non comuni? Chomsky riesce nell'impresa tutt'altro che semplice, riunendo in un unico volume sei conferenze da egli tenute riguardanti la linguistica.
Il contenuto è molto tecnico e per gli addetti ai lavori, soprattutto nella parte centrale, ma attraverso uno stile asciutto e sarcastico riesce ad essere comprensibile a tutti, forse non del tutto,ma il senso generale si riesce a carpire e soprattutto riesce con poche parole ad aprire un mondo nuovo o meglio una visione del mondo diversa. Ciò di cui tratta è, in poche parole, la grammatica universale e come il linguaggio sia una prerogativa innata dell'uomo, codificata dal genoma. Il concetto non è del tutto nuovo, già Socrate per mano di Platone aveva spesso parlato di maiutetica, ma quello che rende affascinante questo viaggio è la capacità di riconoscere i propri limiti di conoscenza, ma allo stesso tempo di studiare e analizzare con metodo scientifico una proprietà mentale allontanandosi molto dalla psicologia che si basa su astrazioni e anche dalla filosofia, ma queste due discipline sono presenti e molto ben conosciute da Chomsky.
Quello che però rende particolare questo saggio non è l'indubbia professionalità e competenza del suo autore, bensì la sua capacità di scrivere in modo fluido e coinvolgente; è incredibile come riesca trasmettere la sua passione per questa materia, incuriosire il lettore irretendolo e non lasciandolo andare più via, facendolo diventare conscio del suo potenziale e intenzionato a esprimerlo.
Una visione completa e “dall'alto” di tutta la conoscenza umana, non è sufficiente specializzarsi in un argomento, l'importante è avere una visione d'insieme, quello è il vero valore aggiunto, quello rende un saggio qualcosa di più di un trattato di nicchia.
Una volta conclusa la lettura si diviene più colti senza dubbio, ma anche più consapevoli della propria ignoranza o meglio del proprio potenziale inespresso, carichi di quella voglia di conoscenza e pronti a riflettere su ogni parola, ogni gesto, ogni suono che crea quella meravigliosa qualità umana che è il linguaggio.
Consigliato a tutti, ma come sempre soprattutto a chi vuole scrivere, che non può esimersi dal conoscere l'esistenza di un mondo del quale la lingua parlata non è che la punta dell'iceberg.
Unica pecca di questo volume è la traduzione di Giuseppe Gallo, infatti presenta non poche imperfezioni, che per un libro di linguistica non è proprio il massimo.

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